Quando i vescovi non sanno comunicare
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BAMBINI, BABBO NATALE E’ ESISTITO E NON L’HA INVENTATO LA COCA COLA
Il Natale è una di quelle grandi occasioni in cui i tromboni laicisti schierano i grossi calibri per sparare a zero sulla seconda festa più importante della cristianità. Di solito il bersaglio è il presepe, ormai quasi scomparso dalle vetrine dei negozi come parte essenziale dell’addobbo, mentre immancabilmente nelle scuole di ogni ordine e grado c’è un insegnante o un direttore didattico che in nome di un fantomatico rispetto per le altre “culture” e religioni ne impone la rimozione.
Tristi figuri la cui collocazione sarebbe più utile in una campo di patate, con la vanga in mano, che in una scuola poiché talmente ignoranti da non sapere che persino a Dubai, Paese islamico dove vige la sharia, vi è una cattedrale cattolica che espone all’esterno in bellissima vista un presepio contornato dagli altri simboli natalizi. Non solo, ma nei paesi islamici spesso e volentieri le donne mussulmane entrano nelle chiese per pregare Maria Santissima, personaggio di primo piano anche nel Corano.
Ad essere aboliti dalle scuole dovrebbero essere proprio i “maestri” e i “professori” a digiuno di multiculturalismo e quindi inadatti a insegnare nella scuola pubblica frequentata sempre più da bambini provenienti da altre culture.
Il bombardamento laicista non si fa scrupolo di strumentalizzare persino ciò che dicono i vescovi i quali, pur animati da zelo e buone intenzioni, in questa epoca dominata dai media e dai social spesso non riescono a comunicare il loro pensiero con chiara efficacia esponendosi alla polemica.
E’ quel che è capitato al vescovo emerito della diocesi Noto, monsignore Antonio Staglianò, il quale in una omelia ha detto che Babbo Natale non esiste e che è una invenzione della Coca Cola per motivi di marketing. Per carità, va bene criticare il consumismo, tanto pagano e poco cristiano, che accompagna di solito il Natale, anche se in verità è sempre più magro a causa di inflazione e tasse che falcidiano stipendi e tredicesime. Ma forse sarebbe stato meglio concentrarsi nello spiegare da dove viene la tradizione di Babbo Natale, che non è uscito dall’ufficio marketing di una multinazionale ma affonda le sue radici in una bellissima tradizione cristiana.
La vera storia di Babbo Natale l’ha raccontata il giornalista Marco Respinti su International Family News il 5 Dicembre 2021 spiegando che nella prima metà del 300 d.C. in Licia (oggi parte della Turchia) nacque e visse un santo uomo divenuto vescovo (da qui l’abito rosso di Babbo Natale) chiamato Nicola. Alla morte di peste dei facoltosi genitori Nicola distribuì tutti gli averi ai poveri diventando “l’uomo dei doni a dicembre”. Si narra che il vescovo risuscitò tre bambine, per questo nel Medioevo è diventato l’uomo che in Avvento porta i doni ai più piccoli
Questa pia tradizione si è diffusa parecchio nell’Europa settentrionale, dove il nome di san Nicola si è trasformato nel fiammingo «Sint Nikolaas», divenendo in forma anglicizzata, «Santa Claus». Il “Babbo Natale vescovo” con tanto di mitria e pastorale gira ancora nelle strade di mezza Europa a incontrare i bambini, persino nel Benelux postcristiano e nella Londra secolarizzata.
Comunque la storia di Babbo Natale la potete leggere integralmente sul sito Rassegna Stampa. A monsignor Staglianò ci permettiamo di suggerire di lasciar perdere i soliti, triti e ritriti strali contro il consumismo, tanto cari a certo clero pauperista e progressista, per tornare ad educare il suo smarrito gregge al rispetto delle tradizioni cristiane, ormai in larga parte ignorate.