Il “contagio” tedesco si diffonde in alcuni settori della Chiesa

Il “contagio” tedesco si diffonde in alcuni settori della Chiesa

di Angelica La Rosa

UN NUMERO CONSIDEREVOLE DI PRELATI IN GIRO PER IL MONDO SI STANNO ESPRIMENDO SULLA STESSA LUNGHEZZA D’ONDA, APOSTATA, DI MOLTI “CATTOLICI” TEDESCHI

La Conferenza episcopale tedesca, e il suo “percorso sinodale” in particolare, sta lasciando perplesso il mondo cattolico a causa delle sue proposte eterodosse, recentemente definite eretiche e apostate rispettivamente dai cardinali Gerhard Müller e Walter Brandmüller.

Negli ultimi mesi sembra che il “contagio tedesco” si sta diffondendo rapidamente in alcuni settori della Chiesa, a giudicare dalle frequenti dichiarazioni di un numero considerevole di prelati che si esprimono nella stessa direzione dei tedeschi.

Solo per citare qualche recente esempio, il neo Arcivescovo di San Diego, Monsignor Robert McElroy, da poco creato cardinale da Papa Francesco, in un saggio pubblicato da America Magazine, ritiene che gli omosessuali e le coppie divorziate e sposate civilmente, che per gli insegnamenti bimillenari della Chiesa Cattolica sono in uno stato oggettivo di peccato, “dovrebbero essere autorizzati a ricevere l’Eucaristia”, mentre le donne “dovrebbero essere ammesse al diaconato”. Entrambe le posizioni di McElroy sono richieste della Chiesa di Germania,

Sempre a gennaio è giunta la notizia che il gesuita James Martin, nominato da papa Francesco consultore della Segreteria vaticana per le comunicazioni,  già noto per la sua aperta promozione dello stile di vita omosessuale e per la sua celebrazione dell’omosessualità come grande “dono” per la Chiesa, ha difeso il “matrimonio” omosessuale su Twitter definendolo “legale” e “legittimo”.

Qualche settimana prima abbiamo appreso che il cardinale Jozef De Kessel, presidente della Conferenza episcopale belga, ha difeso a Roma, durante una visita ad limina dei vescovi fiamminghi, la benedizione delle coppie omosessuali che questi vescovi avevano precedentemente approvato.

Ancora prima, il Vescovo John Arnold di Salford (Gran Bretagna) ha confermato in dichiarazioni a LifeSiteNews che i vescovi inglesi continueranno a promuovere le “Messe LGBTI”, in accordo con la “relazione sinodale” dell’episcopato di Inghilterra e Galles. A ottobre, il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, presidente dell’Episcopato, in un’intervista a L’Osservatore Romano, ha auspicato la benedizione delle coppie omosessuali e un vangelo “senza norme”.

Tornando un po’ indietro nel tempo, ad agosto 2022, il vescovo John Dolan è stato insediato come nuovo vescovo di Phoenix, in Arizona (Stati Uniti), nonostante la sua promozione delle attività LGTBI, tra cui la celebrazione di una messa nella parrocchia di San Giovanni Evangelista a Hillcrest, in cui ha fatto leggere l’omelia a una drag queen transgender. Due mesi prima, nel giugno 2022, abbiamo appreso che i francescani tedeschi hanno eletto superiore dell’ordine fra Markus Fuhrman, dell’Ordine dei Frati Minori, che settimane prima si era pubblicamente dichiarato omosessuale, manifestando a favore della fine del celibato e l’ordinazione delle donne.

Sempre nel mese di giugno dello scorso anno tra i vescovi elevati al cardinalato in quel mese troviamo diversi vescovi apertamente pro-LGTB, come Wilton Gregory di Washington DC, il già citato Robert McElroy di San Diego o l’arcivescovo di Manaus Ulrich Steiner.

Come si vede un “contagio” omosessualista sta colpendo la Chiesa a tutti i livelli, davanti al quale vale la pena chiedersi quale ruolo dobbiamo svolgere noi laici, visto che la gerarchia ecclesiastica sembra assecondare tale deriva.

La gravità di questa situazione è ulteriormente evidenziata dal contenuto della lettera indirizzata di recente da papa Francesco al gesuita James Martin in relazione alla pratica dell’omosessualità, lettera che è stata oggetto di commenti su tutti i media, nella quale il Papa afferma che “naturalmente bisogna tener conto delle circostanze che diminuiscono o annullano la colpa”, aggiungendo, a chi vuole criminalizzare l’omosessualità, “che ha torto”.

In realtà la cosiddetta “etica situazionale”, derivata da una certa “nouvelle téologie”, che sostiene che le circostanze possono modificare la natura di un atto, è contraria agli insegnamenti bimillenari della Chiesa Cattolica. San Tommaso d’Aquino afferma chiaramente che le circostanze non possono mai eliminare totalmente la colpa di peccato grave per un atto la cui condizione è nota come peccato grave e che si sceglie di compiere. Nella teologia veramente cattolica il carattere buono o cattivo di un atto non dipende dalle circostanze, ma dall’atto stesso, e le circostanze non possono modificare tale carattere, ma semplicemente attenuare o aggravare la colpa che, comunque, continua a sussistere.

Lo scorso ottobre 2022, il vescovo Athanasius Schneider ha dichiarato a LifeSiteNews che “L’obbedienza non è cieca o incondizionata, ma ha dei limiti”. Se non si difende l’integrità e la chiarezza della fede cattolica e della liturgia, “Dio chiama i subordinati, anche i piccoli e i semplici, a supplire alle deficienze dei superiori con richiami, proposte e correzioni, e, con grande forza, mediante sacrifici e preghiere” e, si potrebbe aggiungere, nel dire, con tutto il rispetto necessario, le cose con chiarezza, sulla base della retta dottrina e della fedeltà al Magistero bimillenario della Chiesa Cattolica.

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