India, induisti attaccano cristiani con un film
di Angelica La Rosa
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LE ACCESSE POLEMICHE SUL FILM “SANATANI: KARMA HI DHARMA”
Il film “Sanatani: Karma Hi Dharma” ha suscitato notevoli polemiche sin dalla sua uscita il 7 febbraio 2025. Diretto da Basudev Barad e prodotto da Bijay Kandoi, il film affronta temi delicati come le conversioni religiose nelle comunità tribali dell’Orissa, teatro nell’agosto 2008 della peggiore persecuzione anti-cristiana della storia del Paese, con decine di morti.
La rappresentazione delle pratiche cristiane e delle cconversioni nella pellicola ha sollevato accuse di distorsione e incitamento alla discordia religiosa.
La National United Christian Forum (NUCF) ha espresso una forte condanna nei confronti del film, accusandolo di rappresentare in modo denigratorio Gesù Cristo, i servizi religiosi cristiani e il sacramento del battesimo.
Secondo la NUCF, il film dipinge le conversioni religiose come atti criminali, minando il diritto costituzionale alla libertà di religione. Questo tipo di narrazione non solo distorce la realtà delle pratiche religiose, ma rischia anche di alimentare divisioni tra le comunità tribali e cristiane, mettendo a repentaglio l’armonia sociale.
Inoltre, il film è stato oggetto di controversie anche prima della sua uscita. Il trailer mostrava scene in cui le terre dei tribali venivano sottratte a seguito di conversioni religiose, suscitando preoccupazioni tra le comunità locali. Nonostante le richieste di bloccare la distribuzione del film, i produttori hanno proceduto con il rilascio, sostenendo che il contenuto non mostrava alcuna religione in cattiva luce.
La propaganda nazionalista contro le minoranze cristiane dell’India, peraltro, è incoraggiata politicamente per veicolare gli ideali nazionalisti e di centralità dell’induismo (oltre che di esclusione di ciò che non vi rientra) propugnati dal Bharatiya Janata party al potere nel Paese e dal governo guidato da Narendra Modi.
Il film, associando una vicenda di stregoneria a presunte attività di conversione al cristianesimo nei villaggi tribali, non solo getta una cattiva luce sulla presenza della cristianità in aree remote dello Stato ma suggerisce attività di conversione peraltro illegali secondo la legge locale. L’intento dichiarato anche nel titolo è di dimostrare come sia necessità e dovere per ogni indiano seguire la tradizione induista (e quindi arrivare anche ad uccidere chi induista non è.
Difficilmente in Orissa i fanatici induisti comprendono che è fondamentale che le opere cinematografiche trattino temi religiosi con sensibilità e rispetto, evitando rappresentazioni che possano incitare all’odio o alla discriminazione. La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma deve essere esercitata con responsabilità, soprattutto quando si trattano argomenti che toccano le credenze e le identità di più di 2 miliardi di cristiani nel mondo (di cui più della metà cattolici).