Il vescovo Santoro: “La Francia non è un paese cristiano”
di Bruno Volpe
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L’ARCIVESCOVO EMERITO DI TARANTO: “SE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SARÀ9 VOLTA AL PROFITTO CORREREMO DEI GRANDI RISCHI”
“Se usata bene è una grande possibilità, ma attenzione e cautela”. Così Monsignor Filippo Santoro, arcivescovo metropolita emerito di Taranto, parla di intelligenza artificiale, a margine del G7 recentmente svoltosi proprio in Puglia.
Eccellenza Santoro, va di moda l’intelligenza artificiale. Che ne pensa?
“Del progresso tecnologico non dobbiamo avere timore, sia ben chiaro. In quanto alla intelligenza artificiale, se ben usata, è una bella e grande possibilità che ci aiuta. Accade sempre così, penso alla rivoluzione industriale. Tuttavia l’intelligenza artificiale va usata con attenzione estrema e cautela”.
In che senso?
“Nel senso che non dobbiamo trasformarla prima di tutto in un idolo e soprattutto occorre ricordare che alla base di essa, sta pur sempre l’uomo e dunque dall’uomo dipende e non da se stessa”.
Comporta dei rischi?
“I rischi sono direttamente proporzionali all’uso corretto o non corretto che ne fa l’uomo. Se viene utilizzata con discernimento e soprattutto attenzione al bene comune non vedo pericoli, ma se al contrario l’intelligenza artificiale è volta al profitto o ad usi distorti, allora il rischio esiste e lo corriamo”.
È possibile che un uso esagerato o comunque distorto dell’I.A. faccia calare i posti di lavoro?
“Questa eventualità è stata presa in considerazione, ma sinceramente non la vedo praticabile o rilevante. Mi spiego. In effetti all’inizio potrà accadere un calo in alcuni settori, ma se frammenti del mondo del lavoro subiscono cali, sono del parere che altri se ne avvantaggeranno e dunque non vedo situazioni allarmanti “.
E allora?
“Bisogna usare la prudenza, essere cauti e utilizzare l’intelligenza artificiale a vantaggio del bene comune e soprattutto fare in modo che essa non diventi un fenomeno elitario, a vantaggio di pochi eletti, ma deve essere utile a tutti”.
Al G7, altro tema divisivo è stato quello dell’aborto. Il presisente francese Macron è arrivato ad affermare che è un diritto…
“Da due secoli e mezzo la Francia non è più un Paese cristiano e l’idea lodevole di laicità in quel Paese è diventata laicismo. Siamo davvero ben lontani dalla sana laicità di cui parlava correttamente Papa Ratzinger. Per essere chiari l’aborto, come l’eutanasia, non è considerabile mai diritto. Non siamo padroni della nostra vita, l’abbiamo avuta, è un dono di Dio, e nessuno ha il diritto di disporne. Bisogna sempre difendere la sacralità della vita umana, sia dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e da chi pensa che un nascituro possa essere eliminato a piacimento o che la vita terminale non conti niente e dia fastidio perchè non produce ricchezza”.
Che cosa è l’aborto dunque?
“Una grave offesa alla sacralità della vita e cito le parole del Papa che al riguardo dice che l’aborto è come armare la mano del sicario. Soltanto che le parole del Papa, quando si occupa con chiarezza ed energia di questi temi vengono sottovalutate o ignorate dalla stampa, mentre altri temi sono enfatizzati. In questo la responsabilità è anche dei media”.