L’Insegnamento della Religione Cattolica nella società dell’Intelligenza Artificiale
–
L’IRC A SCUOLA È FONDAMENTALE
L’Insegnamento della Religione Cattolica si configura all’interno del panorama scolastico italiano come una disciplina idonea a sollecitare nei discenti conoscenze, abilità e competenze spendibili nel concreto della vita quotidiana.
In tal senso, l’IRC fonda i presupposti della sua proposta formativa su alcuni principi pedagogici fondamentali: centralità dell’alunno; educazione al dialogo, promozione del rispetto e del confronto per le opinioni altrui, accoglienza delle differenze religiose, sociali e culturali; formazione e sviluppo della piena personalità degli studenti.
Peraltro, l’IRC si fonda su un quadro normativo complesso: tiene conto degli articoli della Costituzione italiana in merito all’istruzione, quali – ad esempio – l’art 34 che stabilisce che l’istruzione è un diritto di tutti i cittadini e lo Stato si impegna a garantirne l’accesso rimuovendo ogni forma di ostacolo e di coercizione.
I Patti Laternanesi del 1929 e l’accordo di Villa Madama del 1984 che rende tale disciplina facoltativa e ne sottolinea il carattere prettamente culturale nel quadro delle finalità della scuola (cf. S. La Torre, Manuale disciplinare Concorso IRC, Insegnanti di Religione Cattolica, Independently published (11 novembre 2024), pp. 95).
Detto ciò, nei giovani studenti si rende sempre più necessario oggi favorire il senso di appartenenza, offrire loro itinerari e percorsi educativi e formativi atti a proporre loro punti di riferimento solidi per una costruzione consapevole, responsabile e matura della loro identità personale.
A tal proposito, risulta adeguato ideare attività didattiche volte a favorire il legame dei discenti con il territorio al fine di aiutarli a prendere coscienza e a valorizzare il patrimonio storico,artistico, letterario, culturale di appartenenza.
Ciò per favorire in essi l’acquisizione e lo sviluppo di valori etici e religiosi che promuovono l’accoglienza, la solidarietà, il rispetto per le differenze, la responsabilità civile, la fraternità universale per abitare in maniera attiva, consapevole e solidale.
L’attuazione di tali presuppisti richiede l’applicazione di metodologie, strategie e tecniche didattiche innovative basate sulla cooperazione e la partecipazione piena degli studenti.
Occorre, “riscoprire” le teorie pedagogiche che hanno caratterizzato la riflessione degli esperti in campo educativo del secolo scorso: attivismo pedagogico patrocinato da figure come Dewey e la Montessori che hanno operato una vera e propria rivoluzione copernicana in campo pedagogico ponendo al centro del processo: insegnamento/apprendimento, l’alunno e i suoi bisogni educativi più che la figura del docente come trasmettitore di nozioni.
Il costruttivismo pedagogico che, invece, pone l’allievo protagonista e costruttore della propria conoscenza, Gardner e le intelligenze multiple che ha sottolineato l’importanza di sviluppare nei discenti oltre che conoscenze di tipo teorico anche conoscenze emotive ed affettive al fine di promuovere negli studenti il benessere psicologico e sociale e in tal senso come non richiamare anche il modello bio-psico-sociale ideato da Engel negli anni ‘70 e acquisito anche dall’OMS.
Tali presupposti fanno sì che l’IRC possa contribuire al successo formativo degli studenti in maniera efficace e offrire percorsi formativi efficienti per stimolare negli studenti il pensiero critico, creativo, la capacità di prendere decisioni e di risolvere problemi, l’acquisizione di abilità pratiche che migliorano la loro capacità comunicativa e di tessere e coltivare relazioni interpersonali costruttive, accrescere il loro senso di empatia e apprendere le giuste modalità per imparare a gestire le proprie emozioni.
In tal senso, l’utilizzo di tecniche come il brainstorming o il whritestorming si rivelano emblematiche. Così come l’applicazione di metodologie didattiche come il cooperative learning, il circle time o il debate che favoriscono un apprendimento di tipo collaborativo e partecipativo.
Ciò, ovviamente, deputa l’IRC a promuovere nelle scuole italiane l’inclusione e la cittadinanza al fine di suscitare negli studenti comprensione, interesse e partecipazione alla vita democratica del Paese.
Oltre ciò, risulta interessante e significativo il fatto che il Ministro per l’Istruzione Valditara nelle nuove Indicazioni Nazionali per il primo e il secondo ciclo di istruzione abbia sottolineato l’importanza di inserire la Bibbia come Testo da proporre, far conoscere e leggere a scuola a partire da una prospettiva squisitamente culturale e letteraria.
Ciò fa comprendere che il mondo della scuola ha acquisito la consapevolezza che per abitare saggiamente il presente e per guardare con speranza al futuro non si può prescindere dal “riscoprire” l’inestimabile patrimonio storico-culturale del passato.
Nell’epoca dell’IA e della rivoluzione tecnologica in atto tra i banchi di scuola trova piena cittadinanza l’IRC per il suo background culturale che propone agli studenti un percorso formativo ad ampio raggio e che può contribuire al pieno sviluppo integrale della loro personalità.
La scelta di avvalersi di questa disciplina diventa determinante per un percorso di studi dal respiro poliedrico. L’IRC è fortemente caratterizzato da un’attenzione antropologica-esistenziale poiché fornisce agli studenti delle risposte plausibili alle grandi domande che da sempre abitano il cuore dell’uomo: Chi sono? Che senso ha la mia vita? Perché la sofferenza, il male e la morte? É possibile essere felici?
Oltre ciò, l’IRC propone una visione dell’esistenza completa ed offre spunti di riflessione sulle grandi tematiche che caratterizzano il contesto educativo odierno: l’utilizzo consapevole di Internet, bullismo e cyberbullismo, diritti e doveri, questione dei migranti e di genere, sessualità, famiglia, ambiente, fraternità, dipendenze e disagio giovanile, supporto psicologico e inclusione sociale, povertà e educazione.
Riscoprire il valore pedagogico di questa disciplina porsi in ascolto dei suoi contenuti costituisce un’opportunità per i giovani di poter intraprendere un viaggio alla scoperta di sé stessi, degli altri e della realtà circostante per acquisire una visione della vita diversa e più completa.