Dall’Islam (e dalla Cina) a Cristo

Dall’Islam (e dalla Cina) a Cristo

di Pietro Licciardi

LE CONVERSIONI AL VANGELO IN CERTE AREE DEL MONDO SONO PIU’ NUMEROSE CHE AI TEMPI DI GESU’

Una notizia per certi versi sorprendente, considerato che i media occidentali di certe questioni non si curano affatto, si legge nell’articolo di Giuliano Guzzo pubblicata su La Verità del 6 gennaio scorso: le conversioni al Vangelo in certe parti del mondo, come in Cina, crescono ad un ritmo vertiginoso, superiore a quello dei primi tempi dell’espansione cristiana, prima e dopo la resurrezione di Gesù.

Guzzo cita la ricerca pubblicata nel 2014: The Oxford Handbook of Religious Conversion e il lavoro di Gina Zurlo, nominata nel 2019 dalla britannica Bbc una delle cento donne più influenti e stimolanti per il suo lavoro nello studio delle statistiche religiose e, in particolare, del futuro femminile della religione in tutto il mondo.

Secondo la Zurlo se pur ogni anno 13,6 milioni di persone lasciano il cristianesimo, 17,4 milioni sono invece quelle che si convertono, con un saldo attivo di quasi 4 milioni di fedeli. Una crescita che riguarda anche l’Islam che se pure avvantaggiato dalla demografia – le donne islamiche hanno 3,1 figli mentre quelle cristiane solo 2,7 – nell’ultimo decennio avrebbe avuto dai 2 ai 7 milioni di “fuoriusciti”, secondo lo studio A Wind in the House of Islam del missionario David Garrison secondo il quale si tratterebbe del «più grande ritorno dei musulmani a Cristo nella storia».

Pure in Iran, dove i cristiani erano stimati in 350mila, avrebbero ora superato il milione. Ma la crescita riguarda pure la Cina comunista, che da Mao in poi ha condotto una spietata campagna di scristianizzazione. Lì i cristiani dal 1950 a oggi sarebbero raddoppiati, arrivano a 9 milioni con un tasso annuo di crescita del 7%; ritmo superiore perfino a quello che si ebbe ai tempi delle prime comunità cristiane, che avanzavano ogni anno del 3,5%.

Molte sarebbero le considerazioni da fare, a cominciare dal fatto che il Vangelo a duemila anni di distanza resta un annuncio più potente che mai esaudendo i più intimi desideri, speranze e bisogni dell’umanità di ogni tempo.

La seconda – qui non si può fare a meno di polemizzare – è il completo fallimento di certa teologia e pastorale “moderna” che ha rinunciato alla conversione delle anime per farsi “compagna di strada” degli uomini del nostro tempo, i quali al contrario hanno evidentemente bisogno non di “compagni” ma di maestri capaci di un annuncio forte, virile e senza compromessi. Tale atteggiamento rinunciatario oltretutto rischia di buttare nelle braccia della miriade di chiese, predicatori e conventicole cristiane, ma non certo cattoliche, ovunque attivissime nel proselitismo, innumerevoli anime.

Un’altra considerazione riguarda il destino delle nostre società, italiana ed europea, sempre più invasa da islamici, indù, buddisti… coi quali sarà possibile convivere armoniosamente, mantenendo la nostra preziosa identità culturale, solo se saremo noi a “contaminarli” e “inculturarli” facendoli diventare parte della civiltà cristiana e non il contrario.

E’ questa una precisa responsabilità che i tempi – e forse la stessa Provvidenza – ci stanno consegnando. Di fronte infatti ad un Occidente sempre più ateo e pagano, che cerca in tutti i modi di strappare i cuori e le anime a Cristo le nostre città sono sempre più popolate da persone che l’ateismo neppure lo concepiscono e aspettano solo di incontrare chi mostri loro la Vera Luce.

Probabilmente è così che si spiega il gran numero di conversioni tra i musulmani, e non solo. Sempre che riescano ad incontrare preti e laici veramente innamorati di Cristo e non della sua immagine riflessa o costruita a tavolino in qualche facoltà teologica.

 

FOTO DA: https://depositphotos.com/home.html

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Mi sembra “logico”.
Il Cristianesimo è sempre stato contro i metodi vari usatii delle “Dittature”, da Mao a Maometto.