Dario Salvatori e “La figlia dell’oceano” Yoko Ono

Dario Salvatori e “La figlia dell’oceano” Yoko Ono

di Matteo Orlando

UN NUOVO LIBRO DEL CELEBRE STORICO DELLA MUSICA E CONDUTTORE RAI

Dario Salvatori – romano classe 1951, noto giornalista, critico, storico della musica (cura ogni anno “Il Salvatori. Il dizionario della canzone“) e conduttore radiotelevisivo – ha dato alle stampe “La figlia dell’oceano” (Il Saggiatore, 304 pagine, 19 €).

Il testo tratta della storia di Yoko Ono e delle sue molte vite: da rampolla di una delle più importanti famiglie del Giappone a protagonista della scena underground newyorkese, dall’incontro a Londra con John Lennon alla tragica fine del loro amore e agli anni della maturità tra musica e arte. Una vicenda di conclusioni e rinascite, incomprensioni e riscoperte, narrata da uno dei suoi più appassionati conoscitori.

L’autore, che ha lavorato a diversi programmi tra cui “L’altra domenica”, “Quelli della notte” e “Alto gradimento revisited”, affronta i tanti enigmi dell’esistenza di Yoko Ono, cercando di trattenerne le diverse anime. Costruisce, così, una biografia trascinante, composta lungo mezzo secolo di ricerche e letture e nutrita da fascinazioni, confidenze e ritagli di giornale: l’immersione in un oceano chiamato Yoko, che nessuno è mai riuscito ad attraversare fino in fondo.

È difficile immaginare un punto da cui partire per raccontare Yoko Ono. In ogni sua età è infatti apparsa troppo avanti o troppo indietro rispetto al mondo che la circondava: le sue performance erano sempre troppo radicali per il mondo dell’arte degli anni sessanta; i suoi vocalizzi e i suoi esperimenti sonori troppo bizzarri per la scena pop degli anni settanta; la passione che la legava a John Lennon troppo intensa per permettere la sopravvivenza dei Beatles; il suo dolore per la morte del marito troppo contenuto per risultare credibile; le sue opere mature troppo moderne per essere apprezzate dalla critica. Ciononostante, o forse proprio per questo, Yoko Ono è riuscita a percorrere la sua strada senza mai fermarsi, fino a diventare un’icona contemporanea, fonte di ispirazione per altri performer e musicisti, invidiata e amata con uguale ferocia.

Intervistato dal quotidiano romano “Il Messaggero”, Dario Salvatori ha spiegato che ha spiegato che ha «conosciuto Yoko Ono a Roma negli anni Settanta, durante gli anni di Renato Nicolini, che aveva fatto dei sottopassaggi di Villa Borghese luoghi d’avanguardia. E’ in quei sotterranei che la intercettai. Dopo quel primo incontro, le ho fatto altre due lunghe interviste negli anni Ottanta, a Milano e a Londra dopo un suo concerto. Scrissi 300 pagine ma le persi. Solo tre anni fa, spulciando nel mio sconfinato archivio, ho ritrovato il manoscritto. E così l’ho pubblicato. Emerge il ritratto di una donna incredibile, che denunciava le violenze di genere già negli anni Settanta».

 

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