Oggi il Vangelo ci fa riflettere sul valore del tempo

di Giuliva di Berardino 

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Gv 16, 16-20
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

L’espressione con cui si apre questo brano del Vangelo di oggi ci fa riflettere sul valore del tempo. Percepiamo dalle parole di Gesù che sta indicando con “un poco” il tempo che Lui ha vissuto su questa terra, come se fosse un attimo in cui Egli, come persona, scompare e riappare.

Ma perché Gesù mette in relazione il senso della vista della sua persona e il tempo che scorre, per dirla con i primi filosofi greci? Certamente per preparare il cuore dei suoi ascoltatori a vivere un passaggio che riguarda la fede: il passaggio dalla vista alla visione. In relazione al tempo, intuiamo che la vista ci fa puntare un obiettivo, è direzionale ed ha bisogno di tempo, mentre la visione è generale, ci fa percepire il tutto e può avvenire anche in un attimo.

Ora, le parole di Gesù oggi ci mostrano che, per vivere di fede, abbiamo bisogno di entrambe le implicazioni visive del tempo. Pensiamo a San Paolo! La sua esperienza è stata emblematica: ha perso la vista sulla via di Damasco, ma è proprio su quella stessa via che ha potuto aver accesso alla visione del Risorto. Insomma, per comprendere il valore della relazione vista-tempo, è necessario fare esperienza della Risurrezione.

Ecco perché i discepoli non capiscono: non hanno ancora accolto la Luce della Pasqua! E infatti Gesù non risponde ai loro dubbi scaturiti da questa incomprensione sulla vista e il tempo, potremmo dire sulla realtà sensibile in rapporto alla vita risorta, ma li invita alla fiducia con queste parole: «la vostra tristezza si trasformerà in gioia». A dire che alla tristezza dell’assenza, della fine e della disperazione è contrapposto un tempo in cui tutto sarà capovolto.

Questa esortazione alla fiducia è anche per noi oggi: è necessario “ancora un po’” e tutto cambierà prospettiva e ci colmerà il cuore di felicità. Alziamo lo sguardo! La potenza della Risurrezione, la luce della gloria che invade le nostre esistenze e stravolge le nostre vite, rallegrandoci nel profondo. Riceviamo questa promessa di felicità, di gioia, e apriamo il cuore e la mente, oggi, alla gioiosa speranza della Risurrezione!

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