In Svezia l’Islam non perdona

In Svezia l’Islam non perdona

di Angelica La Rosa 

SALWAN MOMIKA, TRA PROTESTE POLEMICHE E MORTE VIOLENTA

In Svezia Salwan Momika, l’iracheno accusato di aver bruciato il Corano, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da un commando armato durante un live streaming in diretta su TikTok.

Ma chi è Momika?

Salwan Momika è un personaggio controverso che ha suscitato accese discussioni a livello globale per le sue azioni provocatorie, in particolare il rogo del Corano in Svezia.

La sua vita, dal passato in Iraq fino alla morte violenta, è un caso emblematico di come la libertà di espressione, l’immigrazione e le tensioni religiose sono una miscela esplosiva pronta ad esplodere in diversi paesi europei.

Nato nel 1986 a Qaraqosh, in Iraq, Momika è cresciuto in una comunità cristiana in una regione segnata da conflitti settari. Durante la guerra civile irachena, si è affiliato ai gruppi paramilitari cristiani, combattendo contro lo Stato Islamico (ISIS) nel contesto delle Forze di Mobilitazione Popolare (PMF).

Nel 2017 ha lasciato l’Iraq per la Germania e successivamente si è trasferito in Svezia nel 2018, dove ha chiesto asilo politico. La sua richiesta è stata accolta temporaneamente, ma la sua domanda di residenza permanente è stata respinta a causa di incongruenze nei dettagli forniti sulla sua militanza. Nonostante ciò, Momika è rimasto in Svezia dove ha cercato di inserirsi nella politica locale.

Nel 2023, Momika è divenuto noto per le sue proteste contro l’Islam, in particolare per aver bruciato copie del Corano in diverse manifestazioni.

Queste azioni hanno generato una forte indignazione in tutto il mondo musulmano e hanno portato a tensioni diplomatiche tra la Svezia e vari paesi del Medio Oriente.

Le sue manifestazioni hanno scatenato proteste, minacce di morte e anche un aumento del livello di allerta per il terrorismo in Svezia. Pur ritenendo le sue azioni espressione del diritto alla libertà di parola, le autorità svedesi hanno aperto un’indagine su di lui per incitamento all’odio razziale.

Dopo mesi di controversie, Momika è stato ucciso il 29 gennaio 2025 nella sua casa a Södertälje, vicino a Stoccolma. La polizia ha arrestato cinque sospettati con l’accusa di omicidio premeditato.

La sua morte sta suscitando reazioni contrastanti: alcuni la vedono come un tragico epilogo della sua battaglia per la libertà di espressione, altri la interpretarono come una conseguenza “inevitabile” delle sue azioni provocatorie.

La verità, purtroppo,  è che la vicenda di Salwan Momika riflette le profonde fratture tra libertà di espressione, la religione e l’integrazione, o se preferite l’esatto contrario: il politically correct censorio, il fanatismo religioso e la mancata integrazione.

Il suo percorso, dalla militanza in Iraq alla morte violenta in Svezia, evidenzia le tensioni che possono scaturire dall’incontro di valori diversi, e non conciliabili, in un mondo sempre più globalizzato.

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