Toscana, la legge sul “fine vita” è inaccettabile

Toscana, la legge sul “fine vita” è inaccettabile

A cura della Redazione

L’ASSOCIAZIONISMO CATTOLICO ARETINO SOSTIENE LA VITA

In qualità di associazioni, movimenti e singoli cittadini credenti ci dichiariamo contrari a quanto eticamente sostiene questa nuova normativa regionale.

La legge formalmente interviene “solo” sui tempi procedimentali di realizzazione di un percorso verso il fine Vita, ma i suoi effetti restano sostanziali. Essa interviene sulle modalità che i servizi sanitari devono rispettare, e nei fatti aiutano velocemente a mettere un termine alla propria Vita. 

Questo è un tema non amministrativo che riguarda invece il senso che si dà alla Vita e alla propria presenza nella società e nel mondo reale. Non si tratta solo di organizzare un servizio sanitario, il tema è molto più complesso, ma la legge trasmette un chiarissimo messaggio inaccettabile: in Toscana è più facile ottenere un’autorizzazione a morire piuttosto che conservare la Vita.

Noi ci dichiariamo a favore della Vita, sempre e in ogni situazione. Siamo consapevoli che il dolore gravissimo cronico, le malattie attualmente non guaribili rappresentano una sfida per l’intelligenza umana, e la sanità. La politica non può rispondere con colpi di coda o misure che hanno più il senso della propaganda e della pubblicità che di una analisi approfondita e misurata sulle debolezze e solitudini umane, specie in momenti critici della Vita!

Non si può ridurre la questione a semplice motto libertario (“la Vita è mia e ne faccio quello che voglio!”) procedendo ogni entità per conto proprio. Riteniamo inoltre che la questione leda le competenze dello Stato in materia e, quindi, sembra anche violare le prerogative costituzionali riservate al legislatore nazionale. Il Parlamento è l’unica sede in cui si può affrontare compiutamente il tema in cui, in ogni caso occorre tenere presente la molteplicità delle diverse posizioni politiche in Italia.

Come cristiani ci sentiamo di ribadire il nostro rispetto della Vita, e rappresentare che la Vita è un bene non disponibile alla volontà soggettiva. Darsi la morte, favorire la morte o organizzarla non è un tema né privatistico né di organizzazione, ma di significato profondi. La Vita ha un senso per ciascuno. Oltre a questo nostro pronunciamento autonomo, inoltre, sosteniamo l’appello del Vescovo Andrea, che si è levata in difesa della Vita, in modo forte.

Altre regioni seguiranno il percorso della Toscana, poiché l’Emilia-Romagna ha già approvato una delibera di Giunta simile e in Abruzzo sono ripresi i lavori consiliari su una legge analoga.

Noi, convinti che la Vita sia un dono, riteniamo che essa non possa essere manipolata dalla volontà personale, e che il delicatissimo tema che tocca il senso della Vita, il dolore delle persone, e la Vita civile debba essere affidato all’approvazione di una legge nazionale, dopo ampio e partecipato dibattito, nonché sostenuta da un consenso ampio e non risicato.

Per questo come associazioni, movimenti e persone saremo presenti ad un incontro pubblico il giorno 21 febbraio alle ore 21,15 presso la Parrocchia di Giotto in Arezzo, per confrontarci, discutere e preparare una dichiarazione approfondita sul tema. 

ASSOCIAZIONE CRISTIANA LAVORATORI ITALIANI –ACLI

ASSOCIAZIONE DIFENDERE LA VITA CON MARIA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ORA ET LABORA

ASSOCIAZIONE PROVITA SINODO

DEMOS,

ISTITUTO SVILUPPO UMANO INTEGRALE-ISVUMI

MOVIMENTO CRISTIANI LAVORATORI-MCL

MOVIMENTO FOCOLARI

PROVITA E FAMIGLIA ONLUS

ASSOCIAZIONE DIFESA DEI VALORI

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La “disabilità uccisa”, costa meno che le cure palliative.
Triste, ma x i Compagni, è così.