Conosciamo San Giuseppe Allamano
–
TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI RICORDIAMO UN SANTO PIEMONTESE
«Il bene va fatto bene e senza rumore», ovvero nel miglior modo possibile, in silenzio. Questo è il motto di San Giuseppe Allamano, nato a Castelnuovo Don Bosco (Asti) il 21 gennaio 1851. Compaesano di San Giovanni Bosco e di suo zio San Giuseppe Cafasso, cresciuto tra le vigne in una famiglia contadina e religiosa, Giuseppe, quarto di cinque figli, perde il padre quando ha tre anni, e un altro fratellino è in arrivo. Dalla madre Maria Anna Cafasso, donna caritatevole che cuce vestiti e cucina cibo per i poveri, impara ad avere fede e a non lasciarsi scoraggiare. Nel 1862 entra nell’oratorio di San Giovanni Bosco a Valdocco (Torino).
Studente brillante e diligente, a 22 anni diventa sacerdote a Torino. Ha una voce timida, esile, ma subito viene nominato direttore spirituale del Seminario che segue con scrupolo e pazienza. Poi gli affidano il Convitto e all’età di 29 anni la “Madonna della Consolata”, il santuario mariano più caro ai torinesi. L’edificio della Consolata è in rovina. Uomo di preghiera, semplice, umile, dal silenzio laborioso, Giuseppe riporta all’antico splendore la basilica, con restauri e rinnovata spiritualità, anche grazie alla rivista La Consolata da lui fondata con successo di diffusione.
Chi lo avvicina si sente felice, sereno, amato. Intanto si adopera per la beatificazione dello zio materno Giuseppe Cafasso, proclamato santo nel 1947. Lui però sogna l’Africa: diventare missionario per diffondere il Vangelo tra i popoli di terre lontane, creare scuole all’aperto, assistere gli ammalati, insegnare a coltivare la terra. Ma la sua salute cagionevole lo costringe a rimanere a Torino. Il suo sogno si realizza nel 1901: insieme a Don Giacomo Camisassa, suo amico e fedele collaboratore, fonda l’Istituto Missionari della Consolata.
I primi missionari partono per il Kenya e l’Etiopia, sulle orme di un altro grande missionario astigiano, il Cardinal Guglielmo Massaja. Lui non parte, ma sta loro accanto: guida, consiglia, tiene una fitta corrispondenza. In Africa serve una presenza femminile: partono le Suore del Cottolengo di Torino e nel 1910 Allamano fonda le Missionarie della Consolata. San Giuseppe Allamano muore nel 1926 a Torino. Un anno dopo, il 20 ottobre 1927, viene istituita da Papa Pio XI la Giornata Missionaria Mondiale, proposta dallo stesso Allamano. E in questa giornata, il 20 ottobre 2024, Giuseppe Allamano viene proclamato santo da Papa Francesco. La sua suggestiva casa natale è visitabile a Castelnuovo Don Bosco, così come le case dei suoi compaesani San Giuseppe Cafasso e San Giovanni Bosco. Oggi i missionari della consolata sono centinaia, presenti in quattro Continenti (Africa, Americhe, Asia, Europa).
Per acquistare il libro
– su Amazon clicca qui
– su eBay clicca qui