Emozione o realtà?

Emozione o realtà?

di Vincenzo Silvestrelli 

UNA RIFLESSIONE SULLA BANDIERA DELLA PACE APPESA A PERUGIA

L’affissione della bandiera della pace sul palazzo comunale di Perugia non sembra attivare una critica coerente alle posizioni assunte dai partiti atlantisti, a cominciare dal PD, favorevoli a un conflitto con la Russia.

La bandiera della pace è stata appesa con grande risalto mediatico al palazzo comunale di Perugia . Ci piace valutare questi eventi con riguardo non solo alla città di Perugia, ma ai riferimenti ideologici generali di cui la giunta radical chic è espressione a livello locale. Ci sembra, infatti, che una delle caratteristiche fondamentali del politicamente corretto odierno sia l’appiattimento delle élites locali su alcune impostazioni copiate per evitare il problema di percorrere vie inesplorate e originali e dunque rischiose.

Ci sembra inoltre che le narrazioni presentate, come quella favorevole alla pace,  siano scollegate dalla realtà dell’agire politico.

E’ anche il caso della bandiera affissa al secolare Palazzo dei Priori che ben altre simbologie porta nella sua facciata e nel contesto urbano dove i nostri padri lo vollero inserito. Basti pensare alla Fontana Maggiore che è una summa del pensiero medievale o al portale del Palazzo dei Priori che traccia un programma del Buon Governo. Le mura secolari devono oggi vedere questa novità, per fortuna non permanente.

Anche per la bandiera della pace si sarebbe potuto fare meglio visto che essa è legata alla prima alleanza biblica dopo il diluvio universale e al suo uso da parte dell’intellettuale perugino Capitini (1899-1968) che fu tra i primi ad utilizzarla come simbolo nella marcia fra Perugia ed Assisi nel 1950.

La Sindaco Ferdinandi, fra le altre cose, ha affermato: «Esporre la bandiera della pace  è un invito a tutti i cittadini a riflettere sull’importanza di ogni piccolo gesto quotidiano che contribuisce a creare un ambiente di rispetto e solidarietà. È un invito a non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie e ai conflitti, ma a essere attori protagonisti di un cambiamento positivo».

Come si nota non manca mai lo scopo educativo verso la cittadinanza perché i radical chic si considerano sempre depositari di una naturale superiorità morale e intellettuale che viene elargita e (talvolta imposta)  ai sudditi.

Per riflettere sulle condizioni della pace possiamo riprendere una frase biblica. «Opus iustitiae pax» (La pace è opera della giustizia) è una citazione del Profeta Isaia (32, 17) che ci dà una luce sulla pace e sul suo fondamento.   S.Antonino da Firenze (1389-1450) per esempio,  uno dei primi teologi  che cercarono di elaborare  una dottrina sociale cristiana sistematica, partendo da questa citazione, per evitare i conflitti che si accendevano nella comunità, indicava come la pace fosse il frutto di un operare giusto che, si basava, nel suo contesto storico, in una giusta determinazione dei prezzi delle merci e dei salari degli operai.  

Dunque la pace non era e non è una emozione ma la costruzione reale delle sue condizioni che richiedono sforzo e coerenza sia nella comunità locali che in quella internazionale. Capitini, ad esempio,  pagò le sue scelte con una emarginazione di fatto sia nel periodo fascista che nel dopoguerra. 

Se vediamo oggi le posizioni assunte dalle parti politiche a cui i radical chic perugini si rifanno non sembra che ci sia coerenza con questa volontà di pace. Il PD in particolare ha votato al Parlamento europeo a favore della escalation militare contro la Russia.  Mettere la bandiera della pace all’ufficio  avrebbe dovuto portare ad una contestuale critica a queste  scelte. Andare  contro le scelte dei maggiorenti del  PD però sarebbe stato inopportuno per la eventuale carriera dei radical chic perugini e quindi l’esempio di Capitini è solo un riferimento verbale. La bandiera è perciò mera occasione di sorrisi e roboanti dichiarazioni senza portare a una concreta e coerente iniziativa politica veramente pacifista di cui avremmo molto bisogno e di cui l’Umbria potrebbe essere protagonista. 

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