Irlanda, la battaglia di Carol Nolan
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LA DEPUTATA CAROL NOLAN: “L’IRLANDA SEGUA L’ESEMPIO DI DONALD TRUMP”
In Irlanda la deputata Carol Nolan ha chiesto al governo di “bandire immediatamente i partecipanti maschi dagli sport femminili”.
La parlamentare ha dichiarato che sta chiedendo a tutti gli organi di governo nazionali di garantire che i partecipanti biologicamente maschi ( che tali sono anche se hanno effettuato la cosiddetta “transizione di genere” attraverso assunzione di ormoni o attraverso interventi chirurgici) non dovranno più essere messi in condizione di competere in competizioni sportive femminili. La Nolan è stata eletta al Parlamento come indipendente, battendo i candidati dei vari partiti nel suo collegio della Contea di Offaly. Un segnale di speranza che dimostra che è ancora possibile sconfiggere gli esponenti della partitocrazia se un candidato indipendente – pur con pochissime risorse economiche a disposizione – si presenta con un programma valido e una storia personale che offra garanzie di affidabilità.
Prima di diventare deputata, Carol Nolan è stata membro dello Sinn Féin del consiglio della contea di Offaly. Nel marzo 2018 venne sospesa dallo Sinn Féin per tre mesi per aver votato contro la legge che consentiva un referendum sull’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione, il cui sostegno era stato adottato dal direttivo del partito. Una decisione vergognosa, lesiva della libertà di pensiero dell’esponente politica, che peraltro non si fece intimidire, appoggiando la campagna Cherish all the Children Equal che sostenne il No al referendum sull’aborto del 2018. Si dimise in seguito dallo Sinn Féin a causa della posizione del partito sull’aborto.
Alle elezioni generali del 2020 venne eletta come deputata indipendente, ripetendosi nelle recenti elezioni generali, sempre come indipendente, andando a costituire con altri tre eletti un piccolo gruppo parlamentare di cosiddetti “Rurali” per via della loro appartenenza a contee di campagna.
Dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato negli scorsi giorni un provvedimento che vieta ai maschi biologici di competere contro le donne, la deputata Nolan ha detto di condividere questa scelta, affermando che l’Irlanda deve seguire l’esempio.
“La marea si sta rivoltando contro le richieste di ideologi di genere ben finanziati e radicali che hanno respinto e minimizzato le preoccupazioni delle donne e delle ragazze quando si tratta di condizioni di parità per lo sport e le competizioni atletiche”, ha detto la Nolan. “L’influenza che questi gruppi hanno esercitato è stata del tutto sproporzionata rispetto al livello di domanda reale esistente. Si sono effettivamente impegnate in un’acquisizione ostile di quelli che una volta erano spazi per sole donne. Questo deve finire.”
Carol Nolan ha affermato che l’Irlanda “deve avere il coraggio di sottolineare ciò che è palesemente ovvio; Permettere a uomini biologici adulti di competere con giovani donne o ragazze è a dir poco ridicolo”. Si tratta di una difesa dell’ordine naturale, della ragionevolezza, dal sapore quasi chestertoniano e distributista. Non per niente Chesterton pur essendo inglese amava profondamente l’Irlanda.
La Nolan ha concluso dicendo che “Se le persone che si identificano come transgender o non binarie vogliono competere, la soluzione è fornire una categoria distinta che consenta tale partecipazione, lasciando che le sole categorie femminili facciano ciò che hanno sempre fatto.”
Di fronte alle inevitabili polemiche, la Nolan ha replicato affermando: “Le donne e le ragazze hanno bisogno, chiedono e meritano i propri spazi. Non mi scuserò mai per aver sostenuto o difeso questo principio fondamentale radicato nel buon senso”,
La presa di posizione della deputata irlandese viene in un momento in cui sempre più persone si stanno rendendo conto della realtà che lo sport femminile è minacciato dall’incursione maschile. Occorrono criteri certi, senza i quali potrebbero ripetersi gli equivoci verificatisi alle recenti olimpiadi, con l’atleta dell’Algeria Khelif al centro di feroci polemiche, con scontri tra opposti estremismi ideologici. In presenza di regole chiare sul sesso biologico, queste diatribe spariranno. Lo si deve a tutte le atlete donne, all’oggettività della scienza medica, al buon senso e a quel che resta del concetto di fair-play nello sport.