Il governo cinese implementa un sistema di identificazione digitale per i religiosi

di Angelica La Rosa

LA DITTATURA COMUNISTA VUOLE MANTENERE UN MECCANISMO DI CONTROLLO RIGIDO E SERRATO


Il governo comunista cinese sta implementando un sistema di identificazione digitale per i sacerdoti. Inizialmente avevano costretto ad aderire solo monaci taoisti e buddisti, ma adesso si stanno “unendo” sacerdoti cattolici, pastori protestanti e imam musulmani. In questo sistema di verifica online per religiosi, ognuno di loro si registra con un file, che comprende i dati del proprio nome, sesso, titolo, denominazione religiosa e numero di matricola, e ogni file è associato a un numero di telefono. Tutte le confessioni religiose, compresa la Chiesa cattolica in Cina, si devono impegnare a mantenere aggiornati e in ordine i propri dati di registrazione.

Per chiarire i dubbi sul perché il governo cinese abbia iniziato ad attuare questa misura, l’agenzia ufficiale Xinhua ha riferito che si tratta di uno strumento con cui convalidare che tutti i ministri religiosi che esercitano nel Paese siano autentici e, quindi, evitare truffe. “Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi casi di persone che hanno tentato di lucrare rivendicando fraudolentemente una falsa identità monastica, e così facendo hanno “screditato gravemente l’immagine della comunità religiosa, turbando l’ordine pubblico, danneggiando la salute e l’economia e risorse patrimoniali dei cittadini, con un impatto sociale estremamente negativo”, afferma la stessa fonte.

Tuttavia, essendo un governo comunista, questo metodo può essere utilizzato anche in modo che le autorità possano controllare più facilmente le diverse chiese e confessioni religiose, avendo già individuato ciascuno dei loro leader.

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