Fare le Drag Queens e spogliarsi nei bar gay: così l’UE indottrina gli adolescenti
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E I CITTADINI EUROPEI PAGANO!
Agli adolescenti viene insegnato a vestirsi da drag queens e a spogliarsi nei bar gay, tutto finanziato dall’Unione Europea. Siete sorpresi? Un workshop del programma Erasmus+ chiamato “Dragtivism Jr” (unione delle parole inglesi “drag” e “activism”), rivolto a minorenni di età compresa tra i 14 e i 17 anni, è previsto da ieri, primo settembre, fino al 10 settembre a Girona, in Spagna.
Si tratta di un campo estivo residenziale in cui ai giovani partecipanti viene insegnato a vestirsi da drag queen, a “esplorare il proprio alter ego”, a “imparare nozioni riguardanti la storia queer e l’identità di genere” e, soprattutto, a essere attivisti LGBT.
Addirittura tra gli obiettivi dell’iniziativa c’è anche “Imparare alcune abilità relative all’arte del drag che possono anche supportare future opportunità di impiego”. Questi minori vengono “avviati” alla carriera di drag queen. Vi rendete conto? È pura follia…ma è tutto vero! E, pensate un po’, tra i pochi “fortunati” Paesi dell’UE coinvolti nell’iniziativa c’è anche l’Italia.
Sì, avete capito, bene, dei minorenni italiani potrebbero partecipare a questo orribile laboratorio di lavaggio del cervello che viene finanziato dall’UE in collaborazione con associazioni e gruppi LGBT radicali provenienti da diversi Paesi, tra cui l’Italia. Vengono i brividi solo a pensarci, ma l’esposizione a questo tipo di sessualizzazione rende i minori dei bersagli particolarmente vulnerabili per i predatori.
Lo spettacolo finale di un campo dello stesso progetto tenutosi all’inizio di quest’anno ha visto un sedicenne poco vestito che ballava con movenze evidentemente sessuali sul palco di un bar gay. A lui si è unita una ragazza che indossava solo biancheria intima e nastro adesivo sui capezzoli. Video e immagini delle performance sessuali di questi minori sono stati pubblicati online. Noi non possiamo pubblicarli per decenza!
Questo è ciò che l’UE sta finanziando! È un palese abuso. Ma c’è di peggio! Iniziative del genere sono specificamente rivolte a giovani provenienti dai Paesi più conservatori, di solito cattolici, dove l’ideologia LGBT non ha avuto lo stesso successo rispetto ad altri Paesi europei. Questi ragazzi vengono “formati” al campo di indottrinamento radicale per poi tornare nei loro Paesi come burattini attivisti della pericolosa lobby LGBT. Dopo aver completato il corso, i partecipanti sono infatti incoraggiati a fare attivismo nel loro Paese. Grazie al know-how, ai finanziamenti e alle connessioni con i principali gruppi di attivisti LGBT di tutta Europa, vengono poi “utilizzati” per diffondere l’agenda LGBT nel loro Paese.
Non si tratta solo di un disgustoso lavaggio del cervello, ma anche di un palese adescamento di minori! E volete sapere chi paga per questo? Tutti i cittadini europei che pagano le tasse. L’UE ha speso 35.730 euro solo per il progetto Dragtivism Jr e quasi 2,5 milioni di euro per altri progetti LGBT sotto l’Erasmus+. Speravano che questo passasse inosservato. Stavano tenendo questi progetti in sordina, radicalizzando lentamente i nostri giovani. Ebbene, in molti se ne sono accorti!
“Seminari sulla decostruzione del gender, formazione sull’attivismo Lgbtqi+, laboratori sulla storia e sulle figure iconiche del Drag, assieme a un team di facilitatori Drag. Ecco il menù che il progetto DragTivism Jr, un’iniziativa finanziata dall’Ue nell’ambito del programma Erasmus+, vuol proporre ai minori dai 14 ai 17 anni“, si legge in una nota dell’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Paolo Inselvini. Il medesimo esponente politico ha quindi annunciato di aver presentato un’interrogazione alla Commissione europea, insieme al copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, al capo delegazione di FdI Carlo Fidanza, ai colleghi Sergio Berlato, Stefano Cavedagna, Carlo Ciccioli, Alessandro Ciriani, Giovanni Crosetto, Elena Donazzan, Pietro Fiocchi, Alberico Gambino, Chiara Gemma, Mario Mantovani, Giuseppe Milazzo, Denis Nesci, Michele Picaro, Daniele Polato, Marco Squarta, Francesco Torselli, Francesco Ventola.
L’obiettivo dell’interpellanza – spiegano da Fratelli d’Italia – è quello di “chiedere di interrompere il progetto, impedendo che fondi pubblici europei siano utilizzati per finanziare progetti che rischiano di esporre i più giovani all’ideologia gender e all’attivismo Lgbtqi+“. Nei giorni scorsi, anche l’associazione Citizengo aveva aperto una petizione online per chiedere alla Commissione Ue di bloccare subito il programma. Ora Fdi ed Ecr offrono una sponda politica a quell’istanza, con l’intenzione di chiedere anche maggiore chiarezza sui finanziamenti europei a simili progetti.
“Nel contesto della medesima interrogazione – si legge infatti nella nota dell’europarlamentare Inselvini – abbiamo anche chiesto come si intenda garantire che i progetti finanziati da Erasmus+ rispettino pienamente l’integrità e il benessere psicologico dei minori coinvolti, e in che modo si verifichi il coinvolgimento e il consenso informato dei genitori prima di approvare la partecipazione dei minori a progetti che trattano tematiche così controverse“. Poi l’ulteriore sfogo politico: “Siamo stanchi di questi finti progetti educativi, pagati con soldi pubblici, che altro non sono che forme di indottrinamento ideologico. A Bruxelles pensino a diffondere i veri valori europei, la solidarietà, la dignità umana, la pace; altro che queste follie in salsa woke“.
E Fdi ha fatto sentire il proprio dissenso anche dal nostro Parlamento. “Il progetto DragTivism Jr, inserito nel programma Erasmus+ va assolutamente bloccato. Non si può avallare, e ancor peggio finanziare con soldi pubblici, un’iniziativa che rischia di esporre minori a una pericolosa ideologizzazione, senza peraltro coinvolgere i genitori“, ha sottolineato in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Grazia Di Maggio, componente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, esprimendo il proprio appoggio agli europarlamentari che hanno presentato l’interrogazione alla Commissione europea contro il progetto in questione.
“Assurdo che l’Europa finanzi coi nostri soldi, oltre 35mila euro, un progetto come questo, che punta a ragazzi non ancora maggiorenni per instradarli a diventare drag queen. E queste sarebbero le priorità di Bruxelles?”, ha denunciato l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri. La leghista ha annunciato di aver presentato un’interrogazione al governo europeo guidato da Ursula von der Leyen per chiedere spiegazioni sull’utilizzo di fondi europei per programmi di questo tipo, e se Bruxelles prevede altri investimenti simili nei prossimi mesi.