Il cardinale Arborelius: “preoccupante il possibile scisma della Chiesa in Germania e altrove”

di Angelica La Rosa

IL CARDINALE ANDERS ARBORELIUS, ARCIVESCOVO DI STOCCOLMA CHIEDE DI PREGARE “PERCHÉ SIA ​​PIÙ FORTE IL DESIDERIO DI CONSERVARE L’UNITÀ NELLA FEDE”

Il cardinale svedese Anders Arborelius, arcivescovo di Stoccolma, ha rilasciato un’intervista a kath.net in cui affronta alcune questioni ecclesiali attuali, tra cui il pericolo di scisma nella Chiesa in Germania “e altrove”.

Quasi un anno fa, il 9 marzo 2022, la Conferenza episcopale nordica (scandinava) aveva scritto una lettera al presidente della Conferenza episcopale tedesca, il vescovo Georg Bätzing, per esprimere (come aveva fatto la Conferenza episcopale polacca attraverso una lettera simile) preoccupazione per l’orientamento, la metodologia e il contenuto del cammino sinodale della Chiesa in Germania.

Arborelius, che è il primo svedese a raggiungere il cardinalato, in un Paese, la Svezia, a maggioranza luterana ma molto secolarizzato, con un livello di pratica religiosa molto basso (i cattolici, per lo più provenienti dall’immigrazione, sono una minoranza anche se in crescita) era stato uno dei firmatari della lettera.

Oggi spiega che “è preoccupante che ci siano tali difficoltà in Germania e altrove. Ma dobbiamo sperare e pregare che sia più forte il desiderio di conservare l’unità nella fede”.

Parlando della situazione svedese il cardinale ha spiegato che occorre “sempre rafforzare l’unità tra di noi, perché siamo di molte nazionalità. Dobbiamo fare di più per aiutare i bambini e i giovani a sentirsi a casa nella Chiesa. Dobbiamo anche raggiungere di più per condividere la fede e aiutare i bisognosi”.

Il cardinale proviene dalla confessione luterana svedese ed è stato accolto in piena comunione con la Chiesa cattolica all’età di 20 anni. Ricorda che non è mai stato “così legato alla Chiesa luterana da giovane, ma dopo essermi convertito al cattolicesimo ho anche imparato ad apprezzare i tanti buoni e devoti protestanti che vivono veramente fedelmente la Buona Novella”.

Il porporato ha sostenuto che la comunione tra cattolici e protestanti non è possibile in Svezia. “Possiamo avere un’ottima cooperazione ecumenica, nella preghiera, nella carità, ecc. Ecco perché è così doloroso che ancora non abbiamo la stessa fede quando si tratta dell’Eucaristia e quindi non possiamo comunicare insieme”.

Parlando della sua azione pastorale il cardinale ha ricordato che è molto importante “per la nostra Chiesa in Svezia che gli immigrati svedesi si uniscano ai nativi svedesi. Molti considerano ancora la Chiesa cattolica una Chiesa per gli immigrati. Inoltre, la società svedese è molto segregata, soprattutto nelle grandi città. La nostra Chiesa cattolica in Svezia ha il compito profetico di mostrare l’unità in Cristo delle persone di tutte le nazionalità e origini sociali”.

Il porporato ha spiegato che la vita di preghiera come carmelitano da 27 anni lo ha “aiutato ad affrontare tutti i compiti e le sfide come vescovo e cardinale – e anche a confessare umilmente che non posso far fronte a tutto. Devo avere sempre molta più fiducia nel Signore e nella sua provvidenza”.

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