Il Sangue di Gesù nella Santa Messa

Il Sangue di Gesù nella Santa Messa

di Padre Giuseppe Tagliareni

“IL MIO SANGUE NON CESSA DI EFFONDERSI SULLA TERRA”

A Maria Valtorta, un’anima mistica a cui furono fatte tante rivelazioni riguardanti la vita di Gesù e che morì a Viareggio nel 1961 in fama di santità, dopo una vita di tanta sofferenza, Gesù dettò tra l’altro, quanto segue. Il dettato è del giorno 18 maggio 1944, giorno dell’Ascensione.

Il mio Sangue non cessa di effondersi sulla terra. Da venti secoli esso splende, testimonianza di amore, in faccia al crea­to e, come rugiada, scende ovunque è una croce che dice: Qui è terra di Cristo. Gli angeli di ogni singolo credente, anzi di ognuno che porti il nome di “cristiano”, nella loro angelica natura non fanno che tessere voli fra cielo e terra per attingere dai tesori divini per ogni singolo loro custodito. Né qui cessa l’operazione angelica, perché anche l’altro innumero popolo angelico per ordine eterno adora per coloro che, non cristiani, non adorano il vero Dio, e prega il mio Sangue di effondersi su tutte le creature per es­sere da esse adorato.

Adorano giubilando gli angeli dei giusti, uniti all’anime dei medesimi che anticipano dalla terra l’adorazione che sarà eterna.

Adorano sperando gli angeli di coloro che cristiani non sono, spe­rando di poter divenire loro custodi nel segno della croce. Adorano piangendo gli angeli dei peccatori che non sono più figli di Dio. E piangendo ancora supplicano il Sangue che per sua virtù redi­ma quei cuori.

Adorano infine gli angeli delle chiese sparse per la terra, portando a Dio il Sangue elevato a ogni Messa in ricordo di Me.

Il Sangue scende e il Sangue sale con ritmo incessante. Non vi è attimo del giorno in cui non ascenda il mio Sangue a Dio e in cui non discenda dal trono di Dio sulla terra. Non vi hai mai riflettuto, Maria.

Ma la Messa ripete i tre punti più importanti della mia vita di Gesù Cristo, Verbo di Dio in­carnato. Quando, alla Consacrazione, le specie divengono Carne e Sangue, ecco che Io mincarno come un tempo. Non nel seno della Vergine. Ma nelle mani di un vergine. Ecco perché nei miei sa­cerdoti richiedesi verginità angelica. Guai ai profanatori che, col corpo insozzato da unione carnale, toccano il Corpo di Dio! Ché se il corpo vostro è tempio dello Spirito Santo e perciò deve esser conservato santo e casto, il corpo del sacerdote al cui comando Io scendo dal Cielo per divenire Carne e Sangue, e come nella cuna poso nelle sue mani, deve essere più illibato del giglio. E col corpo la mente, il cuore, la lingua.

Nell’Elevazione è la Crocifissione. “Quando sarò elevato trarrò tutto a Me” e quando da un altare Io vengo elevato ecco che meco traggo tutti i palpiti dei presenti, tutti i bisogni, tutti i do­lori, tutte le preghiere, e con essi mi presento al Padre e dico:  “Eccomi. Il Consumato d’amore ti chiede, o Padre, di dare per questi “miei” tutto, perché tutto Io ho dato per essi”. E quando viene consumato il Sacrificio con la consumazione delle Specie, ecco che Io torno al Padre mio dicendovi: “Io vi benedico. Sono con voi sino alla fine del mondo” come il mattino dell’Ascensione.

Per amore mi incarno, per amore mi consumo, per amore ascen­do. Per perorare in vostro favore. È sempre l’Amore quello che regna nelle mie opere. Medita la Messa in queste luci che Io t’illumino. E pensa che non vi è attimo del giorno in cui un’Ostia non sia consumata per amore di voi e un Sangue consacrato per aumentare le celesti piscine in cui si mondano gli spiriti degli umani, si sanano le in­fermità, si irrigano le aridità, si fecondano le sterilità, si fa di Dio ciò che era dell’errore.

Contempla il mio Sangue che dopo essersi effuso in dolori stra­zianti ascende al Padre gridando per voi: Padre, nelle tue mani confido questi spiriti miei. Padre, non li abbandonare. Io, l’Agnel­lo eternamente immolato, lo voglio per loro. E ripeti a te stes­sa, per annullare anche il ricordo del dubbio passato: “Per questo il mio cuore si rallegra e la mia lingua giubila e anche il mio corpo riposa nella speranza, perché Tu non hai lasciato l’anima mia nell’inferno del dolore. Ma per amore del tuo Sangue mi hai rese note, più ancora di or non è molto, le vie della vita e mi ricolmerai di gioia con la tua presenza”.

Sono, con poche modifiche, le parole di Pietro dopo la Pentecoste. Dille con anticipo di qualche giorno. Hai bevuto tanto fiele, povera Maria. Consola il tuo cuore col miele delle parole eterne. Ti benedico, come gli undici, prima di ascendere.

(Da: Maria Valtorta, “I Quaderni del 1944”. Centro Ed. Valtortiano, Isola del Liri 1985, pp. 357-358).

Meditiamo. In ogni Santa Messa:

-si offre a Dio il Sangue del Sacrificio della Croce che ci salva;

-tutti gli Angeli vi partecipano (giubilando, sperando, piangendo) e attingono grazia per gli uomini;

-la Consacrazione realizza misticamente l’Incarnazione del Verbo; l’Elevazione la Crocifissione, quando Cristo attira tutto a sé; con la Comunione si consuma il Sacrificio e Cristo torna al Padre come per l’Ascensione, lasciando la sua Benedizione e la sua Chiesa viva.

-Gesù tutto ha pagato al Padre e tutto può ottenere nella Messa;

-ha più frutto chi ben comprende il mistero e più vi partecipa;

-fondamentale è l’essere in grazia di Dio e non in peccato mortale;

-richiesta la castità nei coniugati e una grande purezza nei Sacerdoti: di corpo, di mente, di cuore, di lingua, per essere più simili alla Vergine Maria e degni di avere tra le mani il Corpo Santissimo di Dio fatto Uomo.

Ecco come la Valtorta riporta (Ivi, pag. 485) un dettato di San Giovanni l’Apostolo prediletto, che sotto la croce, vide morire Gesù e trafiggere il suo costato, da cui uscì Sangue e Acqua: Egli era uomo e dell’uomo che muore ebbe tutti i languori e gli strazi. Egli morì realmente poiché nessuno sarebbe vissuto dopo la profonda lanciata attraverso lo squarcio della quale io vidi il cuore, aperto non diversamente di quello dell’agnello che il beccaio espone nella sua bottega, e il polmone fermo e rattratto dopo l’ultimo anelito. Lo spirito, l’acqua e il sangue testimoniano in terra che Gesù Cristo era Uomo. Come la sua parola, che la voce del Padre e l’apparizione su Lui dello Spirito confermano, attesta essere Egli il Figlio di Dio.

Non vogliate avere dubbi. Né sulla sua natura divina. Né sulla sua natura umana. Trionferanno coloro che hanno vinto il mon­do. Il mondo che nega, poiché saturo d’odio satanico non può credere che ci fu chi amò tanto da umiliarsi, essendo Dio, ad esser Uomo, e da volere la morte per ridarci la Vita.

Il mondo si vince con la fede. E la fede vi attesta che Gesù Cristo, nostro Signore, è vero Dio e vero Uomo, e che per amor nostro prese carne nel seno di Maria e, nato non da potere d’uo­mo ma per divino sponsale, morì per noi sulla croce dando per noi tutto il suo preziosissimo Sangue, chiedendoci in cambio solo di credere, sperare, amare Lui ed in Lui.

Questo è quel Sangue nel quale si fanno monde le stole dei credenti e degne di splendere davanti al trono di Dio. Questo è quel Sangue che come fiume sgorga dal trono dellAgnello e nutre lalbero di Vita i cui frutti sono medicina del mondo, e chi sta alla sua ombra non conoscerà più pianto, né fame, né sete, né dolore, perché saranno finite per esso tutte le miserie della carne e lo spirito sarà beato in Gesù Signor nostro. Così sia. Così sia per tutti i tuoi servi, o Signore!

Per tutti vieni, Signore Gesù!

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