Dimmi come ti comunichi e ti dirò che cattolico sei
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UN SONDAGGIO RIVELA CHE SONO IN MOLTI A CONDIVIDERE LA PREOCCUPAZIONE PER COME CI SI COMUNICA ORMAI NORMALMENTE ALLA MESSA
Lo stato di grave crisi in cui versa la Chiesa cattolica è stato bene messo in evidenza in alcuni recenti sondaggi, di cui anche Informazione Cattolica si è occupata, dai quali è emerso che molti di coloro che vanno a Messa la domenica e si comunicano non credono più alla presenza reale di Cristo nella particola consacrata. La causa di questa grave ignoranza è da attribuirsi anche, e probabilmente soprattutto, al modo con cui l’Eucaristia è amministrata e ricevuta: in piedi e sulla mano.
Eppure l’Eucaristia è il fulcro del culto cattolico e pertanto dovrebbe essere un credo essenziale per i cattolici, i quali dovrebbero naturalmente essere portati a ricevere il corpo e il sangue di Nostro Signore con la reverenza e la devozione che conviene, indipendentemente da quanto la Chesa consente ma non impone.
Senza voler giudicare nessuno – molti fedeli sono convinti in buona fede di ricevere la comunione in piedi e sulla mano perché “la Chiesa dice di fare così” – tuttavia i cattolici veramente osservanti si accostano alla particola consacrata con ben altro atteggiamento. A confermarlo un sondaggio condotto durante l’estate 2024 dalla Real Presence Coalition (RPC) che si descrive come “un gruppo informale di cattolici influenti che lavorano per ripristinare la fede nella Presenza Reale di Gesù Cristo nella Santa Eucaristia”.
Come riporta la newsletter di Tradizione Famiglia Proprietà del 7 Novembre il 96% degli intervistati partecipa alla Santa Messa almeno settimanalmente, e la metà di questo gruppo ci va ogni giorno o più volte la settimana. Poco più del 40% partecipa all’adorazione eucaristica almeno settimanalmente. La stragrande maggioranza (84%) è cattolica fin dall’infanzia e un ulteriore 11% si è convertito oltre dieci anni fa. In netto contrasto con il sondaggio del Pew Research del 2019, il 97% del campione ha manifestato la sua completa fede nella presenza reale nella particola consacrata.
Interessante il fatto che solamente il 21% degli intervistati frequenta esclusivamente la messa in latino: il 36% partecipa esclusivamente alla messa novo ordo mentre il gruppo più numeroso, 43%, partecipa principalmente al rito postconciliare e solo occasionalmente a quello in latino.
Gli intervistati ritengono che l’Eucaristia non sia conosciuta e rispettata e la maggior parte si è detta preoccupata per la ricezione del Sacramento. Più della metà ha espresso apprensione per la pratica comune di ricevere con la mano e in piedi, indicando che questa pratica porta a una perdita di riverenza e “aumenta il rischio di profanare l’Eucaristia”. La maggioranza preferisce la ricezione sulla lingua, mentre molti intervistati hanno espresso anche una preferenza per l’inginocchiamento durante la ricezione.
Particolarmente sorprendente è stata la diffusa preoccupazione per l’uso dei “Ministri straordinari della santa Eucaristia”. La Redemptionis Sacramentum del 2004, afferma chiaramente che «il nome di ministro dell’Eucaristia spetta propriamente al solo sacerdote. Anche a motivo della sacra Ordinazione, i ministri ordinari della santa comunione sono i vescovi, i sacerdoti e i diaconi». E continua: «Se inoltre ragioni di autentica necessità lo richiedano, il Vescovo diocesano può delegare, a norma del diritto, allo scopo anche un altro fedele laico come ministro straordinario, ad actum o ad tempus, servendosi nella circostanza della appropriata formula di benedizione»
Il sottointeso è chiaro. I ministri straordinari devono essere proprio così: straordinari. Tuttavia, in molte Messe la presenza di questi ministri non è affatto straordinaria. Anzi, in quasi tutte è presente almeno uno, e spesso più di uno. L’idea alla base di questa innovazione era quella di facilitare una distribuzione più rapida, partendo dal presupposto che risparmiare cinque minuti alla Messa sia in qualche modo importante.
Tuttavia, la stragrande maggioranza degli intervistati ha espresso apprensione con questa pratica così generalizzata. Infatti, il 65% degli intervistati ha dichiarato di fare il possibile per ricevere l’Eucaristia direttamente da un sacerdote.
Un numero sorprendentemente alto di persone ha anche espresso disappunto per la “mancanza di umiltà e riverenza in presenza dell’Eucaristia” da parte di altri partecipanti e persino dei sacerdoti. Troppe parrocchie cercano di promuovere un’atmosfera “rilassata” nell’errata convinzione che la maggior parte dei fedeli rifugga dalla sacralità.
Spesso i laici di mentalità tradizionale avvertono queste preoccupazioni, ma le tengono per sé. Temono di essere etichettati come “escludenti”, “giudicanti” o uno dei tanti termini che i modernisti usano per descrivere i loro oppositori. Troppo spesso si ha anche la sensazione che coloro che si preoccupano veramente di mantenere la riverenza durante la Santa Messa siano soli, che nessun altro condivida le loro apprensioni. Se non altro, il sondaggio della RPC dovrebbe essere di conforto per questi fedeli che non sono per niente soli.