Conosciamo il Cardinale elettore Fabio Baggio
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VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO
Il Cardinale elettore Fabio Baggio, C.S., Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è stato creato e pubblicato Cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del 7 dicembre 2024 con il titolo della Diaconia di S. Filippo Neri in Eurosia.
Nato a Bassano del Grappa (Italia) il 15 gennaio 1965, nel 1976, ha fatto il suo ingresso nel Seminario Scalabrini-Tirondola dei Missionari di San Carlo, emettendo la professione perpetua nel 1991. L’anno successivo è stato ordinato Sacerdote. Nel 1998 ha conseguito il Dottorato in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Dal 1995 al 1997, a Santiago del Cile, oltre a esercitare il Ministero Pastorale, ha ricoperto l’incarico di Consigliere della Commissione Episcopale per le Migrazioni del Cile (INCAMI). In seguito, fino al 2002, è stato Direttore del Dipartimento per la Migrazione dell’Arcidiocesi Metropolitana di Buenos Aires, ricoprendo inoltre, nel 1999, il ruolo di Segretario Nazionale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, Pontificie Opere Missionarie Argentina.
Il 14 dicembre 2016 è stato nominato Sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Il 23 aprile 2022, il Santo Padre l’ha confermato nella carica, anche con la responsabilità della Sezione Migranti e Rifugiati e dei Progetti Speciali. Il 31 ottobre 2024, Papa Francesco l’ha nominato Vescovo titolare di Urusi, conferendogli il titolo personale di Arcivescovo.
La maggior parte della carriera del cardinale Baggio è stata dedicata a migranti e rifugiati. Ha ricoperto vari ruoli in diversi paesi, mettendo in mostra il suo impegno per questa causa. Nel 2021, è stato nominato membro della commissione COVID-19 del Vaticano che ha promosso in modo controverso l’idea che prendere i colpi anti-covid era un “atto d’amore”. Il cardinale vede l’immigrazione e l’ecologia come collegate. “Non possiamo ignorare l’ecologia, perché le aree più colpite dai nuovi fenomeni atmosferici, creando desertificazione, scarsità d’acqua, ecc., sono le aree da cui arriveranno ancora più migranti in futuro”.