Un genio dimenticato
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ARISTARCO DI SAMO: IL PADRE DIMENTICATO DEL SISTEMA ELIOCENTRICO
Quando si pensa al sistema eliocentrico, il nome che viene subito in mente è quello di Niccolò Copernico, l’astronomo polacco del XVI secolo che rivoluzionò la comprensione del cosmo. Tuttavia, pochi sanno che quasi due millenni prima, un altro uomo, Aristarco di Samo, aveva già concepito l’idea che il Sole fosse il centro del sistema planetario. Sebbene il suo contributo sia stato dimenticato o minimizzato nel corso dei secoli, Aristarco gettò le basi per una rivoluzione scientifica che avrebbe cambiato per sempre il modo in cui l’umanità vede se stessa e il suo posto nell’universo.
Aristarco di Samo fu un pioniere del pensiero scientifico, un uomo che osò sfidare le convenzioni del suo tempo per proporre una visione del cosmo che avrebbe influenzato profondamente la storia della scienza. Sebbene le sue idee siano rimaste in ombra per secoli, il suo contributo è un monito del potere della curiosità umana e della capacità di immaginare un universo diverso da quello che appare.
Aristarco visse durante l’epoca ellenistica, un periodo che seguì le conquiste di Alessandro Magno e che vide una straordinaria diffusione della cultura greca. Tra il IV e il II secolo a.C., Alessandria d’Egitto divenne il fulcro del sapere scientifico e filosofico, grazie alla sua celebre Biblioteca e al Museo, un’istituzione che riuniva i più grandi intellettuali dell’epoca. In questo contesto, la scienza greca compì enormi progressi in astronomia, matematica, medicina e ingegneria.
Prima di Aristarco, la visione dominante dell’universo era il geocentrismo, sostenuto da filosofi come Platone e Aristotele. Secondo questo modello, la Terra era immobile al centro del cosmo, circondata da sfere concentriche che trasportavano la Luna, il Sole, i pianeti e le stelle fisse. Questo modello era supportato da osservazioni apparentemente intuitive: la Terra sembra ferma, mentre il cielo si muove sopra di noi. Inoltre, la filosofia aristotelica attribuiva alla Terra un ruolo centrale nell’universo in quanto dimora dell’umanità.
Parallelamente, alcuni pensatori, come Pitagora ed Eraclide Pontico, avevano già messo in discussione alcuni aspetti del geocentrismo. In particolare, Eraclide aveva ipotizzato che la Terra ruotasse su se stessa, ma non si era spinto fino a suggerire che il Sole fosse al centro del sistema.
La teoria di Aristarco, come descritto da Archimede nel suo “Arenario”, affermava che il Sole era il centro immobile dell’universo e che la Terra, insieme agli altri pianeti, orbitava attorno ad esso. Questa idea, straordinariamente moderna, ribaltava completamente il paradigma geocentrico.
Aristarco sostenne inoltre che la Terra ruotasse attorno al proprio asse, un movimento che spiegava l’apparente moto giornaliero delle stelle e del Sole. Secondo il suo modello, l’universo era molto più grande di quanto immaginato dai geocentristi, con le stelle fisse posizionate a una distanza immensa, così da non mostrare alcun movimento relativo visibile.
Oltre alla sua teoria eliocentrica, Aristarco si dedicò a calcolare le dimensioni e le distanze relative del Sole, della Luna e della Terra. Nel suo trattato *Sulle dimensioni e distanze del Sole e della Luna*, utilizzò un approccio geometrico basato sull’osservazione delle eclissi e degli angoli formati tra questi corpi celesti.
– Stimò che il Sole fosse molto più grande della Terra, arrivando a ipotizzare un rapporto di proporzioni di circa 1:19 (in realtà è circa 1:109).
– Dimostrò che il Sole era molto più lontano dalla Terra rispetto alla Luna, suggerendo che la sua maggiore distanza giustificava la sua apparente immobilità rispetto ai moti della Luna e della Terra.
Sebbene i suoi calcoli fossero imprecisi rispetto agli standard moderni, il metodo era rigoroso e rappresentava un primo tentativo di quantificare le proporzioni cosmiche.
La teoria eliocentrica di Aristarco non era solo una proposta scientifica, ma anche una sfida alle credenze filosofiche e religiose dell’epoca. Spostare il centro del cosmo dalla Terra al Sole significava, simbolicamente, spostare l’uomo da una posizione privilegiata. Questa idea era in contrasto con la filosofia aristotelica, che considerava l’universo come un sistema ordinato in cui la Terra occupava il punto centrale e più importante.
Sebbene le idee di Aristarco fossero ignorate dai suoi contemporanei e dimenticate per secoli, esse contenevano il germe di una rivoluzione scientifica. Quando Copernico nel XVI secolo riscoprì il modello eliocentrico, lo fece con una consapevolezza che doveva molto al lavoro di Aristarco e di altri astronomi greci.
Uno dei principali motivi per cui il modello eliocentrico di Aristarco non fu accettato fu la mancanza di strumenti per provare le sue affermazioni. Senza telescopi o tecnologie avanzate, era impossibile osservare fenomeni come la parallasse stellare, che avrebbe potuto confermare il movimento della Terra rispetto alle stelle.
La filosofia aristotelica, con la sua enfasi sull’esperienza sensibile e sull’ordine cosmico, dominava il pensiero dell’epoca e si opponeva all’eliocentrismo. Inoltre, l’autorità intellettuale di Aristotele rese difficile sfidare le sue idee.
Il modello geocentrico, perfezionato da Tolomeo con l’introduzione di epicicli e deferenti, era in grado di spiegare con buona precisione i moti apparenti dei pianeti. Questa capacità predittiva contribuì a mantenere il geocentrismo al centro del pensiero astronomico per oltre un millennio.
Nonostante il suo modello non fosse accettato, le idee di Aristarco sopravvissero grazie agli scritti di autori come Archimede, Plutarco e Seleuco di Seleucia. Quest’ultimo, un astronomo del II secolo a.C., difese apertamente il modello eliocentrico di Aristarco.
Con l’avvento del Rinascimento, gli studiosi riscoprirono i testi antichi e si imbatterono nelle opere di Aristarco. Copernico, nel suo “De revolutionibus orbium coelestium”, citò Aristarco come uno dei suoi precursori, riconoscendo il valore delle sue intuizioni.