Il capitalismo è funesto ed informe

di Martino Mora 

LA CONCEZIONE CRISTIANA DELLA STORIA – E A MAGGIOR RAGIONE QUELLA CONTRORIVOLUZIONARIA – RITIENE CHE LA STORIA SIA DIRETTA DA DUE FORZE ANTAGONISTE


Molte persone fraintendono la concezione cristiana della storia, scambiandola per “idealista”, accusando di “materialismo storico” chi non pensa che siano solo le idee, o soltanto le idee, a cambiare il mondo.

Al contrario, la concezione cristiana della storia – e a maggior ragione quella controrivoluzionaria – ritiene che la storia sia diretta da due forze antagoniste. Una è la Provvidenza divina, che opera anche indipendentemente dalla volontà umana. L’altra sono le concupiscenze (la Cupiditas), contro la quale, nel cuore dell’uomo, combatte la Grazia.

E’ quindi evidente come la cupiditas scatenata sia storicamente all’origine di un sistema socio-economico erroneo, che a sua volta la fomenta instancabilmente. Questo sistema socio-economico erroneo si chiama “capitalismo”. Ma potremmo chiamarlo, se preferiamo, “mercatismo” (Tremonti) o “economia concorrenziale tecnico scientifica” (Nolte). Da quando è divenuto mondiale, esso coincide in gran parte con la “globalizzazione”.

Aristotele, che ne vedeva i propromi nello spirito mercantile dell’antichità, lo definiva “crematistica”. E’ l’economia smisurata, senza limiti. E come tutto ciò che è simisurato, è funesto ed informe. Non è certo l’economia il male. Ma la sua assenza di limiti. Il capitalismo non ha limiti.

L’attuale primato assoluto della finanza e della plutocrazia sono solo l’ultimo gradino dell’ipertrofia economicistica del mondo moderno, da cui dipendono molti (anche se non tutti) dei mali presenti. Compresa la secolarizzazione, lo svuotamento della dimensione trascendente. E’ difficilmente contestabile la constazione che nel mondo moderno i principi spirituali sono retrocessi man mano che acquisivano rilevanza i valori materiali.

La plutocrazia finanziaria che tutti ci domina (se ne sia o meno consapevoli) è solo il necessario compimento di un sistema sovversivo che trae della triplice concupiscenza (avidità in primis, poi superbia e lussuria) il suo inesauribile alimento.

La chiave negativa della storia non sono nè le idee (visone idealista) nè i fattori materiali (visone economicista) sganciati dalle passioni umane. Ma le passioni umane disordinate e non temperate, che ovviamente spingono l’uomo soltanto verso la materia.

 

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C’è pure la “stupiditas”, del tutto e subito.