Giorgio Celsi: “l’aborto è un delitto premeditato e aggravato”
di Gian Piero Bonfanti
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L’ESPONENTE PRO VITA GIORGIO CELSI: “L’ABORTO NON È UN DIRITTO MA UN DELITTO”
Giorgio Celsi, di origine marchigiana, anche se risiede in Lombardia da lungo tempo, classe 1963, professione infermiere, è l’ideatore e presidente dell’Associazione “Ora et Labora in Difesa della Vita”, in difesa della Vita dall’inizio alla sua fine naturale.
Celsi è un volto noto a tutto il mondo pro-life italiano per la sua militanza nell’associazionismo in difesa dei principi non negoziabili, ma soprattutto è conosciuto per i Rosari che recita, insieme ad altri fedeli, di fronte agli ospedali e alle cliniche abortive.
Giorgio Celsi quando è cominciato il suo impegno associativo a favore della vita?
Ho aperto l’associazione a maggio 2016. Ma il mio impegno a difesa della Vita è iniziato già molti anni prima, quando ero un volontario del Centro Aiuto alla Vita di Besana Brianza. Poi ho sentito la forte esigenza di fare qualcosa in più e quel qualcosa in più era di andare a pregare davanti agli ospedali e alle cliniche abortiste, sull’esempio del compianto servo di Dio Don Oreste Benzi che diceva: “Quell’andare a pregare lì davanti all’ospedale, diventa un segno grande perché noi diciamo: “Se uccidono tuo fratello, tu cosa fai? Corri là, dove questo succede e lo rendi visibile a tutti perché gridi: “Uccidono mio fratello, uccidono mio fratello, aiutatemi!!”. In quel periodo, per una Dio-incidenza, ero venuto a conoscenza di una signora anziana, Maria Pia Mantegazza, che già faceva quest’apostolato negli ospedali di Mariano, Giussano e Desio e mi sono aggregato a lei. Da quel momento in poi non ho più smesso di andare a pregare davanti agli ospedali abortisti. Con l’aiuto di Dio sono riuscito ad aprire vari gruppi in varie regioni d’Italia.
Perché ha scelto questo nome per la sua Associazione?
Ho scelto questo nome, che è poi il motto di San Benedetto, perché per contrastare la cultura di morte, in cui siamo immersi e sensibilizzare le coscienze alla bellezza e sacralità della vita, le opere non sono sufficienti, è determinante anche il supporto della preghiera perché sulla difesa della vita si gioca soprattutto una battaglia spirituale.
Qual è stata la molla e le motivazioni che le hanno aperto gli occhi sulla tremenda realtà dell’aborto?
Direi la consapevolezza che l’aborto è un delitto, per giunta premeditato, e aggravato dal fatto che chi viene ucciso è un essere umano indifeso e innocente ed è il più grave attacco alla famiglia. Gloria Polo, dottoressa colombiana, sopravvissuta ad un fulmine, afferma, inoltre, che ogni aborto è un tributo a Satana che, non potendo sconfiggere Dio direttamente, sfoga il proprio odio uccidendo le sue creature! In effetti c’è qualcosa di diabolico nell’aborto, perché colei che sommamente dovrebbe custodire e tutelare la propria creatura, si trasforma nel carnefice del figlio che porta in grembo.
Perché, secondo lei, sarebbe importante che molti seguissero il suo esempio?
Sempre Don Oreste Benzi diceva: «Ho trovato il modo per far cessare gli aborti in tutta Italia: andare a pregare di fronte agli ospedali abortisti». “Noi dobbiamo rendere pubblico quello che avviene nel silenzio degli ospedali”. Abbiamo constatato che le preghiere davanti agli ospedali e le cliniche abortiste fanno si che aumentino gli obiettori tra il personale sanitario e diminuiscano gli aborti, ad esempio all’ospedale abortista di Brescia una suora è venuta fuori mentre stavamo pregando dicendoci proprio che da quando abbiamo iniziato a pregare per la Vita sono aumentati gli obiettori e diminuiti gli aborti.
Molti vi accusano di essere contro i “diritti” delle donne…
A queste persone vorrei ricordare che se le loro mamme avessero pensato che abortirli fosse stato un loro diritto ora non sarebbero qua. L’aborto non è un “Diritto” ma un “Delitto” quindi le persone violente e poco rispettose del prossimo sono proprio la mamma che abortisce, il padre del bambino se ne è favorevole, i sanitari che collaborano a questo omicidio e tutte le persone che lo consigliano. Santa Madre Teresa di Calcutta a riguardo diceva: “Sento che oggigiorno il più grande distruttore di pace è l’aborto, perché è una guerra diretta, una diretta uccisione, un diretto omicidio per mano della madre stessa. Perché se una madre può uccidere suo figlio nel suo grembo, distruggere la carne della sua carne, Vita della sua Vita e frutto del suo amore, perché ci sorprendiamo della violenza e del terrorismo che c’è intorno a noi? Se una madre può uccidere il figlio, non c’è più niente che impedisca a me di uccidere te, e a te di uccidere me“. I numeri degli aborti nel nostro paese e nel mondo sono spaventosi, una vera e propria ecatombe, ma ciò che viene reso noto solo marginalmente sono gli aumenti esponenziali degli aborti chimici.
Crede che la preghiera possa essere un buon metodo per sensibilizzare le classi politiche affinché possano cercare di arginare il fenomeno?
Chi è per l’aborto fa notare che gli aborti chirurgici in Italia sono diminuiti e ne attribuisce il merito alla legge 194 che ha regolamentato gli aborti e ne ha ridotto il fenomeno della clandestinità, ma questo è un inganno. Se gli aborti chirurgici sono in calo è solo perché a forza di aborti e di politiche contro la natalità sono diminuite le donne in età fertile e in più è aumentato tantissimo l’utilizzo delle pillole abortive, Norlevo, EllaOne, Ru486, che causano tantissimi aborti che non rientrano nel conteggio annuale e quindi impossibili da quantificare. In più sottolineo che la piaga degli aborti clandestini non è stata debellata. Secondo i dati ufficiali ci sono ancora 15.000 aborti clandestini all’anno. Noi siamo fermamente convinti che con la preghiera, compresa quella davanti agli Ospedali abortisti, possiamo sensibilizzare le classi politiche affinché attuino progetti di legge a difesa della vita e abroghino le leggi che la calpestano, ricordo che la preghiera non lascia mai le cose come le ha trovate.
Quali sono i rischi che corrono le donne che arrivano alle pratiche abortive?
Rischi fisici e psicologici che vengono volontariamente derubricati, come se fossero secondari. Esiste una vera e propria sindrome post aborto con conseguenze immediate. Ci sono donne morte dopo aver fatto ricorso a cosiddetti “aborti legali sicuri”. La mortalità con l’aborto farmacologico è ben 10 volte superiore a quella dell’aborto per raschiamento o aspirazione. Ci sono poi molti casi di emorragia, infezioni, lesione del collo uterino, perforazione dell’utero e/o dell’intestino. Circa le conseguenze a medio e lungo termine si registrano infiammazione pelvica, aborto spontaneo nelle gravidanze successive, parto difficile, nascita prematura, cancro al seno, gravidanza extrauterina. Le donne che hanno abortito hanno inoltre molte più probabilità di manifestare tendenze di suicidio e il doppio di soffrire di problemi psicologici e psichiatrici. Hanno anche il rischio di problemi legati all’ansia aumenta del 34%, mentre è del 37% l’aumento della possibilità di cadere in depressione; il 110% (più del doppio) è il rischio di abuso di alcool e del 220% (più del triplo) di ricorrere al consumo di droghe per alleviare il proprio disagio. Si riscontrano anche perdita di autostima, sentimento di colpa, rimpianto, ansia e depressione. stress post-traumatico come quello che si riscontra nei reduci di guerra. Ho visto per esperienza diretta le tragiche conseguenze di questo atto contro natura in mia sorella, che dopo due aborti volontari, ha avuto uno spaventoso decadimento fisico e psicologico, finendo in una struttura psichiatrica, dove tuttora è ricoverata. Rendiamoci conto che non si può aiutare una mamma tentata di abortire uccidendo il frutto dell’amore che porta in grembo, ma è necessario aiutarla, superando insieme le difficoltà.
In tutto questo la donna viene lasciata sola davanti alla scelta di partorire o meno e con tutte le problematiche ed i rischi che ne conseguono. Non crede che l’uomo sia stato volontariamente messo da parte quando, invece, il suo apporto sarebbe importante sia per una condivisione di scelte sia per supporto della donna?
In molti casi è vero che la mamma viene lasciata sola in quanto il padre del bambino la spinge ad abortire perchè non si vuole assumere le sue responsabilità e pensa che la soluzione migliore sia quella di sbarazzarsi del bambino. Soprattutto in questi casi è necessario il supporto della famiglia e dalla società. Se il padre invece è contro l’aborto non è tutelato da questa legge in quanto lascia la decisione di abortire o meno soltanto alla madre. Senza calcolare che esiste anche la sindrome Post aborto nell’uomo. L’esperienza dimostra che spesso anche il padre subisce gravi reazioni negative, quando si rende conto che suo figlio è stato ucciso. La sofferenza del padre è ancor più grave, quando egli è contrario all’aborto. Per questo l’aborto divide le famiglie e crea solo odio e disperazione.
Pensa che la legge 194 sia una legge efficace, ovvero una legge che ha raggiunto lo scopo per la quale era stata promulgata?
La legge 194/78 era stata promulgata con l’idea di ridurre gli aborti clandestini e per socializzare il problema dell’aborto in modo che una mamma in tentazione di aborto non fosse lasciata sola, ma in entrambi i casi ha fallito in quanto non ha eliminato la piaga dell’aborto clandestino e con le pillole abortive è stato riportato il dramma dell’aborto all’interno delle mure domestiche. Poi è ovvio che non si riduce un male legalizzandolo, è come se legalizzando l’evasione fiscale, le rapine o gli stupri ci si aspetti che si riducano. Non dimentichiamoci inoltre che “una legge ingiusta rende ingiusto uno stato” (lo diceva Gandhi). Ritengo che l’abominevole legge 194 abbia confuso le coscienze e creato falsi alibi, ha instillato in molte donne e in molti uomini la convinzione che l’aborto, se lo stato lo consente, non è poi così sbagliato, tant’è che è diventato oramai un mezzo anticoncezionale. È questa la colpa grave, gravissima, della 194. E’ una legge demoniaca e abominevole perchè il demonio cerca di far passare il male come un bene. La legge 194/78 va abolita senza se e senza ma.
Quali sono i suoi progetti futuri?
I nostri progetti sono di aprire sempre più gruppi in tutta Italia che preghino davanti agli ospedali affinchè si possa contribuire in modo sempre più efficace alla cultura della Vita e di conseguenza all’abrogazione delle leggi inique come la legge 194/78. L’indifferenza aiuta sempre l’oppressore mai la vittima e non dimentichiamoci che l’Italia ha bisogno di bambini non di aborti, perché una nazione senza bambini è una nazione senza futuro.