Conosciamo il Cardinale elettore Fridolin Ambongo Besungu

Conosciamo il Cardinale elettore Fridolin Ambongo Besungu

di Angelica La Rosa 

VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO

Il Cardinale elettore Fridolin Ambongo Besungu, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), è nato il 24 gennaio 1960 a Boto, nella diocesi settentrionale di Molegbe. Ha frequentato i corsi di Filosofia nel Seminario di Bwamanda e di Teologia presso l’Istituto Saint Eugène de Mazenod della capitale. Ha emesso la prima professione nei Frati Minori Cappuccini nel 1981 e quella perpetua nel 1987. Ordinato sacerdote il 14 agosto 1988, ha anche conseguito la laurea in Teologia morale a Roma presso l’Accademia Alfonsiana.

È stato parroco a Bobito (1988-1989) e ha insegnato Teologia morale all’Università Cattolica del Congo a Kinshasa, al Seminario maggiore interdiocesano dei Santi Pietro e Paolo a Lisala, e dal 1995 al 2005, all’Istituto Mazenod. Al contempo ha ricoperto vari incarichi tra i padri Cappuccini e gli organismi di rappresentanza dei religiosi, come superiore maggiore e vice-provinciale della vice-provincia del suo ordine nella Repubblica Democratica del Congo, e presidente nazionale dell’Assemblea dei superiori maggiori (Asuma) e della circoscrizione dei Francescani Cappuccini in Africa (Concau).

Da Benedetto XVI è stato eletto Vescovo di Bokungu-Ikela, nella provincia nord-occidentale dell’Equatore, il 22 novembre 2004. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 6 marzo 2005 da Joseph Kumuondala Mbimba, Arcivescovo di Mbadanka-Bikoro, conconsacranti l’Arcivescovo Giovanni d’Aniello, Nunzio Apostolico nella Repubblica Democratica del Congo, e il Cardinale Frédéric Etsou-Nzabi-Bamungwabi, Arcivescovo di Kinshasa. Omnia omnibus (“Tutto a tutti”) il motto scelto dal novello presule, che è stato anche Amministratore Apostolico di Kole, al centro del Paese francofono a maggioranza cristiana, e in seno alla Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (Cenco) ha presieduto la commissione Giustizia e pace, per otto anni, e quella per le Risorse naturali.

Il 5 marzo 2016 Papa Francesco lo ha nominato Amministratore Apostolico di Mbandaka-Bikoro per poi promuoverlo, il successivo 12 novembre, Arcivescovo della medesima sede. Subito dopo, nel giugno 2017 è stato eletto vice-presidente della Cenco. E in questo frangente ha assunto un ruolo di primo piano nella ricerca di una soluzione pacifica alla crisi politica in atto nell’ex colonia belga, già piegata da un conflitto che provoca migliaia di sfollati in fuga dalle violenze, e dal virus dell’ebola che continua a mietere vittime.

Ha co-presieduto il dialogo che, con la firma degli Accordi di San Silvestro, ha portato a nuove elezioni alla fine del 2018.

Papa Francesco, il 6 febbraio 2018, lo ha nominato Coadiutore di Kinshasa, su richiesta dell’anziano Cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, al quale, dopo aver partecipato in Vaticano al Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, è succeduto.

Da Papa Francesco è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 5 ottobre 2019, con il Titolo di San Gabriele Arcangelo all’Acqua Traversa.

Il 15 ottobre 2020 il Santo Padre Francesco lo ha nominato Membro del Consiglio di Cardinali per aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa Universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica “Pastor Bonus” sulla Curia Romana.

Il 7 marzo 2023 il Santo Padre Francesco, dovendo rinnovare il Consiglio di Cardinali, perché scaduto il mandato del precedente, ha nominato il Cardinale Ambongo Besungo membro del nuovo Consiglio.

È membro del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vata Apostolica e del Consiglio di Cardinali.

Il cardinale è un appassionato promotore della giustizia sociale che si impegna senza paura in politica a favore dei poveri e dei senza voce, ma il cui approccio alla missione e ad altre questioni cruciali appare contraddittorio.

La sua posizione di rilievo nella Chiesa cattolica in Africa va di pari passo con il suo impegno politico in Congo, dove è visto non solo come il leader della Chiesa cattolica in Africa e un potenziale papabile, ma anche come leader dell’opposizione politica al presidente Félix-Antoine Tshisekedi Tshilombo.

Il cardinale, che si definisce una “sentinella”, è schietto nelle sue critiche al governo. Ambongo è diventato così rumoroso che all’inizio del 2024 il pubblico ministero della Corte di cassazione congolese lo ha accusato di “comportamento sedizioso che porta ad atti criminali” per non aver incoraggiato l’esercito congolese nella sua lotta nella parte orientale del paese.

Il cardinale Ambongo su questioni relative alla fede e alla Chiesa appare decisamente ortodosso: difende strenuamente la famiglia, il celibato sacerdotale e l’insegnamento morale della Chiesa. Si è opposto, come la maggior parte dei vescovi africani, alla Fiducia Supplicans e ha negoziato abilmente con il Vaticano un’esclusione dalla dichiarazione.

Il cardinale difende l’identità cattolica ma è contento che i protestanti rimangano protestanti, i musulmani restino musulmani ma ciò implica che non si crede veramente al battesimo come necessario alla salvezza.

Riconosce il declino della civiltà cristiana occidentale, ma ritiene che l’attuale pontificato assomigli alla “giovane Chiesa” del futuro, anche se molti critici di questo pontificato affermano che esso ha troppo spesso abbracciato i valori secolari che hanno precipitato il declino dell’Occidente. Il cardinale ha espresso preoccupazioni circa l’evangelizzazione superficiale, ma poi ha scelto di concentrarsi principalmente sulla dignità umana, sulle questioni sociali e sulla cultura, piuttosto che sui sacramenti e sul sacrificio della Messa.

Inoltre ritiene che la chiave per il futuro della Chiesa sia la sinodalità, che egli ritiene fermamente essere un “nuovo modo di essere Chiesa”, ma sembra ignaro sul fatto che il processo sinodale è utilizzato da molti dei suoi protagonisti per promuovere gli stessi programmi a cui lui si è sempre e veementemente opposto.

Il cardinale Ambongo è un forte sostenitore dell’inculturazione e del rito zairese, e vede l’evangelizzazione tanto necessaria per la sua patria. La sua stessa arcidiocesi, tuttavia, ha una cattiva reputazione nell’attrarre vocazioni in un continente in cui, a quanto si dice, stanno crescendo più rapidamente. Sotto la supervisione di Ambongo, infatti,  il numero di sacerdoti e religiosi è crollato.

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