Parlate di liberazione il 25 aprile ma il resto dell’anno accettate la perdita di tutte le sovranità

Parlate di liberazione il 25 aprile ma il resto dell’anno accettate la perdita di tutte le sovranità

di Mariana Buson

FESTEGGIATE LA DEMOCRAZIA E NON AVETE FATTO NULLA IN QUESTI ANNI QUANDO È STATA DURAMENTE ATTACCATA

Festeggiate la democrazia e non avete fatto nulla in questi anni quando è stata duramente attaccata, festeggiate la libertà e non vi scandalizzare se chi non la pensa come voi è costretto a scendere in piazza con tanto di scorta armata per poter manifestare il proprio pensiero, giudicate una forma di governo e un pensiero politico in base al numero di morti e non vi rendete conto che, sotto questa Repubblica liberale, ne contiamo sei milioni; parlate di Patria e di liberazione, ma solo il 25 aprile, perché tutti gli altri giorni dell’anno accettate – addirittura con gioia – che la vostra Sovranità cada in mano a chi negli ultimi vent’anni si è arricchito sulla pelle delle nostre famiglie e delle nostre aziende.

Chiamate i partigiani eroi, ma dimenticate che gli eroi non puntano la pistola alla tempia di padri di famiglia dicendogli di scavarsi la fossa, parlate dell’eccidio di Marzabotto, ma dimenticate Codevigo e tutti gli altri paesi dove, a guerra finita, bande di partigiani armati si sfogarono sulla popolazione inerme; festeggiate la liberazione, ma vi dimenticate di Giuseppina Ghersi, tredicenne brutalmente uccisa dai partigiani per aver vinto un riconoscimento durante il ventennio per i suoi meriti scolastici, di Rolando Rivi, quattordicenne ucciso in odium fidei e Norma Cossetto, istriana poco più che ventenne la cui tragica storia viene raccontata nei minimi dettagli in uno dei tanti film che avete censurato in questi anni per paura che venisse fuori un’altra Verità, diversa da quella che avete sempre raccontato.

Parlate di occupazione, di cacciata del nemico tedesco e non vi curate che da settant’anni le nostre terre giuliane e dalmate aspettano invano di essere chiamate di nuovo Italia.
Conoscete il 25 aprile, ma vi serve Google per sapere cos’è successo il 4 novembre e il 17 marzo, perché voi del Tricolore ve ne ricordate solo per 24 ore, mentre noi ce l’abbiamo non solo sul balcone ma soprattutto in mente e nel cuore anche tutti gli altri giorni dell’anno.

Siete felici se qualche vostro parente è stato partigiano, ma non vi rendete conto che, nella maggior parte dei casi, prima di essere partigiano è stato fascista pure lui, perché, come disse Churchill: “Bizzarro popolo quello italiano: un giorno 45 milioni di fascisti e il giorno dopo 45 milioni di antifascisti e partigiani, eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti”.

Non si finisce una guerra iniziando un’altra guerra, non si risponde alla violenza di un nemico ormai cacciato sfogando il proprio odio sulla popolazione inerme e se lo si fa non ci si guadagna il merito di essere celebrati.
L’Italia non ha vinto la guerra e non l’ha vinta nemmeno chi all’ultimo è saltato sul carro del vincitore ed è per questo che non ha senso festeggiare una giornata che mise fine ad un biennio tremendo e triste ma diede inizio ad un’epoca comunque disperata, perché chi ama l’Italia non celebra una sconfitta. L’unica Guerra Mondiale che abbiamo vinto l’abbiamo vinta il 4 Novembre e non è la Seconda.

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