Società sempre più divise e radicalizzate
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IL PROBLEMA DELLA POLARIZZAZIONE SOCIALE
La polarizzazione sociale si riferisce al processo attraverso il quale le opinioni e le ideologie all’interno di una società diventano sempre più divise e radicalizzate, creando due o più gruppi con posizioni opposte e poca tolleranza reciproca. Realizzare una polarizzazione su qualsiasi argomento è il modello comunicativo principale intrinseco utilizzato dai social. Ormai anche i media tradizionali come i quotidiani e i telegiornali si sono adeguati. Si fa fatica, molta fatica, a spiegarsi perché le persone che hanno interiorizzato questo modello riconoscono solo risposte emotive ad altrettante domande emotive. Diventa difficile parlare alle emozioni perché, appunto, le emozioni sono state abituate a trovarsi a proprio agio con le immagini mentali evocate da parole che bussano alla nostra “pancia” o visive evocate da foto e video. La spiegazione, la complessità, le pause e il silenzio nell’attesa di comprendere, non trovano posto. Si cerca e si impone l’immediatezza, la velocità, il grossolano.
Comprendere non è afferrare precipitosamente la prima risposta che passa o che viene suggerita dai venti costanti di questa polarizzazione. In tale contesto sociale la verità rischia di disperdersi e di non essere riconosciuta, diventando uno degli ingredienti della zuppa dell’industria culturale che continua a cuocere a fuoco lento le nostre coscienze. Una fonte di informazioni attendibile e documentata storicamente viene considerata come partigiana. In tal modo niente è più imparziale ma tutto è di parte. Tutto può essere vero e nulla lo è! Non si tratta solo della tendenza delle persone a cercare informazioni che confermino le loro convinzioni preesistenti e a ignorare o screditare quelle che le contraddicono, ma del nascondimento dei discorsi veri pur se proposti. Se Hitler e Stalin avevano paura, fino alla paranoia, degli intellettuali, dei libri, dei discorsi e persino di un volantino, oggi la verità può essere presentata, discussa, proposta utilizzando ogni mezzo comunicativo, ma non riesce a trovar posto nella società come “verità”, ma solo come parte del grande rigurgito del fascismo relativista, monoculturale modernista. Herbert Marcuse scriveva nel suo testo L’uomo a una dimensione che: “La società unidimensionale che si va affermando altera la relazione tra il razionale e l’irrazionale.”
Il discorso, l’argomentazione logica, il buon senso non potranno mai coincidere con il modello comunicativo della semplificazione e della polarizzazione che oggi si è imposto nelle menti delle persone. Se volessimo discutere di guerra in Ucraina, di Israele oppure di obblighi sanitari e nello stesso tempo volessimo raggiungere più persone possibili con il nostro messaggio, dovremmo far ricorso alla semplificazione, ai messaggi dall’impatto emotivo, immagini colorate ed evocative. Ma questa modalità è vincente per la polarizzazione di cui si discorreva innanzi, non invece per il ragionamento. La verità non verrà mai sconfitta, ciò che è falso soccombe dinanzi a ciò che è vero. Quello che, invece, sta subendo la sua totale disfatta è l’anima dell’individuo contemporaneo perché ha perduto la capacità di riconoscere la verità, di distinguere le luci dalle tenebre (“Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte”, Gen 1, 4-5).