Cristicchi come Djokovic

Cristicchi come Djokovic

di Alessio Jandoucheff Roumianteff*

DOPO GLI HATERS DI NOVAK DJOKOVIC, ESISTONO ANCHE GLI HATERS DI SIMONE CRISTICCHI

Dopo gli haters di Novak Djokovic, ho scoperto che esistono (per fortuna pochi) anche gli haters di Simone Cristicchi. Anche se nel caso di Cristicchi si tratta più che altro di detrattori. E allora mi chiedo: perché chi esce dagli schemi, chi è un outsider, fa così paura?

Djokovic è l’atleta che ha osato sfidare il sistema, che non si è mai piegato al pensiero dominante, e per questo è stato amato e odiato con la stessa intensità. Cristicchi, con la sua “Quando sarai piccola”, ha portato a Sanremo qualcosa di diverso: una poesia in musica, un momento di introspezione in un mondo che corre veloce. Entrambi, nel loro campo, hanno scelto una strada personale, rifiutando di conformarsi alle logiche del consenso facile.

Gli outsider sono quelli che scelgono strade alternative, quelli che non seguono il flusso ma lo sfidano, quelli che preferiscono la sostanza alla superficie. Vedo dei punti in comune tra di loro. L’uno con la racchetta, l’altro con il microfono, hanno fatto della loro arte un atto di libertà.

Djokovic non si è mai limitato a essere solo un campione: ha sfidato regole, ha difeso le proprie convinzioni anche a costo di pagarne il prezzo. Cristicchi non ha mai inseguito il tormentone o il facile successo, ma ha sempre portato avanti un’idea di musica d’autore profonda e poetica.

E il mondo, spesso, non è pronto per loro. Preferisce il prevedibile, il confezionato su misura, ciò che rientra nei binari prestabiliti.

Non è solo questione di critica denigratoria. Ci sono anche persone che semplicemente non comprendono ciò che è fuori dal loro orizzonte abituale, che non riescono a sintonizzarsi con un linguaggio o una sensibilità diversa. Ed in fondo non c’è niente di male.

Ma il tempo, alla fine, premia sempre chi ha avuto il coraggio di essere se stesso. E Djokovic e Cristicchi, in campi diversi, hanno dimostrato proprio questo.

*Tratto da Facebook 

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Finalmente una riflessione contro i modi di essere omologati, permeati dal pensiero privo di consistenza e superficiale.