Quella novità del Cristianesimo che supera infinitamente tutte le religioni
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GESÙ E’ PANE DI VITA ETERNA
La vita è dono di Dio e glorifica Dio. Esprime la Sua potenza e le Sue perfezioni. Egli solo è il Creatore di ogni vita e il Signore di ogni cosa. Dio ci ha creati per farci vivere come persone e perché entrando in comunione con Lui potessimo avere la vita eterna che solo Lui possiede. L’uomo ha un destino di eternità: cosa che lo fa immensamente superiore a tutte le creature della terra. All’uomo Dio parla e lo invita all’amore e alla riconoscenza, stabilendo così una relazione di comunione vitale che dà gioia e pace.
Per staccare gli uomini da Dio, Satana tenta sempre di farli peccare e poi cerca di convincerli a non ritornare più da Dio, facendolo vedere come nemico dell’uomo, geloso della sua libertà e autonomia, castigatore e punitore con il dolore e la morte. Egli così spera di rendere Dio inamabile agli uomini e di farli fuggire via da Lui, attirandoli con i piaceri della carne e i beni della terra. L’uomo viene così inchiodato a ciò che non può mai dare vita piena. Calpesta progressivamente tutti i Comandi di Dio e si mette nella via della perdizione eterna, indurendo il proprio cuore.
Nonostante ciò, Dio non recede dalla Sua volontà di darci la vita eterna. È per questo che ha mandato Suo Figlio a farsi uomo e redimere gli uomini dal peccato. Chi lo accoglie, rende attuale il rimedio voluto da Dio per lui e avere così la vita. Ai Giudei che lo cercavano di nuovo dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù dice: “Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà” (Gv 6,27). E chiarì che era volere del Padre dei Cieli dare la vita al mondo per mezzo di lui, su cui aveva messo il suo sigillo con lo Spirito Santo. Ed egli lo avrebbe fatto mediante un “pane” ben superiore all’antica manna mangiata dai loro padri nel deserto; essi infatti poi morirono; invece, chi mangia di quest’altro pane non morirà in eterno. Questo è il vero pane di Dio: “il pane di Dio è colui che discende dal Cielo e dà la vita al mondo” (Gv 6,33).
Egli si proclama inviato dal Padre per dare la vita. “Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato, che chiunque conosce il Figlio e crede in lui, abbia la vita eterna. Io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,40) e si proclama “Pane della vita” (Gv 6,48), ben superiore alla manna che i loro padri mangiarono nel deserto. “Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno” (51). Egli è il buon pastore che dà la vita alle sue pecorelle: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10), dice. “Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato” (Gv 6,29); chi crede in Lui ha la vita eterna.
“Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno e il pane che Io darò è la mia carne per la vita del mondo… Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv 6,51.54.56). Questo disse Gesù nella sinagoga di Cafarnao, dopo aver saziato le persone che lo seguivano nel deserto con la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Gesù introdusse così, anche se tra l’incredulità generale e lo scandalo persino dei suoi discepoli il dono dell’Eucaristia, che avrebbe dato nell’Ultima Cena, quando consacrò il pane e il vino nel suo Corpo e Sangue, e li diede ai suoi Apostoli dicendo: “Prendete e mangiate… Prendete e bevete…”. Ed ordinò di ripetere in seguito questo suo memoriale : “Fate questo in memoria di Me!”. Dopo la sua risurrezione, i discepoli di Gesù cominciarono ben presto a celebrare il Memoriale del Signore e si adoperarono a “spezzare il pane” di casa in casa tra i suoi discepoli, secondo il suo comando. Così si edifica la Chiesa, la comunità dei credenti nel suo nome, animati dal suo Spirito e viventi in fraternità, come gli Atti degli Apostoli ci testimoniano. E così dovrà essere fino alla fine dei tempi.
Se ci chiediamo quale vita ci dà il Signore con la sua Eucaristia, rispondiamo che si tratta della sua stessa vita divina umanizzata, perché egli ci dà il suo Corpo e il suo Sangue: due elementi che indicano tutta la sua interezza di vita, offerta in sacrificio di lode: pensieri, affetti, amori, desideri, decisioni, volontà, relazioni, comunione, vittorie, signoria sul male, offerta sacrificale a Dio, morte santa e risurrezione. E precisamente tutto ciò che gli è trasmesso dal Padre: vita presente e gloria futura.
In particolare Gesù afferma: – come il Padre fa vivere me, così Io faccio vivere chi mangia di me, poiché ne ho il potere trasmessomi da Lui; gli comunico la mia stessa vita, con le sue facoltà e relazioni, la mia potenza e il mio amore; – come Io vivo per il Padre, così chi mangia di me vivrà per me, dirigerà tutta la sua vita a me, alla mia gloria, al mio Regno, secondo la volontà del Padre; non avrà altro scopo nella vita che amarmi e farmi amare; – chi mangia di me, dimora in me e Io in lui, cioè diventiamo familiari, intimi, “con-viventi”: il cuore dell’uno è dimora preferita dell’altro. Si stabilisce tra noi una vera unità sponsale stabile, che durerà in eterno.
La Santa Comunione trasmette la vita di Gesù all’anima prima e al corpo poi. Questa è la novità del Cristianesimo, che supera infinitamente tutte le religioni. Qui non si tratta solo di credere in un Dio o in qualcosa di divino, ma che Dio, mediante Cristo, si trasmette all’uomo e lo divinizza, pur rispettando la sua natura umana. Questa infatti, non viene dissolta nell’infinito di Dio, né diventa uguale a Dio, ma pur rimanendo sempre la stessa persona umana di prima, acquista la vita divina di Gesù Cristo, in grado proporzionale alla sua santità, alla sua unione con Lui. Questa unione inizia nella vita terrena con i Sacramenti e si perfeziona nel Cielo, per durare in eterno.
Unito a Cristo-Dio, l’uomo diventa vero figlio di Dio Padre, tempio vivente dello Spirito Santo, membro di Cristo e della Chiesa, figlio della Vergine Maria, amico degli Angeli santi, fratello di tutti i Beati del Cielo, amico di tutti gli abitanti della terra, cooperatore di Cristo per la loro salvezza eterna, vero benefattore dell’umanità.
Gesù presente nel suo fedele e intimamente unito a lui nell’essere e nell’agire, opera potentemente per l’avvento del Regno di Dio nel mondo e la sconfitta del regno di Satana, regno di violenza, di menzogna, di odio e di morte. Egli diventa luce che mette in fuga le tenebre, amore che vince l’odio, sacrificio di lode che toglie la maledizione, sacramento vivente di Cristo che opera la salvezza..
Chi bene si comunica col “Pane di vita” dà grande gioia a Gesù e consola il cuore del Padre, che vuole che abbiamo la vita eterna come Suoi veri figli e vinciamo le mortifere seduzioni del Maligno. Satana, infatti, si oppone a Dio e vuole prendere il Suo posto. Chi si nutre di Gesù-Parola e di Gesù-Pane del Cielo si rende invincibile e si mette tra i vincitori del Maligno, come dice san Giovanni (cfr. 1 Gv 2,12-14). In lui c’è un seme di vita eterna, divina, incorruttibile, che gli fa vincere il peccato.
Facendo nel suo fedele la sua dimora, Gesù porta con sé la Trinità santissima: il Padre creatore che dà vita, il Figlio redentore che salva, lo Spirito d’amore che mette in comunione e dà pace e gioia. Il fedele discepolo di Cristo allora cerca soprattutto il Regno di Dio e la sua giustizia e vuole che il nome del Padre sia santificato da ogni lingua e amato da ogni cuore, proprio come fece Gesù. Per questo scopo egli è pronto a rinunciare a tutto e lotta contro il regno del Maligno con le armi della verità, dell’amore e del sacrificio di sé fino a morire. La brama della gloria del Padre lo spinge a fare tutto il possibile perché si affrettino i tempi della restaurazione di tutte le cose: i “Cieli nuovi e la Terra nuova” di cui parlano le Scritture e che solo Dio potrà realizzare.
Tutto ciò è mirabilmente espresso e sintetizzato nella preghiera di Gesù, il “Padre nostro”. Essa è incastonata nel momento più solenne della S. Messa. È molto proficuo recitarla silenziosa-mente anche dopo aver fatto la santa comunione, unendo il proprio cuore a quello di Gesù presente in noi per la gloria del Padre. In quei beati momenti, Gesù uscito dal Padre e venuto nel mondo, ci fa risalire a Dio in pace.