Eutanasia, la visione mortifera avanza
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EUTANASIA, LA VITA CONSIDERATA COME BENE DISPONIBILE
È il solito problema che si ripete continuamente. Quando si perde la concezione che la vita è un bene indisponibile si compiono le scelte più scellerate. L’uomo vuole autodeterminarsi, ponendosi al posto di Dio. Vuole determinare se, come e quando nascere, cambiare sesso, anche decidere di porre fine alle vita terrena.
Stiamo perdendo quella visione rivolta al trascendente e molti si fanno persuadere a fare “scelte” sempre più in linea con un pensiero dominante laicista e dissoluto.
Come succede per ogni business, inizialmente è stata creata la richiesta. Ogni problema legato alla nascita, alla qualità della vita o alla vera e propria esistenza è stato accentuato ed esasperato, sino al punto che ognuno vuole cercare spasmodicamente e a tutti i costi una “soluzione”, tralasciando l’oramai “indietrista” visione dell’affidamento a Dio.
Poi sono state proposte queste “soluzioni”, come aborto, cambio di sesso, divorzio, eutanasia.
Infine siamo stati bombardati da una propaganda che ci ha lasciato intendere che queste fossero le uniche soluzioni, anche se drastiche ed invasive.
Oggi si deve risolvere il problema delle nascite indesiderate, dei matrimoni difficili, del disorientamento sessuale, delle vite sofferenti, ed è nata la convinzione che l’uomo possa essere colui che decide per sé stesso.
Addirittura, alle volte, è qualcun altro che decide per noi (come è successo in Inghilterra, con Alfie Evans, Charlie Gard, ad esempio, in cui i giudici hanno deciso di togliere la vita a questi bambini per il loro “best interest” nonostante il parere contrario dei genitori).
Ma l’assurdo è che questa tendenza sta continuamente aumentando, e così ci troviamo a dover affrontare una deriva pericolosissima, anche perché tutto ciò è oramai in larga parte “desiderato”.
In prima linea e sempre più diffusa è la volontà di interrompere la propria permanenza terrena, adducendo il fatto che la vita possa non essere degna di essere vissuta o che le sofferenze possano essere giunte oltre la sopportazione consentita, cercando quindi quella che viene definita eutanasia, dal greco eu-thanatos, ovvero “buona morte”.
La soluzione non può essere la morte. Se vedo una persona con una pistola puntata alla testa cerco istintivamente di fermarlo, non lo invito a tirare il grilletto ed a sparare il colpo.
Tuttavia in Europa inesorabilmente continua a crescere quell’onda anomala suicida che vuole portare la nostra civiltà all’estinzione.
I dati sono allarmanti e sempre più paesi si stanno allineando al pensiero dominante.
Fino a qualche tempo fa, per fare un esempio, la frase ricorrente era “vado in Svizzera”, riferendosi alla possibilità di ricorrere alle pratiche eutanasiche consentite in quel paese. Oggi, ahimè, questa fase è più che superata in quanto molti paesi si stanno allineando a questa visione mortifera.
In Francia si stanno facendo passi importanti verso la legalizzazione della morte assistita. Nell’aprile scorso, ad esempio, il Governo francese ha presentato un progetto di legge per consentire ai malati terminali di assumere farmaci letali e mettere fine alla propria vita. Nel marzo scorso il parlamento scozzese ha presentato un disegno di legge per rendere legale l’aiuto alla morte, mentre il parlamento irlandese ha raccomandato al Governo di concedere la morte assistita a persone con un male incurabile.
In Spagna l’eutanasia attiva è consentita dal 2021 mentre in Austria l’aiuto al suicido si pratica dal 2022. In Italia, dove si è sempre convinti che questi temi siano lontani anni luce, già nel 2019 la Corte costituzionale ha aperto la strada al suicidio medicalmente assistito dando la possibilità ad un uomo di 44 anni, rimasto tetraplegico in seguito a un incidente stradale, di “porre fine alle proprie sofferenze”.
Nel 2023 anche il Portogallo è entrata nel gruppo dei paesi dove sono consentite queste pratiche, infatti il presidente conservatore Marcelo Rebelo de Sousa ha promulgato una legge che depenalizza l’eutanasia attiva e il suicidio accompagnato.
Seppur la maggioranza di questi paesi siano fortemente cattolici ecco che appare evidente che i governi di sinistra probabilmente contano più della convinzione fideistica.
Purtroppo questo tema è molto più attuale di quanto si possa pensare.