Wikipedia o della disinformazione
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WIKIPEDIA È ESPRESSIONE DI UNA OPPRIMENTE EGEMONIA CULTURALE MONDIALE DELL’ESTREMA SINISTRA
Fino alla crisi di tutti i tradizionali sistemi di formazione e informazione causata da internet e la conseguente deculturazione e decivilizzazione di massa favorita anche dal tracollo educativo della scuola, ridotta a momento di “socializzazione” e infotainment, se non di indottrinamento alle ideologie mainstream, in ogni tinello della piccola borghesia su uno scafale della libreria troneggiava un’enciclopedia in più volumi, spesso acquistata a rate, “per le ricerche a scuola dei vostri figli”, come furbescamente suggerivano i venditori. Spesso si trattava di opere di grande dignità culturale, come le Garzantine, 28 volumi che spaziavano su tutto scibile umano. Negli studi e nelle biblioteche alto-borghesi – professionisti, docenti, intellettuali – faceva invece quasi sempre bella mostra di sé l’enciclopedia Treccani, una delle migliori opere della cultura italiana dell’epoca fascista, promossa e diretta da Giovanni Gentile. Forse era un’esibizione sociale di quei ceti, nel nome dell’ipocrisia borghese, ma c’era anche un innegabile spessore culturale diffuso, fatto comunque di buone letture, frequentazioni di teatri ed esercizio dell’educativa arte della conversazione.
Tutto ciò è stato spazzato via: “guarda su internet” è oggi la risposta a ogni quesito, alla necessità di ricerche, a dubbi di vario genere. Alcuni docenti si lamentano per l’overdose internettiana di tutti, ma proprio tutti, gli studenti, per quest’abuso del web, ma vengono considerati reazionari d’altri tempi. E in cima alle consultazioni, svetta Wikipedia. Innegabile che si tratti di un’ottima idea e un grande successo planetario, uno strumento che ha sostituito le vecchie enciclopedie. Resistono nel fortino della consultazione e della ricerca cartacea una minoranza orgogliosa di esteti della conoscenza, di anticonformisti del sapere, diffidenti dello strumento Wikipedia e dei suoi contenuti. In effetti, con approccio tutto politically correct, Wikipedia nella sua autopresentazione insiste molto sul fatto di essere “libera”, “collaborativa”, “aperta al contributo dei partecipanti”. Inoltre viene sottolineato che i punti di vista espressi sono improntati alla “neutralità” e “imparzialità”. Insomma un’ideale, illuministica comunità di sapienti desiderosi solo di distribuire le loro conoscenze, una sorta di Accademia virtuale ove i conflitti di opinione vengono composti con comprensione reciproca, collaborazione, capacità di ascolto, mediazione e buona educazione (la mitica netiquette). Un moderno Parnaso, insomma, quasi una rappresentazione web della Scuola di Atene. La sublimazione intellettuale di una politically correctness sorridente, amichevole, come la frequentazione di uno di quei salotti radical-chic ben descritti da Tom Wolfe.
La realtà è ben diversa. Anche Wikipedia è da tempo oggetto di una opprimente egemonia culturale mondiale dell’estrema sinistra, che la gestisce nel nome della più bieca falsificazione woke, della cancel culture, della violenta ideologia anti-bianca dei Black Lives Matter, del femminismo più fanatico e isterico. I “contributori”, che in questa “enciclopedia libera” sono gli autori delle voci, militano quasi tutti all’estrema sinistra. La possibilità per “contributori” indipendenti di correggere testi improntati alla più sfrontata politically correctness è minima. E questo vale anche per l’edizione italiana. Il giornalista cattolico Mario A. Iannaccone così sul mensile il Timone descrive lo stato della “scrittura” delle voci: “gruppi organizzati di contributori con una visione ideologica, ad esempio antireligiosa, o molto orientata, ad esempio sui temi omosessualisti, modificano voci che riguardano ipotesi scientifiche, episodi storici, fenomeni sociali. Questo è accaduto, ultimamente, con Cristoforo Colombo, la Chiesa, la Reconquista, il gender e l’immigrazione clandestina”. Ovviamente anche l’indimostrata teoria della “crisi climatica di origine antropica” viene data, antiscientificamente, per certa, nonostante lo scetticismo di scienziati e premi Nobel come Rubbia, Zichichi, Franco Battaglia e centinaia di altri. Efficace la definizione di Iannaccone per queste minoranze organizzate di estremisti: “teppisti della conoscenza”.
Questa corruzione goscista di Wikipedia non è una novità. Nel 2014, l’editore Bietti aveva pubblicato un testo di due autori, Emanuele Mastrangelo ed Enrico Petrucci: Wikipedia, l’enciclopedia libera e l’egemonia della cultura, in cui veniva denunciata l’occupazione manu militari dei testi da parte dell’estrema sinistra. Ancora recentemente, Emanuele Mastrangelo, sulla rivista Il Guastatore, ha nuovamente denunciato come “la comunità dei wikipedisti ha la sua componente di maggioranza fortemente sbilanciata verso posizioni liberal e vetero-comuniste, con lo zoccolo duro filo-UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti)”. Mastrangelo ha anche evidenziato come, nei confronti dei contributori “non-conformisti” siano stati attuati “processi di vero e proprio mobbing interno con cui si sono espulsi o spinti al volontario esilio coloro che non erano allineati a questa linea politica”.
Un’organica, documentata e ferma critica delle pratiche liberticide e censorie di Wikipedia è stata espressa da Roberto Pecchioli sul sito di Maurizio Blondet. Pecchioli cita l’ex direttore esecutivo della Wikimedia Foundation, Katherine Maher la quale ha dichiarato apertamente che, con il pretesto di combattere la “disinformazione”, ha praticato la censura come politica aziendale, collaborando con funzionari governativi dell’era Biden per censurare il dissenso. La Maher si è persino rammaricata che il Primo Emendamento della Costituzione USA, che garantisce la libertà di parola e di stampa, sia un ostacolo alla soppressione della “cattiva informazione” e che la sua politica è stata rimuovere i contenuti “discriminatori” da Wikipedia. Per poi cadere in uno dei più idioti luoghi comuni wokisti: “la maggior parte della conoscenza è stata scritta da uomini bianchi, coloniali, europei e nordamericani” (verrebbe da dire: “e allora?”). Con il suo solito stile tranchant, Elon Musk ha definito la Maher “uno dei peggiori esseri umani degli Stati Uniti”.
Persino uno dei co-fondatori di Wikipedia, Larry Sanger, ha denunciato parzialità nelle informazioni fornite. Alcune opinioni sono state “sistematicamente messe a tacere”. Sanger constata che l’enciclopedia ha abbandonato la sua neutralità a favore della sinistra politica e culturale, il pensiero liberal e le opinioni scientifiche ufficiali, ignorando o denigrando i punti di vista non conformi, conservatori o minoritari.
Gli esempi della disinformazione wikipediana che Pecchioli ci fornisce sono illuminanti: “Sul tema dell’aborto e della legalizzazione della droga, la prospettiva di Wikipedia è la stessa del radicalismo di sinistra: afferma che l’aborto è una delle pratiche mediche più sicure, ignorando le opinioni e gli argomenti degli oppositori. Nelle voci sulla legalizzazione della droga, vengono espressi prevalentemente argomenti a favore, senza affrontare adeguatamente il tema dei rischi e le relative prese di posizione. Rispetto alla figura di Gesù, pone l’accento sull’incertezza storica dei Vangeli. Asserisce che l’uso del termine Cristo (“unto”) è successivo al tempo degli apostoli, in contraddizione con le fonti bibliche. Sui temi scientifici è appiattita sulle tesi ufficiali, specie in ordine al cambiamento climatico e ai vaccini Mrna, indicando come certe le tesi rifiutate da una parte della comunità scientifica”.
Anche in Francia è stata denunciata la tendenza goscista della presunta “enciclopedia libera”. In un articolo su Le Figaro il giornalista Paul Sugy ha riportato l’ammissione di una fonte interna all’enciclopedia, vicina agli amministratori, secondo cui “la maggioranza dei contributori è di sinistra”.
Abbiamo già citato l’opinione di Elon Musk. Il brillante ed esplosivo imprenditore ha anche recentemente attaccato Wikipedia per la sua smaccata faziosità e partigianeria, definendola, con efficace storpiamento, “Wokepedia” e invitando i donatori a non finanziare più la fondazione che gestisce l’enciclopedia, che ha reagito aggredendolo verbalmente a sua volta e attaccandolo con malevoli insinuazioni (come sul presunto “saluto romano”).
Certo è che anche Wikipedia è stata investita dall’evidente cambio di clima, in senso conservatore e anti-woke, che negli USA ha portato alla travolgente vittoria di Trump. L’enciclopedia, probabilmente assai preoccupata per il progressivo sgretolarsi della feroce egemonia culturale finora dominante, ha attuato varie iniziative per proteggere i “contributori” ultra-progressisti dalle sempre più frequenti cause di diffamazione, tra le quali la messa a disposizione di avvocati per la difesa. Elon Musk e l’autorevole, storica fondazione conservatrice Heritage Foundation hanno promesso di intensificare i controlli sulle voci per denunciarne la faziosità. Vedremo se, col cambiamento del clima politico, si attenuerà la tendenza alle falsificazioni e alla censura ultra-sinistrorsa di quella che Pecchioli ha definito “il manuale del mondo capovolto”.
Nel frattempo, abbiamo fatto un piccolo esperimento. Abbiamo voluto esaminare con attenzione due voci: “Massacri delle foibe” – la Giornata del Ricordo è passata da non molto – e “Giovanni Gentile”, per ricordare il co-fondatore di una vera, grande Enciclopedia, che ha appena festeggiato i suoi cent’anni. Invito i lettori a effettuare analoghi esami, magari con voci e argomenti ben conosciuti.
La voce sulle foibe è un eclatante esempio dell’ipocrisia di Wikipedia, che in nome della “neutralità” accredita le tesi più riduzioniste, negazioniste e anche giustificazioniste. I martiri assassinati dagli slavo-comunisti nelle foibe? Tra le 3.000 e le 5.000, forse 11.000 includendo anche gli assassinati in altro modo. Una plateale falsità: è ben noto che il numero finale, non determinabile con certezza visto che sono migliaia le foibe nella zona e non sono quantificabili in modo preciso i morti gettati in mare, assassinati nei campi di concentramento titini, sepolti in fosse comuni, supera comunque, e probabilmente di gran lunga, le 20.000 unità.
Quale le cause del massacro, vero e proprio tentativo di genocidio degli italiani in Venezia Giulia, Istria, Dalmazia? Non l’incontrovertibile astio storico, atavico contro i nostri connazionali, in genere più intraprendenti, benestanti e acculturati degli slavi, fin dai tempi dell’impero asburgico (schierato con gli slavi contro gli italiani). Non l’odio dei comunisti titini che ritenevano gli italiani “tutti fascisti”. Secondo Wikipedia, invece, la colpa ricade sull’Italia e sul regime fascista: in particolare a causa del “tentativo di assimilazione forzata delle minoranze slave durante il ventennio fascista”, poi dei presunti “crimini di guerra” italiani durante l’occupazione della Jugoslavia, insomma “la semina di violenza compiuta dal fascismo”. In sintesi, secondo gli storici revisionisti, negazionisti e giustificazionisti citati, quasi esclusivamente, dall’enciclopedia on-line le foibe e gli altri massacri furono una sorta di reazione degli slavo-comunisti titini a un’asserita “politica di assimilazione fascista nei confronti degli allogeni, con le rispettive oppressioni e violenze, proseguita con l’aggressione italiana contro la Jugoslavia e culminata con la brutale repressione della resistenza jugoslava”. Totale silenzio, tra l’altro, dei massacri e delle brutali sevizie, durante la guerra, dei partigiani titini contro i militari italiani prigionieri.
Le varie associazioni degli esuli, da 300.000 a 400.000, da quelle terre italianissime che, con dignità e determinazione, si sono ricostituiti una vita in Italia, non hanno niente da dire?
Sfogliamo le pagine dedicate a Giovanni Gentile che, come sappiamo, venne assassinato dai partigiani rossi a Firenze nel 1944. Poco tempo prima aveva scritto un commovente appello agli italiani di ogni parte per la pacificazione. Wikipedia scrive: “In seguito alla sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana, fu ucciso durante la seconda guerra mondiale da alcuni partigiani dei GAP”. Anche in questo caso, sfacciato giustificazionismo di un crimine orrendo, l’assassinio di un filosofo, certamente il maggior filosofo italiano del XX secolo. Ma, continua la giustificazione wikipediana, Giovanni Gentile: “Era considerato in ambito resistenziale come uno dei principali teorici e responsabili del regime fascista”. Particolarmente ridicola e grottesca, poi, l’accusa dell’enciclopedia on-line al filosofo, vero e proprio incongruo anacronismo, di mostrare “posizioni maschiliste”. Ma ci sono altri passaggi, decisamente più calunniosi nei confronti di questo gigante della filosofia italiana, che fu anche Ministro della Pubblica Istruzione e autore di una storica riforma del sistema scolastico che fece della scuola italiana una tra le migliori al mondo e che tale rimase fino all’aggressione antimeritocratica democristiano-comunista al ginnasio del 1962 con la creazione della sciagurata scuola media unica e poi delle tragiche conseguenze del ’68. Wikipedia lo accusa: “Durante il suo ministero si rende responsabili di vari casi di persecuzione politica di insegnanti e funzionari antifascisti”. Eppure Gentile protesse, come direttore della Treccani, molti autori ebrei.
Ma l’accusa più abietta e infame è quella di essere approfittatore del regime: “In virtù della sua appartenenza organica al regime, Gentile consegue un forte arricchimento in termini economici e già all’inizio degli anni Trenta la sua famiglia si attesta su un tenore di vita parecchio elevato. Gentile realizza anche un notevole accumulo di cariche culturali, accademiche e politiche.” Un’accusa semplicemente disgustosa, degna della più bieca disinformazione della sinistra.
Questa è Wikipedia, ormai occupata di contributori di sinistra e di estrema sinistra e ridotta a strumento, soi disant “neutrale”, della feroce egemonia culturale rossa che grava come una “cappa” (copyright Marcello Veneziani) sulla nostra società. Se la conosci, la eviti.
quanta disinformazione in un articolo solo, soprattutto senza sapere. dice il vangelo, chi semina vento raccoglie tempesta, ma personalmente non ne vedo il motivo…
parlare per partito preso è sempre sleale, ostacolare l’istruzione e la cultura è sempre sbagliato (soprattutto anche quando l’attenzione, l’interesse e la collabolrazione da parte di wikipedia e non solo con CEI, chiese e tutela del patrimonio artistico culturale è sempre altissima).