Chi sa davvero pregare è umile e puro

di Giuliva di Berardino

IL VANGELO CI IMMERGE NELL’ESPERIENZA DELLA PREGHIERA

Oggi il Vangelo ci immerge nell’esperienza della preghiera. Gesù dona ai suoi discepoli un insegnamento sulla preghiera. Innanzi tutto dice che la preghiera non è questione di parole, perché “il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno, prima ancora che gliele chiediate”.

La preghiera non parte dai bisogni, ma da una relazione pura, perché  si manifesta a partire dal cuore, dal luogo interiore in cui si formano i desideri più veri, più profondi. Così il Maestro ci insegna  a chiamare Dio “Padre nostro”, facendoci prendere coscienza di quell’atteggiamento che ci fa riconoscere figli di un unico Dio e fratelli di ogni creatura.

E solo dopo aver riconosciuto Dio come Padre che è “nei cieli”, cioè che vede e provvede per il bene di tutti, è possibile chiedergli il “pane quotidiano”.  Se avvertiamo in noi i desideri di un figlio, possiamo dire a Dio: “venga il tuo regno”, perché tutte le creature riconoscano la loro sorgente vitale solo nel Padre e così entrare nel vero perdono, perché tutti siamo perdonati e amati da Dio.

Quando poi diciamo a Dio “sia fatta la tua volontà”, chiediamo che il desiderio di bene che Dio ha per ciascuna creatura si compia, e che non dubitiamo mai di questo amore eterno, forti nel combattimento contro il Male che vuole scoraggiarci. Pregare è vivere “come in cielo così in terra”, liberi da ogni genere di male perché tutto in noi  sia trasparenza di Dio su questa terra.

Le parole di Gesù, dunque, ci insegnano che pregare è soprattutto un allenamento del cuore a dare a un altro la precedenza. E non solo a Dio, ma anche a chi ci vive accanto, per saperlo accogliere, per saper trovare insieme gioia di lasciar fare a Dio. Santa Teresa D’Avila, Dottore della Chiesa e maestra di orazione, ripeteva spesso alle sue sorelle monache claustrali che la preghiera non serve se non  fa fare progressi nella carità.

 E Gesù oggi ci dice in modo molto esplicito che non sono le parole ad avvicinarci a Dio, ma il modo in cui viviamo da figli, sentendoci fratelli l’uno dell’altro. Perciò, immergersi nella preghiera, è soprattutto curare le nostre relazioni alla luce di un Dio che è Amore e Misericordia. Allora mettiamoci oggi davanti alla nostra coscienza: quante preghiere abbiamo fatto senza fare nessun progresso nella carità!

Quante preghiere ci hanno potuto chiudere il cuore in sensi di colpa o perfino nell’orgoglio!! Facciamo attenzione, in questa Quaresima, alla qualità della nostra preghiera, purifichiamo il cuore! Sì, perché chi sa davvero pregare, è umile e puro.

Buona giornata con il VANGELO DEL GIORNO (Mt 6, 7-15)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

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