Il Giubileo? “Tempo di conversione, individuale  e comunitaria”

Il Giubileo? “Tempo di conversione, individuale  e comunitaria”

di Bruno Volpe

INTERVISTA AL VICEPRESIDENTE DELLA CEI

“Lo spirito del Giubileo? Conversione e misericordia, altrimenti avremo sprecato una grossa opportunità”. Lo dice in questa intervista Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e Vice Presidente della Cei.

Eccellenza Savino. Il Giubileo è alle porte. Che cosa rappresenta?

“Il Giubileo è soprattutto un tempo di conversione, individuale  e comunitaria. E naturalmente di misericordia e perdono. Non è un caso che nella tradizione biblica, questa è la visione della rivelazione,  fossero condonati i debiti pecuniari e liberati  i debitori. Oggi questa ottica è più urgente che mai, ricordando che la terra è di Dio e dunque di tutti, che le ricchezze devono essere  equamente distribuite senza sperequazioni e ingiusti guadagni, ma non solo”.

Cioè?

“Il GIubileo è un tempo di misericordia, accusando i nostri peccati col proposito di non tornare a commetterli. Ma, tornando alla conversione che ne è il perno, essa deve essere reale e sostanziale, non gattopardesca, ovvero tutto cambia perchè nulla cambi. E’ il momento, quello di Giubilare, di passare dall’ io al noi, evitando l’ individualismo e il narcisismo patologici”.

In che senso?

“Io analizzo il GIubileo da un punto di vista socio-economico e politico e allora dico che è una occasione molto importante, da non perdere, per combattere le tante ingiustizie sociali esistenti, per abbattere le sacche di povertà economica ed esistenziale” .

Magari annullando il debito dei Paei poveri…

“Penso, ma lo vedremo, che questo sarà un passo ed un invito nel discorso del Papa nel messaggio del primo dell’anno nuovo”.

Passare dalla Porta Santa, che cosa significa?

“Nello spirito giovanneo, la Porta Santa è Cristo che ci dice io sono la Porta. E allora questo transitare sotto la Porta sia reale e significativo, non coreografia o tradizione. Bisogna ricordare che quella porta che ci aspetta è Cristo e dunque è indispensabile, se davvero vogliamo vivere bene e con efficacia il GIubileo, rafforzare in tutti i sensi e campi della vita il legame con Lui”.

Esiste il rischio di trasformare il Giubileo, andando a Roma, in un evento più turistico che religioso?

“Questo rischio indubbiamente lo corriamo, cioè quello di trasformare l’ evento di grazia in banale turismo religioso. In ogni situazione esiste  il pericolo e il lato negativo, sta a noi evitarlo, fare in modo che non diventi forma o consuetidine priva di valore reale. E’ come avere un coltello in mano. Se ne può fare un uso corretto per sbucciare un frutto o tagliare la carne, ma possiamo anche utilizzarlo in modo scorretto ferendoci o ferendo qualcuno. Il problema di fondo è la libertà che Dio ci ha dato. Siamo sempre liberi di scegliere tra il bene e il male e Dio non ci impone nulla, ci lascia appunto liberi nella nostra responsabilità. Sta a noi decidere”.

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