San Giuseppe, “uomo giusto” perché ha osservato il cuore della Legge di Dio

di Giuliva di Berardino

LUNEDÌ 20 MARZO 2023 – SOLENNITÀ DI SAN GIUSEPPE

Oggi è la festa di San Giuseppe. Il vangelo ci ricorda la presenza del padre di Gesù adolescente quando viene smarrito al tempio di Gerusalemme e poi ritrovato tra i dottori del tempio dopo tre giorni da Maria e Giuseppe. Se Luca nel vangelo afferma che “essi non compresero“, noi invece comprendiamo: Gesù è la Parola del Padre suo. La sapienza di Gesù, il suo insegnamento, la sua parola si radicano nella sua intimità col Padre, nella sua fedeltà totale in Lui.

Si coglie in questo Vangelo la funzione e la figura di un padre che si fa vicino, che si preoccupa e che assicura l’osservanza della Legge del Signore. Un padre, Giuseppe, che per Gesù deve essere stato significativo e deve aver dato un’impronta sostanziale al suo cosciente rapporto con Dio da adulto, quando insegnerà ai discepoli a pregare Dio come “Avinu“, cioè “Padre nostro” oppure quando, pregando, i discepoli lo sentivano chiamare Dio “Abbà“, cioè “Papà“.

San Giuseppe è molto venerato e la liturgia ne attesta il culto: egli è stato non solo padre putativo di Gesù, ma anche suo educatore e custode durante tutta la sua minacciata infanzia, soprattutto lo ha saputo difendere dalla morte, quando Erode scatenò la strage degli innocenti. Per questo Giuseppe è stato considerato un “uomo giusto“, giusto, appunto, come chi osserva il cuore della Legge di Dio, che è la misericordia e la cura dei piccoli.

Chiediamo oggi l’intercessione di San Giuseppe perché ciascuno di noi oggi possa vivere questa relazione sapienziale e intima di Cristo Gesù col Padre Suo, perché ci rendiamo conto che quando la comunità ecclesiale è riunita dal Padre, così come ogni volta che pronunciamo col cuore la preghiera del “Padre Nostro”, in realtà portiamo sempre di più il grande mistero della relazione intima tra il Padre e il Figlio in noi, nella nostra vita e nel mondo che abitiamo. E San Giuseppe in questo tempo di Quaresima ci insegna che per ciascuno di noi è importante curare questa relazione con il Padre, camminare ogni giorno, mano nella mano, col Padre dei cieli.

Buona giornata con il Vangelo di oggi (Lc 2, 41-51a)

I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli fu giunto ai dodici anni, salirono a Gerusalemme, secondo l’usanza della festa; passati i giorni della festa, come se ne tornavano, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme all’insaputa dei genitori, i quali, pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, poi si misero a cercarlo fra i parenti e i conoscenti e, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme alla sua ricerca. Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, che li ascoltava e faceva loro delle domande; tutti quelli che lo udivano stupivano del suo senno e delle sue risposte. Vedutolo, sbigottirono e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena”. Ed egli disse loro: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?”. Ed essi non compresero la parola che egli aveva detto loro. Poi discese con loro, andò a Nazaret e stava loro sottomesso; e sua madre serbava tutte queste cose in cuor suo.

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L’Icona che illustra l’articolo è purtroppo eretica. Per il linguaggio iconografico, la mano sulla spalla significa “conoscenza”carnale. Impossibile nella Sacra Famiglia!
Tobia