Lourdes, la malattia e la pedagogia mariana
di Bruno Volpe
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LA MEMORIA DELLA MADONNA DI LOURDES E LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
La Chiesa cattolica fa memoria oggi della Madonna di Lourdes ed è anche la Giornata Mondiale del Malato. Quale il messaggio di Maria a Lourdes e lo spirito giusto per analizzare il giorno dedicato ai malati nel corpo e nell’anima? Lo chiediamo in questa intervista a Monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria.
Eccellenza, proviamo a sintetizzare, se possibile, quello che Maria ci dice a Lourdes?
“Il cuore delle apparizioni mariane di Lourdes si può sintetizzare in due parti: l’invito pressante, ma dolce, alla riscoperta della fede cristiana attraverso Maria, per un lato, e l’affidamento alla fede e alla misericordia per coloro che sono nella sofferenza fisica e spirituale. Le due dimensioni e i due lati vanno di pari passo e marciano assieme”.
Iniziamo dal primo…
“Il cuore dei messaggi di Lourdes consiste nel pressante invito a credere in Cristo e questo è possibile, anzi avviane, mediante l’intercessione della Madre. Per questo scopo a Lourdes si sceglie l’acqua che ha un significato salvifico e ci riporta al battesimo, sacramento della iniziazione cristiana. Anzi a Lourdes quell’acqua ci avvicina al mondo della pena e della malattia ed è un modo didascalico per rafforzare, davanti alla incredulità, vigente allora, come oggi, le visioni di Bernardette. I segni prodigiosi, i miracoli che avvengono a Lourdes, e sono scrupolosamente accertati dalla prudenza della Chiesa che non è mai indulgente verso forme esagerate o disordinate, servono appunto come pedagogia nei confronti di chi è tiepido o peggio ancora non crede”.
Lourdes e la malattia…
“A Lourdes vanno tanti ammalati, sia nel fisico che nell’ animo alla ricerca di consolazione. Naturalmente, nel piano e nel progetto misterioso di Dio, non a tutti è dato di guarire . Eppure l’importanza è di andarci spinti dalla fede e dalla ricerca di Dio attraverso l’intercessione di Maria e non solo dal lecito desiderio di guarire o peggio ancora dalla curiosità”.
La Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Malato proprio in occasione della Madonna di Lourdes, un caso?
“Non è casuale ed ogni cosa che la Chiesa stabilisce ha una collocazione sia liturgica che pastorale. In una società che sempre più spesso e con maggiore intensità, ricerca l’efficienza e la logica dell’apparire rispetto all’essere, ecco che Lourdes e la Giornata Mondiale del Malato rappresentano una risposta. Bisogna essere vicini realmente e non a parole, alla debolezza e alla fragilità”.
Il tutto ci spinge a valutare adeguatamente la sacralità della vita umana…
“Sicuramente, e ciascuno di noi deve vedere nella vita un dono. Nessuno ha fatto niente per venire al mondo, ma siamo nati per un progetto e un dono del Signore. Ecco perchè la vita, qualunque essa sia, è sacra e nessuno ne può disporre a piacimento”.
Eppure nel tempo della super efficienza affiorano tendenze ad eliminare o scartare esistenze che non sono allineate con i canoni dominanti, insomma: eugenetica…
“Quello che lei dice è vero e non appartiene al modo di pensare di Cristo. Qualunque vita, anche quella che appare debole, non conforme ai dettami del mondo, penso a chi ha delle disabilità, merita rispetto e tutela, dal momento del concepimento alla morte naturale e dobbiamo ringraziare sempre Dio del suo dono, indipendentemente da come essa è. Noi siamo amministratori e non padroni della vita e nei riguardi del fratello ammalato,uomo o donna in difficoltà, si veda sempre il volto di Cristo sofferente e si usino pazienza, amore, e soprattutto vicinanza”.
Malattia e speranza…
“Viviamo il tempo del Giubileo della Speranza della quale siamo pellegrini. Tutti dobbiamo sperare anche se come dice Abramo occorre sperare spesso contro ogni speranza. La speranza non è mai sterile ottimismo, ma una virtù cardinale che collega carità e fede. Ecco perchè ciascuno di noi, anche se malato, deve sperare in un domani migliore che si chiama Gesù e che ci porta ad una vita gloriosa, alla eternità. Se non credessimo in questo la nostra vita sarebbe un giochino disperato e privo di motivazione”.