Il vescovo Savino: “stiamo facendo la medicina degli amici degli amici”

di Bruno Volpe

IL VESCOVO FRANCESCO SAVINO, VICE PRESIDENTE NAZIONALE DELLA CEI: “NELLA MIA DIOCESI VEDO LE POVERTÀ AUMENTARE E SUCCEDE CHE I POVERI DIVENTANO SEMPRE PIÙ POVERI E I RICCHI SEMPRE PIÙ RICCHI”

 

Giustizia, lavoro e responsabilità: le tre parole chiave di Monsignor Francesco Savino, Vice presidente nazionale della Cei in questa intervista che ci ha concesso con uno sguardo sul 2023.

Eccellenza Savino, che auspici possiamo fare sul nuovo anno?

“Nei primi giorni dell’anno nuovo si è soliti fare oroscopi, previsioni, auspici. In verità lo si fa anche negli ultimi giorni del vecchio. A me questa moda non piace affatto e ci credo poco”.

Lei che si augura?

“Che credenti e non credenti si attivino e in fretta a cambiamenti dell’etica della responsabilità. Quando parlo di responsabilità, la vedo sia in chiave personale che collettiva, anzi auspico una cittadinanza responsabile, concetto che sinceramente si è smarrito e lo vediamo in un momento di grande confusione a tutti i livelli, politico, sociale, culturale. Solo tornando a credere nel concetto di responsabilità possiamo avere processi di cambiamento dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, in questo modo avremo quella che io chiamo società generativa. Il problema non è solo, anche se grave, dell’inverno demografico, ma anche la caduta dei valori, delle relazioni, della onestà intellettuale. Nella mia Diocesi vedo le povertà aumentare e succede che i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi”.

E allora?

“Ecco, una parola chiave è giustizia che si abbini a lavoro. Giustizia non a parole, ma nei fatti, con una equa e solidale ridistribuione delle risorse. Ecco quello che è fondamentale e lo vedo appunto nella mia Diocesi. Occorre darsi da fare per trovare il lavoro, un lavoro dignitoso, ben retribuito, equo e solidale. Senza lavoro manca la dignità e aumentano le clientele”.

Sanità e liste di attesa…

“Ormai in tante parti di Italia il diritto alla salute è negato ed alienato, vi è una situazione gattopardesca, tutto cambia perché niente cambi. Una delle responsabilità gravi è stato il titolo V della Costituzione che ha dato la sanità alle Regioni, un errore! Tutto questo ha portato al disastro della politica che comanda nella sanità, mentre i politici devono rimanerne fuori, devono solo dare gli orientamenti, ma i ruoli chiave spettano alle persone competenti, ai tecnici e ai medici. Le liste di attesa sono intollerabili e favoriscono la sanità dei ricchi che si possono permettere le strutture private. Vanno rilanciate le strutture territoriali, abbiamo bisogno di maggiori mezzi. Invece, e lo dico fuori dai denti, stiamo facendo la medicina degli amici degli amici”.

Cosa ne pensa del Reddito di Cittadinanza?

“La solidarietà è doverosa e se lo togliessimo di colpo temo in alcune parti di Italia rivolte sociali. Tuttavia questo istituto va rimodulato e cambiato, penso al fallimento dei navigator. Una solidarietà a vita non ha senso, invece bisogna insistere sul lavoro, e sulle politiche attive di avviamento al lavoro, non ha senso andare avanti soltanto con una visione assistenziale e non orientata alla formazione”.

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