Il Card. Romeo sul Giubileo: “E’ il momento giusto per riconciliarci”
di Bruno Volpe
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INTERVISTA AL CARDINALE PAOLO ROMEO, ARCIVESCOVO EMERITO DI PALERMO
La sera del 24 dicembre, Vigilia del Natale, a Roma in Vaticano si apre la Porta Santa di San Pietro e dunque ha inizio il Giubileo Ordinario “Pellegrini di Speranza”, indetto da Papa Francesco. Ma qual è il senso del Giubileo e che cosa ci vuole dire? Lo abbiamo chiesto in questa intervista a Sua Eminenza il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo.
Eminenza, che cosa è il Giubileo?
“Il Giubileo è un anno di grazia che ci offre la saggezza della Chiesa. Ci viene messo a disposizione come occcasione propizia e favorevole per cambiare stile di vita, per la conversione ed è dunque un passaggio che simbolicamente ci porta dal peccato alla ricerca della conversione, questo lo dimostra proprio il varcare con animo penitente e contrito, la Porta Santa”.
Che cosa significa anno e occasione di grazia?
“Non dobbiamo prendere il Giubileo come un fatto rituale o un evento di turismo, questo è non conforme alla stessa idea giubilare. Se lo affrontiamo in questo modo, è meglio lasciar perdere. Invece bisogna vivere il Giubileo in comunione con la Chiesa, ma anche cercando di migliorare noi stessi con gesti concreti. Faccio qualche esempio. Se abbiamo screzi o litigi con amici o parenti, è il momento giusto per riconciliarci e perdonarci a vicenda. Se abbiamo commesso dei furti e capita, come Zaccheo, ritorniamo il maltolto e se questo non è possibile facciamo opere di carità a chi ne ha bisogno. Il tutto con il fermo intento di riconoscere gli errori e di promettere di non ripeterli. Natualmente, vista la fragilità umana, noi ricadremo nel peccato, che fa parte della condizione umana e della sua fragilità, ma almeno è importante il dolore, ovvero scontare quello che abbiamo commesso anche con gesti materiali, che costano sacrificio”.
Il Giubileo è presente nella storia sin dall’ Antico Testamento…
“Il Giubileo in realtà è una istituzione molto antica e se ne parla nel Levitico ed altri libri. Pensate che l’anno giubilare comportava anche la cancellazione dei debiti monetari, a dimostrazione che si intendeva restituire al debitore la sua dignità. Poi la Chiesa nel 1300 con Papa Bonificacio VIII, lo ha istituzionalizzato o a 50 anni o 25 e si distingue tra Giubileo ordinario, che è appunto quello che andiamo a celebrare, e straordinario come fu lo scorso sulla Misericordia, di solito indetto per rimarcare aspetti pastorali ed ecclesiali”.
Il Papa ha usato l’espressione Pellegrini di Speranza, perchè pellegrini?
“Perchè noi tutti siamo pellegrini in terra, verso la vita eterna, fa parte della condizione umana. La fede, del resto, non è un concetto statico, ma dinamico e porta l’uomo e la Chiesa in continuo cammino verso l’eterno. La vita terrena, ben vissuta, è degna preparazione all’incontro con il volto di Dio e tutti siamo in cammino. Poi dipende da come lo si compie, se nel bene o nel male. E’ una scelta libera, Dio non impone nulla e ci aspetta con pazienza sino all’ultimo giorno”.
Speranza…
“La speranza è una delle tre virtù teologali, assieme a fede e carità e opera da volano. La vita, senza la speranza cristiana ,scade in disperazione che è un peccato gravissimo, quel sentimento di rassegnazione che talvolta sconfina in ribellione a Dio. La speranza in senso teologico è sicuramente cosa ben diversa dall’ ottimismo, categoria di indole filosofica. Gesù nel Vangelo ci dice chiaramente che non saremo esonerati da prove e sofferenze, ma la speranza dell’ incontro con Lui ci aiuta a vivere i momenti della prova con serenità. La speranza ci consola e fa parte della vita del cristiano. Un cristiano privo di speranza non è tale, anzi è la negazione”.
Esiste il rischio di vivere il Giubileo in modo rituale o superficiale?
“Questo rischio esiste sempre e per ogni cosa, sta a noi capire l’importanza di questo avvenimento e che il passare dalla Porta Santa, cosa che ci ricorda la Porta di Giovanni nel Vangelo, è un fatto importante, un impegno serio e responsabile alla conversione. Altrimenti avremo banalizzato un segno di salvezza e buttato al vento una occasione fondamentale. Il Giubileo va vissuto con fede e in comunione con la Chiesa, non soltanto individualmente”.