L’esempio dei cardinali Müller e Burke
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I DUE CARDINALI, CRITICI SU ALCUNE SCELTE DI FRANCESCO, HANNO CHIESTO DURANTE IL SANTO ROSARIO LA GUARIGIONE DEL PONTEFICE ARGENTINO
Non è passata in sordina ma, anzi, ha fatto capire molto della loro personalità, la partecipazione dei cardinali Gerhard Ludwig Müller (tedesco) e Raymond Leo Burke (statunitense) al Santo Rosario tenuto in Piazza San Pietro nella serata di lunedì 24 febbraio 2025 (presieduto da uno dei naturali papabili in un prossimo conclave, l’attuale Segretario di Stato cardinal Pietro Parolin) per chiedere alla Beata Vergine Maria l’intercessione presso la Santissima Trinità per la guarigione del Santo Padre Francesco.
In molti hanno notato come due dei cardinali che sono stati molti critici su alcune scelte del Pontefice regnante abbiano vissuto con profonda partecipazione la più famosa preghiera mariana per chiedere la guarigione del Papa che hanno sempre riconosciuto come tale (a differenza di certi imbecilli, chierici e non, che si sono inventati la qualunque per disconoscere la legittima elezione del Pontefice argentino).
Nel corso degli anni Müller e Burke, come dicevamo, hanno espresso diverse critiche riguardo al pontificato di Papa Francesco, focalizzandosi su questioni dottrinali, pastorali e amministrative.
Il cardinale Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha manifestato preoccupazioni su vari aspetti dell’operato di Papa Francesco.
Müller ha criticato l’esistenza di un “cerchio magico” intorno al Papa, accusando alcuni collaboratori di influenzare eccessivamente le decisioni papali, specialmente nelle nomine e nella gestione delle questioni interne della Chiesa.
Dopo la conclusione del suo incarico come prefetto, Müller ha espresso disappunto per il modo in cui è stato sollevato dall’incarico, definendo l’azione come ingiusta e lamentando la mancanza di comunicazione diretta da parte del Papa.
Ha avvertito anche del rischio di uno scisma all’interno della Chiesa, sottolineando che sia i gruppi tradizionalisti che quelli progressisti potrebbero cercare di strumentalizzarlo per opporsi al Papa.
Müller si è dichiarato contrario all’idea di una rinuncia del Papa, affermando che il ruolo pontificio è un servizio a vita e che il Papa dovrebbe affrontare le difficoltà senza dimettersi.
Il Cardinale Raymond Leo Burke, noto per le sue posizioni coerentemente conservatrici, ha espresso critiche su vari fronti.
Insieme ad altri tre cardinali, Burke ha presentato i “dubia” a Papa Francesco, chiedendo chiarimenti su punti specifici dell’esortazione apostolica Amoris laetitia, in particolare riguardo all’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati.
Burke ha definito “blasfema” l’idea di benedire le unioni omosessuali, opponendosi fermamente a qualsiasi apertura in tal senso.
Nonostante le critiche, Burke ha dichiarato di non essere contro il Papa, affermando di voler solo difendere l’insegnamento tradizionale della Chiesa. Tuttavia è stato ingiustamente sanzionato con la revoca della possibilità di utilizzo del suo appartamento cardinalizio e dello stipendio.
Entrambi i cardinali hanno sempre sottolineato l’importanza di mantenere la coerenza con la dottrina tradizionale della Chiesa e hanno espresso preoccupazione per alcune direzioni prese durante il pontificato di Papa Francesco, temendo che possano generare confusione tra i fedeli e minare l’integrità dell’insegnamento cattolico.
Augurando lunga vita al Santo Padre Francesco, magari potrà toccare a uno dei due cardinali, da prossimo Pontefice, risolvere le criticità che hanno evidenziato.