Conosciamo San Noberto
di Mariella Lentini*
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TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Sant’Alessandro di Fiesole, Beato Arcangelo da Agnone, Santi Artemio e Candida, Beato Bertrando di Aquileia, San Bessarione, San Cerato (Cerazio) di Grenoble, San Claudio di Condat, San Colmoco (Colman), Beata Delfina di Pedralbes, Sant’Edonio, Beata Elisabetta d’Ungheria, Sant’Eustorgio II di Milano, Beato Falcone, San Gerardo Tintori da Monza, San Gilberto, San Giovanni di Verona, Santa Grazia, Beato Guglielmo Greenwood, San Iarlath, Sant’Ilarione il Giovane, Beato Innocenzo (Innocenty Jozef Wojciech) Guz, Beato Lorenzo de Masculis da Villamagna, San Marcellino Champagnat, Beata Maria Laura (Teresina Elsa) Mainetti, Santi Padri Mercedari di Avignone, Santa Paolina, Santi Pietro Dung, Pietro Thuan e Vincenzo Duong, Beato Pietro Giovanni Chambon, San Raffaele Guizar Valencia)
A volte il Signore, per farsi sentire, bussa alla porta degli uomini così forte, da lasciarli tramortiti. Solo un evento straordinario può risvegliarli dal loro torpore e condurli verso la conversione. Norberto, il cui nome in germanico significa “illustre del Nord”, è un giovane desideroso di divertirsi e di vivere nell’agiatezza. Nasce verso il 1080 a Xanten (Germania), in una nobile famiglia. Intrapresa la carriera ecclesiastica e diventato prete, frequenta la corte dell’imperatore Enrico V, tra banchetti, feste, comodità e lusso.
Un giorno una violenta tempesta si abbatte sul bosco che Norberto sta attraversando a cavallo. Un fulmine lo tramortisce lasciandolo, però, incolume. Quando rinviene è un altro uomo. Sente che Dio gli ha mandato un segnale. Norberto chiede al Signore che cosa voglia e si sente rispondere: «Abbandona il Male e fai il Bene». Pentito della sua condotta, il prete si spoglia di ogni suo avere e, a piedi scalzi, si dirige in Francia, da papa Gelasio II in esilio, per confessarsi e chiedergli il permesso di predicare.
Ottiene quanto richiesto e a Laon (Francia), nel 1121, fonda un monastero e l’Ordine dei Premostratensi, dal nome del luogo dove sorge il convento, la Valle Prémontré. Norberto e i suoi monaci indossano una tunica bianca, pregano giorno e notte, assumono poco cibo e vivono con l’essenziale, lavorano rendendo fertili i terreni, ospitano e curano poveri e orfani, divulgano tra le genti il Vangelo. Dai monaci “norbertini”, ai quali si aggiunge il ramo femminile, prenderanno spunto altre congregazioni che nasceranno nei secoli seguenti, come quella francescana e quella domenicana. Norberto predica, camminando scalzo anche d’inverno, in Francia, Belgio e Germania e nel 1126 viene nominato arcivescovo di Magdeburgo (Sassonia, Germania, sulle rive del fiume Elba).
Accetta l’incarico, ma evita ogni lusso per favorire i poveri. Per la sua opera di pacificatore tra diverse fazioni politiche e lotte civili, Norberto si merita l’appellativo di “Angelo della Pace”. Si narra, poi, che durante una Messa celebrata il giorno di Pasqua abbia guarito una non vedente. Muore a Magdeburgo nel 1134. È il patrono delle partorienti, per essere “rinato” a nuova vita. Il suo corpo riposa a Praga (Repubblica Ceca), nel Monastero di Strahov.
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