In Russia le attività missionarie sono limitate
A cura dell’ACS ITALIA – Aiuto alla Chiesa che Soffre*
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FEDERAZIONE RUSSA: QUADRO GIURIDICO RELATIVO ALLA LIBERTA’ RELIGIOSA ED EFFETTIVA APPLICAZIONE
La Costituzione russa del 12 dicembre 1993 dichiara agli articoli 14 e 28 che la Federazione Russa è uno Stato laico che garantisce la libertà di religione o di credo. L’articolo 14 (paragrafo 1) sancisce che «la Federazione Russa è uno Stato laico. Nessuna religione può essere riconosciuta come religione di Stato o come obbligatoria» e al paragrafo 2 che «le associazioni religiose sono separate dallo Stato e sono uguali dinanzi alla legge». L’articolo 28 aggiunge che «ad ogni individuo sono garantite le libertà di coscienza e di religione, che com prendono il diritto di professare individualmente o collettivamente qualsiasi religione, o di non professarne alcuna, e di scegliere, avere e diffondere liberamente le proprie convinzioni religiose e di altro genere e di agire in conformità ad esse». L’articolo 19 (paragrafo 2) garantisce l’uguaglianza dei diritti e delle libertà umane e civili indi pendentemente dalla religione professata o dalle convinzioni, aggiungendo che «è proibita ogni forma di limitazione dei diritti umani per motivi sociali, razziali, nazionali, linguistici o religiosi». L’articolo 13 (paragrafo 5) e l’articolo 29 (paragrafo 2) vietano la promozione di ostilità sulla base di quattro diverse motivazioni. L’articolo 13 (paragrafo 5) afferma che «è proibito fomentare con flitti sociali, razziali, nazionali e religiosi». L’articolo 29 (paragrafo 2) dichiara che «sono proibite la propaganda o le agitazioni che suscitano odio e ostilità sociale, razziale, nazionale o religiosa» così come è proibito propagandare la supremazia per uno di questi motivi. L’articolo 30 (paragrafo 1) afferma che «ogni persona ha il diritto di associarsi». L’articolo 59 (paragrafo 3) prevede il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare. In esso si afferma che «nel caso in cui le loro convinzioni o credenze religiose siano contrarie al servizio militare e negli altri casi stabiliti dalla legge federale, i cittadini della Federazione Russa hanno il diritto di sostituirlo con un servizio civile alternativo».
Nel gennaio 2020, sono state proposte modifiche alla Costituzione del 1993, approvate dal Parla mento russo e, per conferire legittimità pubblica, è stato indetto un referendum che ha permesso agli elettori russi di esprimersi sulla riforma costituzionale. Secondo la Commissione elettorale centrale russa, i risultati del 1° luglio 2021 hanno indicato che il 78 per cento ha votato a favore, con un’affluenza del 65 per cento degli aventi diritto. Incluso in un pacchetto di oltre duecen to modifiche, un emendamento ricorda la storia ancestrale della Russia e gli «ideali e la fede in Dio» trasmessi dagli antenati del Paese. Si tratta dell’unico riferimento esplicito a Dio nella Costituzione che, secondo una sentenza della Corte Costituzionale, non viola la natura laica del governo né lede la libertà religiosa, bensì sottolinea il «ruolo socio-culturale della religione nella formazione e nello sviluppo della nazione». Tra le ulteriori modifiche costituzionali vi è il riconoscimento dell’attuale Stato come successore dell’Unione Sovietica: «La Federazione Russa è il successore legittimo dell’Unione della Repubblica Socialista Sovietica all’interno del suo territorio, nonché in relazione all’appartenenza alle organizzazioni internazionali e ai loro organi, alla partecipazione ai trattati internazionali, e agli obblighi dell’Unione della Repubblica Socialista Sovietica previsti dai trattati internazionali e ai suoi beni esistenti al di fuori del territorio della Federazione Russa» (articolo 67, paragrafo 1). L’affermazione presuppone non solo una successione giuridica (compreso il territorio dell’ex Unione Sovietica), ma anche, nel secondo paragrafo, che la Federazione Russa si riconosca come erede della tradizione millenaria della Santa Rus’: «La Federazione Russa, unita da una storia millenaria, conservando la memoria degli antenati che ci hanno trasmesso gli ideali e la fede in Dio, così come la continuità nello sviluppo dello Stato russo, riconosce l’unità statale storicamente stabili ta » (articolo 67, paragrafo 2).
La “Legge sulla libertà di coscienza e di associazione religiosa” del 1997 (con emendamenti nel 2019 e nel 2021) funge da pilastro principale della legislazione religiosa. Nel Preambolo si affermano i diritti individuali alla libertà di coscienza, alla libertà di professione religiosa e all’uguaglianza davanti alla legge, indipendentemente dall’appartenenza religiosa e dalle convinzioni religiose. Per quanto riguarda i gruppi religiosi, invece, la legge riconosce quattro «religioni tradizionali»: il Cristianesimo (per cui si intende la Chiesa ortodossa russa), l’Islam, l’Ebraismo e il Buddismo. All’atto pratico, la Chiesa cattolica romana e la Chiesa luterana sono generalmente trattate come religioni tradizionali russe e vengono invitate a partecipare agli eventi ufficiali. La normativa sottolinea tuttavia il ruolo speciale della Chiesa ortodossa russa per il suo contributo storico alla spiritualità e alla cultura del Paese.
La legge stabilisce tre diverse categorie di entità religiose: gruppi religiosi (RG), organizzazioni religiose locali (LRO) e organizzazioni religiose centralizzate (CRO) (articolo 6).
I gruppi religiosi de facto (RG) hanno il diritto di celebrare riti e cerimonie religiose, svolgere ser vizi di culto e insegnare le proprie dottrine. Non sono registrati presso il governo e quindi non hanno personalità giuridica. Ciononostante, quando un gruppo inizia a svolgere le proprie attivi tà, deve notificarlo alle autorità locali. I gruppi non possono aprire un conto bancario, costruire, comprare o affittare locali, né pubblicare o importare materiale religioso, ricevere benefici fiscali o offrire assistenza religiosa nelle prigioni, negli ospedali di proprietà statale o nelle forze armate (articolo 7).
Per essere riconosciuto come organizzazione religiosa locale, un gruppo religioso deve essere composto da non meno di 10 persone di età superiore ai 18 anni che risiedono permanentemen te in una determinata area. Le organizzazioni religiose locali devono essere registrate sia a livello federale che locale e sono autorizzate ad accendere conti bancari, acquistare e possedere o affit tare edifici per scopi religiosi, acquistare, importare, esportare e diffondere letteratura religiosa, possono usufruire di benefici fiscali e di altro tipo, e celebrare cerimonie religiose nelle prigioni, negli ospedali e nelle forze armate. Per poter essere registrate, le organizzazioni religiose centralizzate devono essere composte da non meno di tre organizzazioni religiose locali. Tali organizzazioni centralizzate godono degli stessi diritti di quelle locali. Inoltre, dopo 50 anni di esistenza e attività nel Paese, possono in cludere la parola “Russia” (o l’aggettivo “russo” nelle diverse declinazioni) nel loro titolo ufficiale (articolo 8, paragrafo 5). Inoltre, possono anche creare organizzazioni religiose locali loro affiliate senza alcun limite temporale.
Al fine di registrarsi, le organizzazioni religiose sia locali che centralizzate sono tenute a fornire: «una lista dei fondatori dell’organizzazione e dell’organo direttivo, con relativi indirizzi e informa zioni contenute nei passaporti; lo statuto dell’organizzazione; i verbali della riunione di fondazione; la certificazione dell’organizzazione religiosa centralizzata (nel caso di quelle locali); una descrizio ne della dottrina, delle pratiche, della storia e degli atteggiamenti dell’organizzazione nei confronti della famiglia, del matrimonio e dell’educazione; informazioni circa la sede legale dell’organizzazio ne; la ricevuta del pagamento delle tasse governative; e uno statuto, o documenti di registrazione del corpo direttivo, nel caso di organizzazioni i cui uffici principali si trovino all’estero».
Prima di poter nominare un cappellano ufficiale per un gruppo religioso specifico, il Ministero della Difesa richiede che i membri di questo gruppo religioso siano almeno il 10 per cento di un reparto militare.
Il 6 giugno 2016, la legge del 1997 è stata modificata dal cosiddetto “Pacchetto Yarovaya” (374- FZ e 375-FZ). La deputata russa Irina Yarovaya, insieme al senatore Victor Ozerov, ha promosso un progetto di legge antiestremismo e antiterrorismo. In Russia, la minaccia dell’estremismo e del terrorismo è reale. Ciò è dovuto a due diversi fattori: i tentativi di radicalizzare la comunità musulmana russa dall’esterno e la politica russa nei conflitti armati, in particolare quelli in atto in Cecenia, Georgia, Ucraina e Siria. Tuttavia, questa pur reale minaccia è spesso usata come un pretesto per azioni che mirano a rafforzare la sicurezza del potere autoritario e a garantire la stabilità sociale attraverso un più intenso controllo e limitazione delle libertà civili. Nell’ambito della poli tica russa di “securizzazione”, la competenza dei servizi speciali viene ampliata quasi ogni anno, e si può osservare in particolare un aumento dell’«autoritarismo digitale». La strategia 2017-2030 per lo sviluppo della società dell’informazione nella Federazione Russa, adottata nel 2017, mo stra come la sicurezza non sia l’unico obiettivo politico. Il documento sottolinea anche «i tradizio nali valori spirituali e morali russi e l’osservanza delle [corrispondenti] norme comportamentali nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione». Il concetto russo di sicurez za comprende sia la sicurezza materiale che quella culturale associata alla stabilità dell’ortodos sia. Per questo motivo, i gruppi religiosi “stranieri”, pur non costituendo una minaccia in termini pratici, sono solitamente considerati come rappresentanti di una cultura estranea e ostile.
Gli emendamenti Yarovaya hanno aumentato le restrizioni alla religione nell’ambito delle leg gi antiestremismo. In base a questi emendamenti, le «attività missionarie» sono state ridefinite con il conseguente divieto di predicare, pregare, diffondere materiale e rispondere a domande sulla religione al di fuori dei luoghi designati e specialmente nei locali residenziali (articolo 24, paragrafo 1 [2,3]). Qualsiasi attività missionaria svolta in locali, edifici e strutture appartenenti a un’altra associazione religiosa, così come sul terreno su cui si trovano tali edifici e strutture, è vietata, fatto salvo il consenso scritto dell’organo direttivo della rispettiva associazione religiosa (articolo 24, paragrafo 1 [4]). In un altro emendamento (articolo 24, paragrafo 2 [3-5]) si dispone che i russi debbano ottenere un permesso governativo attraverso un’organizzazione religiosa registrata per poter condividere il loro credo attraverso attività missionarie. Tali restrizioni si applicano anche alle attività in residenze private e online (articolo 24, paragrafo 1 [1]). Pertanto, predicare il Vangelo per strada o pregare collettivamente in abitazioni private, pratica comune per molte denominazioni protestanti, è generalmente vietato.
Sussistono anche restrizioni alle attività religiose intraprese dagli stranieri. La legge Yarovaya sta bilisce che i missionari stranieri devono dimostrare di essere stati invitati da un’organizzazione religiosa registrata dallo Stato e possono operare solo nelle regioni in cui le loro organizzazioni sono registrate (articolo 24 paragrafo 2 [3-4]). Le persone riconosciute colpevoli di violazione della legge anti-estremismo rischiano multe fino a 780 dollari per un individuo e fino a 15.500 dollari per un gruppo o un’organizzazione. I cittadini stranieri possono anche essere espulsi. Per maggiori dettagli sulla Legge Yarovaya, si consulti il Rapporto 2021 sulla libertà religiosa nel mondo di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.
Il 5 aprile 2021, il Presidente Vladimir Putin ha approvato degli emendamenti alla Legge sulla Libertà di Coscienza e di Associazione Religiosa del 1997, che richiede la certificazione russa del clero e del personale religioso formatosi in organizzazioni educative straniere, attraverso programmi professionali aggiuntivi (tra cui la formazione «nell’ambito delle basi delle relazioni stato-confessionali»), per proibire la guida di gruppi religiosi da parte di persone ritenute estre miste o terroriste, e imporre una rendicontazione più frequente15. Come espresso da Sergey Ga vrilov, capo del Comitato della Duma di Stato per lo sviluppo della società civile e le questioni delle associazioni pubbliche e religiose, il requisito della formazione supplementare e dell’autenticazione del clero istruito all’estero è «volto a proteggere la sovranità spirituale della Russia».
Legge sulla blasfemia
Il 29 giugno 2013 è stata promulgata la cosiddetta “legge anti-blasfemia”, che criminalizza gli atti che offendono i sentimenti religiosi dei credenti. L’articolo 148 del Codice Penale prevede una multa fino a un anno di reclusione, oppure i lavori forzati, per chi compie «azioni che dimostrano mancanza di rispetto per la società, se compiute con lo scopo di offendere i sentimenti religiosi dei credenti». L’«insulto ai sentimenti religiosi» era precedentemente punito dall’articolo 5.26 del Codice Amministrativo, anche se raramente applicato. Quando il reato è stato criminalizzato nel luglio 2013, questo articolo è stato modificato per includere la «deliberata profanazione pub blica di letteratura religiosa o liturgica, oggetti di venerazione religiosa, marchi o emblemi di simboli ideologici ed elementi rituali, oppure il loro danneggiamento o distruzione». Le pene comportano multe che sono state portate da 500-1.000 rubli a 30-50mila rubli, oppure un lavoro socialmente utile fino a 120 ore. Per i funzionari sono previste sanzioni pecuniarie da 100.000 a 200.000 rubli (dati del 2020).
Secondo un rapporto redatto dal “Global Legal Research Center”, la maggior parte dei casi le gati alla blasfemia sono perseguiti ai sensi dell’articolo 282 del Codice Penale, che vieta «le azioni volte a incitare all’odio [o] all’inimicizia – oppure a sminuire la dignità di una persona o di un gruppo di persone a causa della loro religione – [che] sono condotte pubblicamente o utilizzan do i mass media, o Internet». Queste azioni possono essere perseguite con multe di vario tipo, la vori forzati, divieti di svolgere attività professionali specifiche o reclusione da due a cinque anni.
Altre leggi
La “Legge federale sulla lotta all’attività estremista”, adottata il 25 luglio 2002, concede alle autorità il potere di censurare la libertà religiosa e di espressione, e di criminalizzare un ampio ventaglio di attività religiose. L’articolo 13 di questa norma prevede l’istituzione di una lista federale di materiali estremisti vietati. Poiché ogni tribunale può aggiungere materiali alla lista, un divieto giudiziario relativo ad un particolare articolo emesso in una città o regione sulla base del fatto che questo è stato ritenuto «estremista» può essere applicato in tutto il Paese. All’ini zio del 2020, la lista federale dei materiali estremisti vietati stilata dal Ministero della Giustizia comprendeva ben 5.018 articoli. A causa dell’ampiezza e dell’aggiunta di materiali classificati come estremisti, si può ipotizzare che vi sia un effetto simile alla repressione, dal momento che qualsiasi discorso in pratica può essere perseguito.
Episodi rilevanti e sviluppi
A novembre 2021, l’ONG per i diritti umani “Memorial” aveva identificato 340 persone come per seguitate per il loro credo religioso, con un netto aumento rispetto alle 228 persone registrate in tutto il 2020. Nei primi sei mesi del 2021, tra gli altri episodi di vandalismo a sfondo religioso, il “SOVA Center” ha riportato sette incidenti di vandalismo ai danni di siti religiosi: due ortodossi, due ebrei, due pagani e uno protestante. Il 15 novembre 2021, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha riconosciuto la Russia come «Paese che desta particolare preoccupazione» (CPC) ai sensi della Scheda informativa sulla Legge sulla Libertà Religiosa Internazionale «per le sue sistematiche, continue e gravi violazioni della libertà religiosa». L’inclusione della Federazione Russa in questa lista viene raccomandata dalla Commissione degli Stati Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale ogni anno, a partire dal 2017.
La maggior parte delle violazioni della libertà religiosa si verificano contro persone accusate di partecipare ad attività di gruppi religiosi vietati. Il numero di questi gruppi considerati “terrori stici”, “estremisti” o “non tradizionali” è considerevole. Tra le associazioni musulmane identificate come terroristiche vi sono l’organizzazione l’islamista turca Said Nursi, il movimento panislamico Hizb ut-Tahir, il Partito del Rinascimento Islamico del Tagikistan e la Tablighi Jamaat dell’India.
Anche gruppi come i Testimoni di Geova, il Falun Gong e la Chiesa di Scientology sono illegali perché ritenuti estremisti, mentre le «organizzazioni indesiderabili» proibite includono le chiese evangeliche, considerate colpevoli di proselitismo, sulla base del fatto che contravvengono alle leggi antislamiche Yarovaya.
Tra le entità designate come organizzazioni terroristiche vi è anche il gruppo Hizb ut-Tahrir. Se condo alcuni governi occidentali, Hizb ut-Tahrir si caratterizza come un’organizzazione che mira a stabilire un califfato islamico, ma che rinuncia alla violenza. Il Counter Extremism Project, tutta via, suggerisce che, sebbene il suo obiettivo dichiarato sia quello di convertire pacificamente le nazioni musulmane a sistemi politici islamisti, «i membri di Hizb ut-Tahrir sono collegati ad atti di violenza commessi in diversi Paesi». Il gruppo è stato bandito in Russia dalla Corte Suprema nel 2003. Tra gennaio e novembre 2021, secondo l’ONG “Memorial”, le autorità russe hanno condan nato, indagato o accusato 18 persone per presunta partecipazione all’Hizb ut-Tahrir.
Tra i gruppi religiosi classificati come estremisti o indesiderabili, quelli più discriminati sono i più piccoli – principalmente protestanti – accusati di attività missionaria illegale, per la quale di solito vengono imposte multe. Nel 2021, tuttavia, il governo russo ha dichiarato illegali quattro Chiese pentecostali e bandito e sciolto una Chiesa ortodossa non affiliata alla Chiesa ortodossa russa.
I Testimoni di Geova sono ancora considerati un’organizzazione estremista. Nel 2020, il “SOVA Center” ha riportato 146 azioni penali contro la comunità religiosa. Nel 2021, almeno 142 Testi moni di Geova sono stati imputati in procedimenti penali. Tra gli esempi del 2022, vi è quello di Nikolai Stepanov e Yuri Baranov, Testimoni di Geova, condannati dal Tribunale di Vologda il 5 settembre 2022 per aver partecipato alle attività di un’organizzazione estremista. Stepanov è sta to condannato a quattro anni di carcere e Baranov a quattro anni di libertà vigilata. L’8 settembre 2022, a seguito di un’irruzione in 13 case di Testimoni di Geova a Chelyabinsk, uno dei seguaci, Dmitriy Dolzhikov, è stato arrestato.
Nel febbraio 2021, una congregazione locale affiliata all’Unione dei Cristiani-Battisti Evangelici è stata bandita dal tribunale della città di Anapa. Il procuratore ha dichiarato che, dal 2018 al 2020, la comunità ha evangelizzato e distribuito materiali senza l’approvazione del Ministero della Giu stizia di Krasnodar Krai. Il gruppo ha tenuto regolarmente delle funzioni religiose per un massimo di 200 fedeli, ma presumibilmente si è rifiutato di registrarsi.
Nel febbraio 2021, un cristiano di 63 anni del villaggio di Kholmsk, nel Territorio di Krasnodar, è stato condannato a 7 anni e mezzo – il massimo della pena – per aver tenuto uno studio biblico online. Nel marzo 2021, il membro di una Chiesa evangelica battista di Novosergievka, Oblast’ di Orenburg, è stato accusato di svolgere attività missionarie illegali ai sensi dell’articolo 5.26. Era stato accusato di aver predicato e facilitato la diffusione di opuscoli religiosi tra il 23 novembre 2016 e il 9 dicembre 2020. Nonostante abbia negato di aver svolto attività missionarie, l’uomo è stato condannato e multato. Il 29 dicembre 2020, aveva cercato di regolarizzare le attività del gruppo con il Ministero della Giustizia.
Nell’aprile 2021, un ministro dell’Unione dei Cristiani-Battisti Evangelici di Obninsk, nell’Oblast’ di Kaluga, è stato multato per attività missionarie illegali ai sensi dell’articolo 5.26. L’abitazione del pastore Vitaly Glebov è stata visitata dagli agenti del Servizio di Sicurezza Federale dopo che diverse persone a lui sconosciute avevano partecipato, il 13 gennaio, a uno studio biblico nella sua abitazione. Venerdì 9 aprile, è stato dichiarato colpevole e multato. Il pastore ha dichiarato che farà ricorso.
Nel maggio 2021, la Chiesa Bread of Life dei cristiani di fede evangelica a Kerch, in Crimea, è stata multata perché giudicata colpevole di varie violazioni amministrative ai sensi dell’articolo 5.26, tra cui il mancato inserimento del nome ufficiale completo sui video distribuiti e sulle pagine ufficiali dei social media.
Nell’agosto-settembre 2021, il governo locale di Samara ha ordinato la demolizione del luogo di culto della Chiesa Good News. Secondo le autorità, l’edificio della chiesa nel villaggio di Mekhza vod, appartenente a un gruppo pentecostale con sede negli Stati Uniti, avrebbe violato le norme di pianificazione e mancato di registrare il cambio di destinazione d’uso del terreno da residen ziale a religioso. Il pastore Igor Liashevsky ha insistito sul fatto che era stata ottenuta l’autorizza zione per la costruzione e che tutte le violazioni identificate dalle autorità erano state sanate.
Nel marzo 2022, il sacerdote ortodosso russo Padre Ioann Burdin è stato multato per un sermone domenicale che condannava l’invasione russa dell’Ucraina. Il tribunale ha imposto un’ammenda al sacerdote della diocesi di Kostroma giovedì 10 marzo. Don Burdin ha insistito sul fatto che l’accusa era una violazione della sua libertà religiosa, affermando che la decisione del tribunale costituiva «un divieto non solo ad esprimere la propria opinione, ma anche a professare il proprio credo religioso».
Nel giugno-luglio 2022, è stata avviata un’indagine penale contro Padre Nikandr Igoryevich Pin chuk per «discredito» delle Forze Armate russe, ai sensi della prima parte dell’articolo 280.3 del Codice Penale, introdotto nel marzo 2022. Il pastore della Chiesa di San Simeone Verkhotursky a Verkhoturye aveva criticato l’azione militare in Ucraina per motivi religiosi mediante la piattafor ma di social media Baza. «Sono un sacerdote e ho il diritto di denunciare il male, indipendente mente da chi è coinvolto e dalla situazione politica», ha dichiarato a “Forum 18”. Venerdì 1° luglio, la sua casa è stata perquisita e tre chiavette di memoria sono state sequestrate. Successivamente il sacerdote è stato interrogato presso l’ufficio del Comitato Investigativo. A marzo, don Pinchuk, sa cerdote della Chiesa ortodossa russa all’estero (Autorità ecclesiastica suprema provvisoria), è stato multato per aver criticato le azioni russe in Ucraina e il bombardamento delle chiese ortodosse.
Il 14 settembre 2022, la Corte Suprema della Russia ha identificato il Partito del Rinascimento Islamico del Tagikistan come un’organizzazione terroristica e ha vietato le sue attività nel Paese.
Libertà religiosa nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina 2014-2022
L’aggressione della Russia contro l’Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022. Si riconosce che questa data non rappresenta l’inizio della guerra, ma solo la fase successiva di un conflitto iniziato dalla Federazione Russa nel 2014 e poi bloccato nel 2015. Poiché la comunità internazionale non rico nosce l’annessione illegale della Crimea, così come i territori conquistati attraverso la successiva invasione dell’Ucraina, nel rapporto sull’Ucraina vengono affrontate le informazioni sulla discrimi nazione o la persecuzione di singoli fedeli e gruppi religiosi e la distruzione di proprietà religiose.
Prospettive per la libertà religiosa
Le minoranze religiose sono state perseguite legalmente a causa di ciò che la Commissione degli Sta ti Uniti sulla Libertà Religiosa Internazionale ha descritto come «una serie di leggi problematiche». Nel periodo in esame, sono stati introdotti numerosi casi ai sensi dell’articolo 5.26 del Codice dei Reati Amministrativi della Federazione Russa, in particolare le sezioni Quattro («Russi che svolgono attività missionaria») e Cinque («Stranieri che svolgono attività missionaria»). Questa legge è stata introdotta nel 2016, come parte del cosiddetto “Pacchetto Yarovaya” delle leggi antiestremismo. Nonostante sia stato concepito a prima vista per proteggere la libertà religiosa e di coscienza degli individui, impedendo un proselitismo aggressivo e invadente, in realtà l’arti colo 5.26 va ben oltre, limitando le «attività missionarie», tra cui la predicazione, la preghiera (in determinate circostanze), la diffusione di materiali e la fornitura di informazioni sulla religione al di fuori di luoghi designati, soprattutto in locali residenziali o pubblici.
Gli ostacoli legali esistenti e crescenti alla libertà religiosa e l’applicazione sempre più severa di queste leggi indicano una preoccupante tendenza negativa per il futuro di questo diritto umano.
* Estratto da: Libertà religiosa nel mondo, Rapporto 2023
Il Rapporto 2023 è la XVI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che viene realizzato ogni due anni.
È pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo