Gli infaticabili agenti della dissoluzione a Perugia
di Vincenzo Silvestrelli
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RETE RE.A.DY : UNA STRUTTURA ASSOCIATIVA PER DIFFONDERE CON FONDI PUBBLICI LA IDEOLOGIA LGBT
Prosegue la marcia della adesione del comune di Perugia alla rete RE.A.DY (Rete nazionale delle Regioni e degli Enti Locali per prevenire e superare l’omolesbobitransfobia). Gli amministratori perugini sono, anche in questo caso, gli agenti locali delle ideologie nichiliste dominanti e non possono esimersi dal promuovere le loro bandiere identitarie che non concorrono alla costruzione di un ambito sociale ma alla promozione dell’egoismo di piccole minoranze, anche se ben supportate.
E’ stato approvato in commissione consiliare l’ordine del giorno che prevede l’adesione del comune umbro a questa iniziativa radical chic che era stata opportunamente bloccata dalla precedente amministrazione presieduta dal sindaco Romizi. L’o.d.g. era stato presentato dalla maggioranza anche con l’adesione di Demos, movimento vicino alla Comunità di S.Egidio.
L’o.d.g. è stato votato dalla maggioranza in commissione, con l’astensione anche di un esponente di FdI, di FI e della Lista “Perugia civica” che fanno parte della opposizione.
Dispiace vedere anche Perugia accomunata a questa rete che diffonde la “buone pratiche lgbt” nei modi tipici del nichilismo radical chic. Esse riguardano vari ambiti e sono elencate iniziative in ambito educativo anche con riguardo alla infanzia. Colpiscono anche le proposte che attengono alla formazione (indottrinamento) dei dipendenti pubblici e scolastici sulla ideologia lgbt.
Fra le azioni proposte nel sito ne cogliamo ad esempio una del comune di Bologna che afferma in una buona prassi « Tali linee guida regolano la procedura che consente a coloro che dichiarano di riconoscersi in un’identità di genere diversa da quella anagrafica di richiedere l’attivazione, sulla sola base di una autodichiarazione, di una identità alias, cioè di utilizzare all’interno dell’Ente un nome diverso da quello anagrafico. Tale identità alias è provvisoria, ha una rilevanza esclusivamente interna e viene regolata da un accordo di riservatezza (parte integrante delle presenti linee guida) tra la persona interessata e il Comune di Bologna.» Come si vede si supporta una negazione della identità sessuale che è una palese negazione della realtà. E’ questo il problema della ideologia lgbt. Mentre tutti sono concordi sul rispetto delle persone, costruire un sistema sulla negazione della realtà è totalitarismo, cioè opposizione arbitraria alla verità. Secondo l’assunto di Hobbes (1588-1679), l’ispiratore dello statalismo:«Auctoritas, non veritas facit legem», (L’autorità non la verità fa la legge), vengono proposte normative e prassi che, nell’ apparente buonismo, sono totalitarie perchè contrarie alla verità e quindi produttive di scompensi individuali e sociali perché contrarie alla realtà.
L’assessore ai servizi sociali del Comune di Perugia, Costanza Spera, nel suo intervento in commissione, ha evidenziato la volontà della amministrazione di dare grande attenzione alla scuola per diffondere questa ideologia autoritaria anche grazie al supporto della rete. I genitori di Perugia devono dunque preoccuparsi così come tutti i cittadini degli enti locali italiani aderenti a RE.A.DY.
Non stupisce che il Comune di Perugia, pur di fronte ai tanti problemi che la città sente, perda tempo e risorse su questa tematica. Gli amministratori perugini sono inevitabilmente, portatori locali di un nichilismo lontano dalla realtà e sostenuto da un forte sistema di potere che li controlla e li condiziona.
Le società ordinate e legate alla realtà come quella russa e ungherese, contrastano la propaganda lgbt fra i minori anche con leggi penali e ci sembra questa la strada da perseguire. Gli unici consiglieri che hanno votato contro questa mozione sono stati Leonardo Varasano e Nicola Volpi. A loro va dato l’onore di sostenere a viso aperto una battaglia di civiltà contro queste derive.