Il dialogo sull’amore
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SIAMO LUCE DEL MONDO
Professoressa perché tutte le mie storie d’amore finiscono? In cosa sbaglio? Mi sento esclusa, tutte le mie amiche hanno già il fidanzato e io no!.Sono proprio sfigata, non mi sposerò mai! Mi aiuti Prof!!
Cara Giulia, mi poni delle domande di vita importanti, sento tutto il tuo dolore e rammarico, non sei sbagliata, non sei esclusa. Prendimi idealmente per mano e facciamo insieme un viaggio all’interno del cuore dell’uomo. Ti và?
Sì, prof., sono già emozionata.
Cara mia alunna, la società odierna è attratta dalle notizie di morte, da cantanti che inneggiano al male, al suicidio, alla depressione. Artisti che, a volte, essi stessi muoiono disprezzando la loro vita, la loro esistenza. I mass media, le serie tv, i musicisti, gli attori spesso sfruttano il lato oscuro dell’uomo per generare curiosità, nutrire pensieri negativi, distorti e dunque svuotare il cuore dell’uomo.
Perché? Che senso ha tutto questo professoressa?
Chi sente nel proprio cuore un senso di vuoto, di smarrimento, di insoddisfazione, di angoscia, di turbamento ha bisogno di compensare quel vuoto. Sai come farà ciò cara Giulia? Consumando cibo, vestiti e/o ciò che stimola il commercio sfrenato. Si è legittimati ad acquistare perché bisogna consolare il vuoto del cuore. Sì, si è legittimati a crogiolarsi nell’insoddisfazione e nella lamentela continua perché tanto tutto va storto. Si è legittimati addirittura ad usare il sentimento del proprio fratello o sorella per riempire il bisogno di amore del proprio cuore. Altro fenomeno che si sta sempre più imponendo con forza è l’esaltazione dell’aspetto fisico sino alle estreme conseguenze. Ragazze e ragazzi che vanno alla ricerca costante della perfezione fisica, dell’omologazione di modelli di donne e uomini perfetti, ma solo secondo i canoni televisivi… “Icone” che creano frustrazione, senso di inadeguatezza, bisogno di apparire più che essere.
È necessario riflettere attentamente cara Giulia. È un inganno dal maligno! “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13.14). San Giovanni Paolo II nell’omelia del 28 luglio del 2002, durante la Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi a Toronto, riflette insieme ai giovani, da lui tanto amati, evidenziando che lo spirito del mondo è tenebra, è menzogna, Gesù è venuto per portarci dalle tenebre alla Luce. Il mondo offre molte false parodie della felicità, che vorrebbero la felicità del mondo lontana da Dio Padre, escludendo le verità morali, la responsabilità personale e le virtù della fede, della speranza e della carità. I figli di Dio sono sale del mondo perché conservano la bellezza della vita in Cristo e cambiano il gusto della storia umana divenendo luce per il mondo. Infatti, continua il Santo Padre, se una piccola fiammella è in grado di fare luce nella notte, ancor più luce di tantissimi giovani in Cristo è in grado di portare sulla terra il fuoco vivo, la luce e la grazia del Padre. San Giovanni Paolo II, infine, ricorda ai giovani che “non siamo la somma delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti, al contrario, siamo la somma dell’Amore del Padre e la nostra capacità di divenire l’immagine del Figlio suo”.
Professoressa che bello ciò che mi sta raccontando, siamo allora luce del mondo, che gioia.
Cara Giulia, tu, io, siamo creati dall’amore del Padre, voluti e pensati ancor prima della creazione del mondo, intessuti nel cuore del Padre, riscattati a caro prezzo, valsi il sacrificio della croce di Cristo. Alunna cara ascolta con attenzione insieme a me questi passi della Sacra Scrittura: Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2,10). “Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato, perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1 Pietro 2,9). “In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà” (Efesini 1,4-5). Cara Giulia comprendi ora?
Sì, prof., ora capisco che siamo profondamente amati ma non capisco quale nesso ci sia tra noi, il Padre e il fidanzamento.
Ricorda che siamo chiamati in primo luogo a coltivare la gioia, la luce e la parola che Dio ha messo nel nostro cuore. Solo nella pienezza della nostra vita troveremo la nostra vocazione: vita religiosa, sacerdozio, matrimonio etc. Noi siamo qualcosa di molto più grande della nostra vocazione: siamo l’opera d’arte che Dio vuol fare in noi. Come Dio Padre chiamò Abramo chiedendogli di lasciare la sua casa, la sua famiglia, la sua vita per una missione molto più grande, così oggi il nostro Signore chiama ognuno di noi per noi, ci chiama al primo e più grande matrimonio: con il Signore. Una vita in Cristo è un’avventura meravigliosa che vale la pena di vivere anche quando non capiamo il perché di ciò che avviene. Se capissimo tutto e subito che vita sarebbe, che amore sarebbe? E’ più bello fidarsi e abbandonarsi ad un Dio Infinitamente Grande e Misericordioso.
Prof. ma allora fatto questo troverò subito l’amore della mia vita?
Cara Giulia, il fidanzamento e il matrimonio sono due fasi molto importanti della vita dell’uomo e della donna, hanno dell’umano ma anche del divino. Padre Dolindo Ruotolo in un lunga lettera scritta al cugino Umberto per il suo fidanzamento indica le qualità che devono essere cercate nel fidanzato/a. È bene avere accanto a sé una persona pia, buona e religiosa dice il Sacerdote. Solo questi sono i valori essenziali affinchè ogni altra qualità possa avere un senso. Di questo solo a parere del Sacerdote deve godere e gloriarsi il fidanzato o la fidanzata. Il Fidanzamento poi, è un momento fondamentale nella coppia. Fidanzarsi dice Don Dolindo significa camminare in nome di Dio, come un noviziato d’amore: preparare il cuore alla venerazione e al rispetto scambievole. Aiutarsi scambievolmente per sapersi conformare l’uno all’altra. Già questo basti a farti comprendere come il fidanzamento non sia solo effusioni e dolcezza ma quasi un campo di battaglia. Nel periodo del fidanzamento, infatti, bisogna togliere e spegnere tutto ciò che impedisce l’unione dei due cuori e mettere tutto ciò che li unisce. Bisogna comprendere se la coppia sta crescendo insieme, se l’unione porta la maturazione personale e nella coppia, è necessario appunto mettersi in discussione e comprendere se Dio è nella coppia. In tal senso basti leggere la vita di Chiara Corbella Petrillo la cui causa di beatificazione è in corso, per comprendere quanto sia fondamentale e necessario il fidanzamento cristiano. Chiara ed Enrico vissero un rapporto di conoscenza tribolato, fatto di tante ferite personali che si infrangevano nella fragilità e debolezza dell’altro e che conducevano i due giovani a frequenti allontanamenti. Vi è più, dalla lettura della vita di Chiara emerge come le paure dei giovani bloccavano il dono pieno di sé e dunque l’ amore totale che non chiede nulla in cambio se non la gioia di vedere la felicità dell’altro. Un amore capace di accettare la possibilità di perdere la persona amata. Chiara sperimentò il deserto nel fidanzamento, momento che lei stessa definì successivamente, fondamentale, un momento di preparazione al matrimonio. La giovane, infatti, doveva prima fare esperienza dell’amore che il Signore aveva per Lei, soffrire e abbandonare i propri schemi mentali. Doveva fare spazio ad Enrico. Il Padre Spirituale di Chiara le diede da meditare una frase: “quando Dio apre una porta nessuno la chiude, quando Dio chiude una porta nessuno la apre” (Ap 3,7). Questa frase fece di Chiara una cristiana. Enrico, dal canto suo, era molto fermo nel sostenere che “se riconosci che solo in Dio puoi amare, devi amare Dio più di tua moglie, più di tuo marito. Se cerchi la consolazione nell’amore di una persona che ti sta vicino, stai prendendo una strada sbagliata. Perché la consolazione tela deve dare solo il Signore, poi, se il Signore vuole ti dona la consolazione attraverso qualcuno”.
Prof. ma poi Chiara ed Enrico si sono sposati?
Sì, certamente, si sono sposati ma prima Chiara doveva restituire Enrico al Signore che glielo aveva donato, doveva smettere di avere paura e nascondersi. Enrico, invece, dal canto suo doveva abbandonare la paura di perdere la persona amata. Ecco cara cos’è il fidanzamento, un tempo di fatica, di lavoro, di tribolazione e scoperta di sé e dell’altro. Il matrimonio poi, come dice il caro Padre Dolindo Ruotolo, non è un divertimento, un contratto, ma un incontro dell’esperienza umana con la mano di Dio. Dio ha infatti stabilito nel matrimonio il modello da dare alla Chiesa, alla Patria, agli uomini per aiutarsi scambievolmente, elevarsi, perfezionarsi e raggiungere Dio Padre nell’eternità. L’uomo e la donna secondo il caro Sacerdote Dolindo dovranno essere infiammati nel cuore e illuminati nella mente, affinchè il loro amore cresca, si fortifichi e possano così essere felici nel matrimonio. Per far ciò, secondo Padre Ruotolo, è fondamentale il periodo del fidanzamento e l’accesso ai Sacramenti di frequente. Infatti, il Sacerdote ricorda al cugino come i sacramenti illuminano la mente e accrescono il fuoco. Solo così la coppia potrà porre le basi solide all’edificio che ha costruito e dovrà innalzare per tutta la vita. Il matrimonio riserva delle sante gioie e dolcezze ma tutto dipende dalla presenza della Grazia di Dio nel cuore dei due giovani. I giovani genuflessi innanzi al Santissimo che vengono benedetti dal Sacerdote, ottengono la Grazia, la quale sarà più o meno grande a seconda delle disposizioni. È dunque fondamentale prepararsi bene perché dove manca Dio manca tutto.
Prof. questo vuol dire che quando si incontra un ragazzo che ci piace tanto dobbiamo parlarne con il Signore?
Certo cara Giulia, non solo parlarne ma chiedere al Signore di mostrarti, di farti comprendere a cosa siete stati chiamati e quale strada state percorrendo insieme. Non avere fretta ma affida tutto nelle mani della Vergine Santissima, prega e chiedi Luce. “Trova la tua gioia nel SIGNORE ed egli appagherà i desideri del tuo cuore” (Salmo 37).
Grazie Prof, Lei è una grande!
Cara Giulia non ringraziare me ma il Padre che ti ha creato, il Figlio che ti ha redento e lo Spirito Santo che ti porta l’amore.