Dante, il genio solitario, l’eterno viandante dell’aldilà

di Francesco Bellanti

25 MARZO 2023: DANTEDÌ, GIORNATA NAZIONALE DEDICATA A DANTE

Come tutti i geni e i fondatori del tempo, Dante è un solitario. Dante non è solo l’origine, il fondatore di una civiltà, consapevole della sua grandezza egli è tutto, religione e poesia, amore, filosofia e teologia, storia, politica, egli abbraccia tutto il Creato. E come tutti i geni, non fu subito compreso nel suo tempo, egli – come disse di sé un filosofo moderno, Friedrich Nietzsche, è nato postumo. E come tutti i nati postumi, egli non è compreso nemmeno nella modernità.

Perché egli non è solo il fondatore della civiltà italiana, che nasce da una straordinaria consapevolezza culturale, letteraria, linguistica e storia, la civiltà nata dalla straordinaria eredità latina e cristiana, egli è il fondatore dell’Europa moderna, perché politicamente ritiene che un’Europa divisa, preda di fazioni e di egoismi, non sarebbe andata da nessuna parte. Così si spiega la sua visione politica fondata sul Sacro Romano Impero, all’interno del quale l’Italia avrebbe avuto un ruolo fondamentale. Dunque, se egli è il fondatore della civiltà italiana, se egli è il profeta piangente e nostalgico della patria dilaniata e assente, egli è soprattutto il profeta dell’avvenire, e questo lo comprese solo qualche temerario del Risorgimento che a lui guardò per costruire il futuro.

Dante è il profeta, come tutti i profeti è doloroso, ma bisogna entrare nel suo dolore per capire il nostro tempo. Come tutti i profeti visionari egli è eterno, e perciò è sempre attuale. Non va ricordato solo nelle ricorrenze. Io ho insegnato Dante per più di quarant’anni, e ogni giorno era per me una scoperta. E ho scritto di lui molto, e molto di lui ho parlato anche qui.

Dante è il genio solitario che s’innalza su tutto il reale e tutto lo comprende e lo dispiega, lo abbraccia in tutti i suoi aspetti, il bene e il male, il destino della vita e della morte, la presenza e il passaggio dell’uomo sulla Terra. Dante è l’amore che si consuma nel divino, e in questo percorso egli non è clericale ma semplicemente cristiano, egli edifica il tempo della salvezza. Solo quest’amore che si consuma nel divino conduce alla verità e quindi alla salvezza. Dante è il Medioevo ma va oltre, è uno slancio potente e impetuoso verso la modernità. Egli offre in sacrificio il suo dolore e la sua poesia per noi, per guidarci in un itinerario di salvezza.

Come tutti i geni è un solitario e non ha eredi, ma forse proprio per questo è il più ascoltato, il più scrutato anche in tutti i suoi più misteriosi segreti. Dante è il più grande degli italiani ma anche il più europeo degli europei.

Non può essere altrimenti, perché le sue opere (Convivio, Monarchia, De Vulgari Eloquentia, Vita Nova, altre) dicono questo. Non può essere diversamente perché la Divina Commedia, la più sterminata delle opere, è tutto – poesia, profezia, narrazione, storia. Dante è tutto. Ripeto quel che dissi un tempo. È il poeta, la guida, il saggio, il profeta, il mistico, l’eterno errante, il pellegrino sempre in cammino, il riformatore religioso e civile, l’Angelo dell’Apocalisse. Egli è l’unico uomo che attraverso la ragione (Virgilio), la teologia e l’amore (Beatrice), il misticismo (San Bernardo), la grazia di Dio (la Madre di Cristo), vede Dio, l’armonia e l’ordine di tutto il Creato.

In Dante trovano pace il tempo e lo spazio, l’inferno e il paradiso, l’eterno e la storia, Dio. Nessun poeta ebbe mai la superbia e l’orgoglio di Dante, nessun poeta ebbe mai una così smisurata vastità e ricchezza di pensiero e d’immaginazione. Forse, solo John Milton fu smisuratamente orgoglioso quanto lui; forse, solo Shakespeare ebbe maggiore ricchezza nell’espressione verbale. Ma l’inglese moderno avrebbe assomigliato molto alla lingua che oggi si parla a Oxford anche senza Shakespeare, mentre il dialetto fiorentino, come egli si sentì per tutta la vita, soprattutto in esilio, di Dante, con la sua sterminata ammirazione per il siciliano di Federico II, è diventato la lingua degli italiani e di una delle più grandi civiltà del pianeta.

Dante è poeta nazionale, come Shakespeare, Goethe, Cervantes, Tolstoj, ma nessuna personalità sovrasta come quella di Dante, poeta medievale e moderno, italiano ed europeo. Nessun poeta – antico o moderno – ha avuto una personalità così vasta e formidabile come quella di Dante: egli non lascia posto a nessun altro, egli occupa tutto lo spazio, egli occupa tutta la scena. Ma egli riesce a non soffocarci. Perché egli si pone molto più in alto, perché egli è il genio solitario, e solo così può abbracciare tutto il reale. Sì, Dante è il poeta di tutto il tempo e di tutto lo spazio. Per questo egli è sempre un contemporaneo. Perché egli è tutto, il mistico, la guida, il viaggiatore folle verso la purezza, il poeta e il profeta chiamato dall’alto per salvare l’umanità, lui, l’eterno viandante dell’Aldilà.

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