Siria, crescenti timori per la sopravvivenza dei cristiani
A cura di Aid to the Church in Need U.K.
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IL CASO SIRIA
Come sappiamo nelle scorse settimane la Siria ha cambiato regime. Da quello guidato da Bashar Al-Assad ad un nuovo, al momento poco conosciuto, regime guidato da una galassia di gruppi Jihadisti guidati da HTS.
Ma qual’era, prima di questo cambio di regime, la situazione dei cristiani in Siria? Mentre la guerra civile in Siria ha colpito tutte le fedi, etnie e altri gruppi, in termini di sfollamento e migrazione, la comunità cristiana è stata colpita in modo “sproporzionato”. I cristiani, che erano più di 1,5 milioni prima dell’inizio della guerra nel 2011, si sono ridotti a soli 250.000, con crescenti timori per la sopravvivenza stessa della Chiesa in alcune parti del paese.
Nel nord della Siria, i gruppi cristiani fortemente ridotti affrontano diverse pressioni. Nel governatorato nord-occidentale di Idlib, il gruppo islamista Hayat Tahrir Al-Sham (HTS) ha dichiarato la fine delle persecuzioni contro i cristiani, permettendo ad esempio la riapertura della Chiesa Apostolica Armena di Sant’Anna, chiusa per 10 anni. Tuttavia, HTS ha continuato a vietare pratiche religiose e a sequestrare proprietà, trasformando in alcuni casi gli edifici in moschee. Membri del clero hanno riferito tentativi di cancellare simboli cristiani da chiese e monasteri. I cristiani nella regione di Idlib sono scesi da 20.000 fedeli ad appena 600, e in alcune aree “si sono avvicinati all’estinzione”. Il terremoto del febbraio 2023 ha innescato ulteriori ondate di migrazione.
Ad Al-Hassaké, nel nord-est della Siria, un’escalation di attacchi turchi e timori per la sicurezza hanno gravemente ostacolato la ripresa della comunità cristiana. Alti prelati riferiscono che ora non ci sono più cristiani assiri in 30 villaggi precedentemente occupati da Daesh (ISIS).
Nel 70% del paese sotto il controllo del governo di Assad, lo stato ha dichiarato una politica pro-cristiana. Tuttavia, la migrazione di massa dell’ultimo decennio, innescata da una persecuzione estrema contro i cristiani, continua inesorabile, principalmente a causa della grave crisi economica. I cristiani di Aleppo, un tempo 250.000 (12% della popolazione della regione), sono scesi a 30.000 (1,4%), secondo il nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari. Nell’aprile 2024, ha riferito che 500 cristiani siriani stavano lasciando il paese ogni giorno.
Per citare qualche dato, nel mese di Dicembre 2022, i cristiani a Idlib hanno riferito che HTS limitava ancora massicciamente il culto natalizio, consentendo le preghiere solo nelle sale parrocchiali e proibendo il suono delle campane. Visitando l’arcidiocesi di Hassaké-Nisibi, il patriarca cattolico siriaco Ignazio Giuseppe III Younan ha detto che i cristiani erano passati da 100.000 negli anni ’70 a meno di 20.000, aggiungendo: “Questa è una sfida pericolosissima per la nostra sopravvivenza nella terra.
Nel Marzo 2023 la comunità cristiana nel nord della Siria è stata “irrimediabilmente danneggiata”. Le aree precedentemente controllate da jihadisti o forze sostenute dalla Turchia sono state quasi svuotate delle popolazioni cristiane indigene. A Raqqa, i cristiani sono passati da 11.000 nel 2011 a appena 100. A Deir ez-Zor, un tempo 5.000 cristiani, sono praticamente scomparsi, mentre nella Valle del Khabour i cristiani assiri sono passati da 15.000 a meno di 1.000.
Nel Settembre 2023 i cristiani disperati in Siria e Libano, in condizioni di estrema povertà, “non hanno più fiducia nel loro paese” e “non c’è luce alla fine del tunnel”, secondo il patriarca cattolico greco melchita Youssef Absi. Ha detto: “Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare i nostri fedeli, per fornire loro servizi essenziali.… Senza supporto, non possiamo più convincerli a restare.” Ha aggiunto che la situazione potrebbe migliorare se l’Occidente rimuovesse le sanzioni.
Nel Novembre 2023 Nazira Gawriya, co-presidente del Partito dell’Unione Siriaca, ha affermato che i cristiani sono a rischio per una rinascita di Daesh, specialmente nel nord-est. Ha avvertito che Daesh potrebbe sfruttare la debolezza della sicurezza siriana causata da un’escalation di attacchi da parte della Turchia, aggiungendo che la presenza cristiana ormai ridotta del paese affronta una minaccia esistenziale a causa degli spostamenti causati dalla violenza.