Quei simboli demoniaci sulla pelle…

di Bartolomeo Di Santo

IL SIGILLO DI DIO ED IL MARCHIO DELLA BESTIA


È ormai diventata una moda, specie per i calciatori e i cantanti, farsi tatuare disegni più o meno accattivanti, forse con lo scopo di attrarre l’attenzione o di sentirsi unici, fino a farsi disegnare, talvolta, veri e propri simboli demoniaci sulla pelle. Ma la cosa non riguarda solamente personaggi pubblici, ma anche moltissimi giovani che oggi usano portare impressi sulle braccia o sulle gambe segni visibili di tatuaggi: nomi, animali, fiori o simboli ben più terribili.

Il fenomeno, iniziato già da diversi anni, interessa uomini e donne di ogni età; soprattutto al mare si può notare come alcune persone non si limitino a piccole superfici su gambe e braccia, ma abbiano l’intero corpo tatuato.

Per comprendere che non si tratta semplicemente di una moda o di segni di appartenenza, basterà dare un’occhiata alla Bibbia, dove si possono verificare i vari passaggi da cui si comprende che apparteniamo solo a Dio e a nessuno altro, perché Egli ha posto su di noi un sigillo, il Signore ci ha creati e consacrati solo a Lui.

Nel Levitico, al capitolo 19, si possono leggere i precetti morali e culturali riguardanti il popolo israelita. Si osserva, innanzitutto, come potremmo vivere in un mondo perfetto se tutti noi li rispettassimo.

In particolare, rispetto ai tatuaggi, si legge: “Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete segni di tatuaggio” Lv 19,27; Ed ancora: – “su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo” (Giovanni 6,27); – “colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio; egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori”. 2Corinzi 1,21-22; – “il sigillo di Dio sulla fronte” (Apocalisse 9,4).

Al contrario, nel libro dell’Apocalisse, si può constatare come il termine “marchio” viene indicato nei capitoli 13, 14, 16, 19 e 20 ed è riferito alla “bestia”.

Bisogna allora evidenziare la distinzione tra il temine “sigillo” ed il termine “marchio”, termini che ai più paiono sinonimi.

Sfogliando un dizionario della lingua italiana, ad esempio il Garzanti, alla pagina 2992 (ed. 2005), alla voce sigillo sono riportati 6 significati. Sinteticamente: il sigillo è qualcosa che ha lo scopo di garantire l’autenticità di ciò che è stato sigillato e che nessuno lo abbia violato. Tipico sigillo erano le lettere che venivano spedite e chiuse con ceralacca su cui era impresso un sigillo. Ora, ognuno di noi cristiani viene “sigillato” il giorno del battesimo con gli olii crismatici.

Sempre nello stesso dizionario, alla pagina 1411, al significato di marchio è scritto che esso viene impresso come un sigillo (oltre che sulle persone anche sugli animali), ma ha una funzione diversa. Infatti, il marchio ha la funzione di discriminare qualcuno (ad esempio, un tempo le prostitute), o chi si era macchiato di qualche delitto che veniva marchiato sulla fronte o sulla spalla. Il marchio, quindi, permetteva d’individuare immediatamente le qualità morali della persona che si aveva davanti.

Il dizionario Zingarelli – ed. 1963 – in merito ai due termini, alle pagine rispettivamente 1505 e 938, dice sostanzialmente la stessa cosa del Garzanti. È evidente, quindi, che il tatuaggio non è altro che un marchio che viola il sigillo di Dio posto su ognuno di noi e non garantisce più “l’autenticità” di ognuno.

Se si è credenti in Cristo, non si tratta di prendere alla leggera questa moda; il demonio, infatti, non ha bisogno di grandi portoni per impadronirsi di qualcuno, basta uno spiraglio, una fessura, ed i tatuaggi sono l’ideale proprio perché ritenuti innocui dai più.

Bisogna allora ricordare quanto diceva S. Paolo: “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo… Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito…. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1 Cor 6,15.17.19).

Il nostro corpo, allora, va rispettato ed onorato perché non appartiene a noi ma al Signore. Chi si marchia con un tatuaggio, dunque, non vuole solamente farsi notare con colori sgargianti o disegni accattivanti ma vuole, forse inconsapevolmente, testimoniare la sua non appartenenza a Dio.

 

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