La guerra tra bande nella Russia di Putin

La guerra tra bande nella Russia di Putin

di Pietro Licciardi

MOSCA VUOLE DE-NAZIFICARE L’UCRAINA MA NELLA FEDERAZIONE PROLIFERANO LE BANDE DI SKINHEADS

Un articolo pubblicato dall’agenzia di stampa AsiaNews riporta come in Russia stia crescendo il numero di formazioni giovanili neonaziste e di scontri con gruppi di antifascisti o persone di altra nazionalità. Questo quando uno degli argomenti più “gettonati” dalla propaganda che cerca di giustificare l’attuale sanguinosa guerra è proprio quello di voler “de-nazificare” l’Ucraina.

Come riporta l’agenzia questi gruppi avevano cominciato ad uscire allo scoperto all’inizio degli anni Duemila, e sembravano ormai scomparsi. Ma come documenta un servizio di Novaja Evropa, per effetto paradossale della ossessiva propaganda di Stato sempre più giovani stanno manifestando la loro rabbia giovanile e sociale assumendo gergo e comportamenti che si ispirano al razzismo xenofobo e al nazionalsocialismo trovando dall’altra parte altri gruppi altrettanto arrabbiati e violenti che si definiscono antifa. Il risultato è il rinnovarsi degli scontri in strada come avvenuto quindici o venti anni fa, quando Aleksej Naval’nyj con i suoi proclami anti-corruzione e la sua protesta conto il regime di Medvedev e Putin aveva mobilitato moltissimi giovani.

Gli scontri di oggi, nei quali si fatica a riconoscere i gruppi in conflitto – a volte si scontrano skinheads e bonkheads –, sempre secondo AsiaNews sono probabilmente anche il frutto del bellicismo esasperato già diffuso a suo tempo nelle scuole sovietiche di ogni ordine e grado e oggi accentuato dalla guerra con l’Ucraina.

Tra le cause scatenanti del fenomeno l’anniversario dell’uccisione di Ivan Khutorskoj, avvenuta il 16 novembre 2009. Il 26enne era il leader leggendario della Compagnia dei Rossi e Anarchici, noto come “Vanja Kostolom”, che organizzava servizi d’ordine per proteggere i concerti dei punk dagli assalti dei neonazisti, finché non gli spararono in testa all’ingresso della sua abitazione.

Allora nella sede del partito comunista Kprf venne mostrato un film in cui era descritto come «il primo che seppe con i suoi amici dare un’adeguata risposta ai fascisti, e agli altri idioti che si gettavano nella mischia».

Dopo il film due ragazzi di 16-17 anni, che non avevano intenzioni bellicose, sono stati circondati alla fermata dell’autobus da un gruppo di altri giovani, che hanno cominciato a criticarli, per i segni da loro esposti, come il “sole nero” – che ha notevole importanza nel misticismo nazista – e le croci; disputa teologica presto sfociata in un pestaggio terminato con una esecuzione in piena regola dei due ragazzi, freddati con un colpo di pistola alla testa.

L’episodio ha portato alla ripresa delle guerre di strada tra i giovanissimi, alternando le spedizioni punitive contro i migranti interni del Caucaso e quelli provenienti dall’Asia centrale, agli scontri tra le due fazioni opposte di russi.

Nel 2024 è stato aperto il canale Telegram Made with Hate e da allora i gruppi virtuali sui social si sono moltiplicati, insieme a quelli pubblici della “Comunità russa” e altre formule di tipo nazionalista o anarchico.

La propaganda “patriottica” seguita alla “Operazione speciale” in Ucraina ha a lungo silenziato le crescenti violenze, oltretutto ignorate dalle forze dell’ordine, ma la situazione sembra ormai fuori controllo e i giovani russi ormai invocano “sangue, morte e sterminio di tutti coloro che inquinano la nostra razza”, preparandosi a una vita di violenza e guerra universale.

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