QUANTO È DIFFICILE “CAMPARE” IN ITALIA!

di Gian Piero Bonfanti

MOLTA GENTE CERCA DI VIVERE SOTTO LA SOGLIA DI POVERTÀ

Oggi siamo distratti dai notiziari e così non ci rendiamo conto del fatto che il costo della vita ci sta riducendo ad un livello di povertà, con un conseguente incremento potenziale di evasori.

Possiamo considerare che mediamente una persona, giovane o adulta che sia, solo per mangiare spenda in media (tra colazione, pranzo e cena) almeno 10 euro al giorno? Questo naturalmente centellinando la spesa e non lasciandosi tentare da leccornie o altro.

Di media quindi una famiglia di 4 persone spende circa 1.200 euro al mese solo per la spesa base (includendo, pure, tutti i prodotti per la pulizia e per l’igiene).

Naturalmente, per cercare di stare in questa somma è necessario essere molto accorti nella spesa ed acquistare i prodotti da supermercati che hanno “prezzi abbordabili”, cosa sempre più rara considerato che anche i cosiddetti discount si sono adeguati al costo della vita.

Poi ci sono le utenze, gli affitti o le rate del mutuo, l’abbigliamento, eventuali spese extra (un elettrodomestico, una cena o un aperitivo imprevisto, un compleanno o altro).

Lo stipendio medio mensile italiano viene attestato intorno alle 1.700 euro, ma sappiamo che le medie vengono calcolate considerando gli importi massimi percepiti sommandoli agli stipendi minimi e dividendo il tutto per i percettori di reddito.

In sintesi, prendendo in considerazione famiglie monoreddito, molta gente vive con entrate sotto la soglia di questa cifra, quindi in una condizione dove i costi superano di gran lunga gli utili.

Allora si è diffusa l’idea che una famiglia non può permettersi di essere monoreddito, e quindi bisogna lavorare almeno in due. Ma anche in questo caso le spese aumentano esponenzialmente: doppi costi di trasferimento, pasti consumati separatamente, quindi con maggior esborso, eventuali costi di supporto alle famiglie con bimbi piccoli (baby sitter, asili).

È vero, il mercato si muove, ma la famiglia è sempre più “schiavizzata”.

E allora ecco che si ricorre ai piccoli gruzzoletti, ai risparmi, alle eredità, ai prestiti ed altro.

Questi soldi però sono destinati ad esaurirsi presto, ad essere “prosciugati”.

Un sistema nel quale la famiglia è considerata solo come produttrice di reddito per lo stato: la famiglia è come una mucca da mungere.

A questo punto non ci si stupisce del fatto che esista una grossa piaga sociale, ossia l’evasione fiscale.

In questi giorni assistiamo al dibattito sul reddito di cittadinanza, ed alla soppressione di questa ingente quantità di danaro, molto spesso ingiustamente elargita.

In un articolo del Sole 24 ore vengono pubblicate le percentuali di accertamenti di illegalità in merito a questa disposizione diviso anche per regioni (https://amp24.ilsole24ore.com/pagina/AF64YyS).

Ciò che ci colpisce non sono tanto le regioni dove si sono registrate maggiori irregolarità, partendo dalla Calabria, Marche e Liguria, bensì la regione dove a fronte di una serie di controlli a campione sono stati registrati minori quantità di evasioni fiscali.

Parliamo del Trentino Alto Adige.

Considerato che vivere in questa regione non vuol dire avere dei prezzi più bassi del resto d’Italia, anzi…, ci chiediamo solamente come mai, a fronte di un risultato così soddisfacente, dove la gente non è costretta a delinquere evadendo fiscalmente o altro o ad indebitarsi per sopravvivere, il nostro Paese non prenda esempio da un un modello così virtuoso. La regione autonoma del Trentino Alto Adige è ben amministrata e le persone hanno il reddito pro-capite più alto, con conseguente miglior tenore di vita.

Sarebbe giunto quindi il momento, a nostro avviso, di considerare l’applicabilità della stessa organizzazione in tutte le 20 regioni di Italia senza più differenziazioni.

Non possiamo giustificare l’illegalità e quindi uno Stato ha il dovere di fornire soluzioni affinché non ci siano le basi per azioni illecite.

La soluzione non può essere solo la repressione, bensì è necessario fornire risposte e soluzioni ad un popolo che deve rinascere.

Per fare ciò è necessario lavorare per vivere, e non vivere per lavorare.

 

Foto di NoName_13 da Pixabay

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Purtroppo sono scelte studiate a tavolino dove la logica è calpestata dalla ideologia nemica di Dio, quindi dell’Uomo, quindi della famiglia, altrimenti non si spiegherebbe il tutto!

Tranquillo tanto se ti lamenti metteranno un extracomunitario a lavorare nella soglia della fame al tuo posto. Li fanno arrivare proprio per sostituirti.