Meloni introduca il DRS
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IL DRS (DEPOSIT RETURN SYSTEM), ESPERIENZE GLOBALI E PROSPETTIVE FUTURE
Il crescente impatto ambientale dei rifiuti da imballaggi monouso rappresenta una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Bottiglie di plastica, lattine e contenitori di vetro per bevande sono tra i principali responsabili dell’inquinamento terrestre e marino, minacciando gli ecosistemi e contribuendo alla crisi ambientale globale.
Per affrontare questo problema, molti paesi hanno adottato il sistema di deposito cauzionale (Deposit Return System, DRS), un modello progettato per incentivare la raccolta e il riciclo dei contenitori monouso, un modello che manca in Italia.
Il sistema DRS prevede l’applicazione di una cauzione sul prezzo di vendita dei prodotti in contenitori monouso, che viene restituita ai consumatori quando riportano i contenitori vuoti in centri di raccolta designati. Questo meccanismo non solo incoraggia il comportamento responsabile dei consumatori, ma aiuta anche a ridurre i rifiuti dispersi nell’ambiente e a promuovere l’economia circolare. Tuttavia, nonostante i benefici evidenti, il DRS ha incontrato sfide significative legate ai costi di implementazione, alla logistica e alle resistenze politiche ed economiche.
Il sistema di deposito cauzionale affonda le sue radici negli anni ’70, quando paesi come la Svezia e la Norvegia introdussero programmi pilota per contrastare l’accumulo di rifiuti da contenitori per bevande.
L’idea era semplice ma rivoluzionaria: responsabilizzare i consumatori aggiungendo un piccolo costo cauzionale al prezzo di acquisto, rimborsabile al momento della restituzione del contenitore.
In Germania, il sistema DRS si è evoluto negli anni ’90 con l’introduzione del modello Pfand, che ha reso obbligatoria la cauzione per la maggior parte delle bevande confezionate. Questo approccio è stato successivamente adottato e adattato in vari paesi, ciascuno con le proprie specificità normative, culturali ed economiche.
Generalmente gli elementi principali del DRS sono:
– Cauzione: Una somma aggiuntiva (solitamente tra 0,10 € e 0,25 €) viene addebitata al momento dell’acquisto.
– Restituzione: La cauzione viene rimborsata quando il contenitore viene restituito in un punto di raccolta.
– Punti di raccolta: Possono includere macchine automatizzate (reverse vending machines), supermercati, centri di riciclo e stazioni di servizio.
Il DRS copre generalmente:
– Bottiglie di plastica PET (Polietilene tereftalato).
– Lattine in alluminio.
– Contenitori in vetro.
Alcuni sistemi includono anche contenitori di cartone per bevande, sebbene la loro gestione sia più complessa.
Con l’avanzare della tecnologia, i sistemi DRS si sono evoluti per includere strumenti innovativi come:
– Macchine per il riciclo automatizzato: consentono ai consumatori di restituire i contenitori in modo rapido e conveniente.
– Codici a barre e sistemi RFID: garantiscono la tracciabilità e riducono il rischio di frodi.
– App mobili: permettono ai consumatori di monitorare i rimborsi e localizzare i punti di raccolta.
Il sistema norvegese è considerato uno dei più efficaci al mondo, con un tasso di ritorno superiore al 90%. Gestito dall’organizzazione Infinitum, il programma ha dimostrato che la collaborazione tra settore pubblico e privato è essenziale per il successo.
Fattori di successo sono:
– Alta partecipazione pubblica.
– Incentivi per i produttori.
– Infrastrutture tecnologiche avanzate.
Il modello tedesco, obbligatorio dal 2003, copre una vasta gamma di contenitori e ha raggiunto un tasso di raccolta superiore al 98%.
Questo successo è attribuito a:
– Una normativa rigorosa.
– Un’ampia rete di punti di raccolta.
– Una forte accettazione culturale del sistema.
In Canada, il DRS è gestito a livello provinciale, con variazioni significative nei risultati. La provincia di British Columbia, ad esempio, ha un tasso di riciclo del 75%, grazie a un sistema ben organizzato.
Il sistema DRS, introdotto gradualmente in varie regioni australiane, ha portato a una riduzione significativa dei rifiuti abbandonati, migliorando la qualità dell’ambiente urbano e naturale.
L’implementazione di un sistema DRS richiede investimenti significativi in infrastrutture, tecnologie e campagne di sensibilizzazione. Questo rappresenta una barriera per i paesi con risorse limitate.
Molti produttori di bevande si oppongono al DRS, sostenendo che i costi aggiuntivi potrebbero essere trasferiti ai consumatori.
La gestione del trasporto e dello stoccaggio dei contenitori restituiti può essere complessa, soprattutto nei paesi con vaste aree rurali.
Negli Stati Uniti, nonostante il sistema DRS sia operativo in alcuni stati, i tassi di riciclo rimangono bassi a causa di infrastrutture insufficienti e scarso supporto legislativo.
Altrove, invece, il sistema DRS ha dimostrato di avere un impatto positivo su diversi fronti:
– Riduzione dei rifiuti plastici: Diminuzione del littering e minore pressione sugli ecosistemi.
– Minore inquinamento marino: Riduzione della plastica dispersa nelle acque.
– Aumento del riciclo: Maggiore disponibilità di materiali riciclati di alta qualità.
La pratica può avere anche impatti economici e sociali come:
– Creazione di posti di lavoro: Dalla gestione logistica alla manutenzione delle macchine di raccolta.
– Benefici per i consumatori: Incentivi economici e maggiore consapevolezza ambientale.
– Supporto alle comunità: Riduzione dei costi per la pulizia urbana.
Le esperienze dei paesi che hanno implementato il DRS dimostrano che questo sistema può essere uno strumento efficace per ridurre i rifiuti, promuovere il riciclo e sensibilizzare il pubblico. Tuttavia, il successo dipende dalla capacità di affrontare sfide logistiche, economiche e culturali. Con il giusto supporto politico e sociale, il DRS può diventare una componente chiave nella lotta contro l’inquinamento globale.