Conosciamo il Cardinale elettore Daniel Fernando Sturla Berhouet
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VIAGGIO NEL COLLEGIO CARDINALIZIO
Il Cardinale elettore Daniel Fernando Sturla Berhouet, Società Don Bosco, Arcivescovo Metropolita di Montevideo (Uruguay), è nato il 4 luglio 1959 a Montevideo. Ha frequentato la scuola primaria e secondaria fino al quarto anno di liceo nel collegio San Juan Bautista, dei religiosi della Sacra Famiglia, conseguendo poi il baccalaureato in diritto all’istituto Juan XXIII. Attratto dal carisma di san Giovanni Bosco, è entrato nel noviziato del salesiani di Montevideo e ha emesso la professione religiosa il 31 gennaio 1980. Quindi ha proseguito gli studi di filosofia e scienze dell’educazione nell’istituto Miguel Rúa, retto dai salesiani della capitale. Dopo un periodo di tirocinio pratico svolto dal 1982 al 1983 nel laboratorio Talleres Don Bosco, dal 1984 al 1987 ha perfezionato gli studi in teologia nell’istituto Monseñor Mariano Soler.
Il 21 novembre 1987 è stato ordinato sacerdote per la Società Salesaina di San Giovanni Bosco, e l’anno successivo nominato consigliere di studi del Talleres Don Bosco, incarico mantenuto fino al 1990. Nel 1991 i superiori lo hanno scelto per un triennio come vicario della casa di noviziato e post-noviziato.
Dal 1994 al 1996 è stato Direttore dell’aspirantato salesiano e dal 1997 al 2002 direttore e maestro dei novizi. Inoltre, dal 2003 al 2008 ha svolto il compito di direttore dell’istituto preuniversitario Juan XXIII. In quegli anni ha proseguito gli studi in teologia e nel 2006 ha conseguito la licenza alla facoltà teologica dell’Uruguay Monseñor Mariano Soler.
È stato tra i partecipanti al venticinquesimo (2002) e al ventiseiesimo (2008) capitolo generale della congregazione salesiana. Nel frattempo ha iniziato a insegnare storia della Chiesa in America e in Uruguay, curando studi e pubblicazioni soprattutto sulla questione del rapporto tra istituzione religiosa e autorità statale. Dal 2008 al 2011 è stato Ispettore della provincia salesiana dell’Uruguay.
Il 10 dicembre 2011 Benedetto XVI lo ha eletto vescovo titolare di Felbes e, al contempo, ausiliare di Montevideo. Il 4 marzo 2012 ha ricevuto l’ordinazione episcopale, scegliendo come motto: “Servire il Signore con gioia”.
L’11 febbraio 2014 Papa Francesco lo ha promosso Arcivescovo Metropolita della capitale Montevideo.
È il secondo ecclesiastico nella storia dell’Uruguay a ricevere la porpora, preceduto sulla cattedra di Montevideo dal cappuccino Antonio Maria Barbieri, creato cardinale da Giovanni XXIII nel 1958.
Per nomina pontificia, ha partecipato alla XIV Assemblea Generale Ordinaria sul tema La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (ottobre 2015).
Da Papa Francesco è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 14 febbraio 2015, del Titolo di Santa Galla.
È Membro dei Dicasteri per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica; per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; per l Evangelizzazione;
della Pontificia Commissione per l’America Latina; dell’Ufficio dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Il cardinale salesiano Daniel Fernando Sturla Berhouet è un ratzingeriano le cui battaglie per difendere la fede sono state messe a dura prova dal lungo e costante declino dell’Uruguay nel secolarismo.
Tutta la sua vita e il suo ministero sacerdotale, caratterizzati dalla preoccupazione per la cura dei più deboli e per l’accompagnamento dei giovani nel loro sviluppo personale e spirituale, si sono svolti nella capitale uruguaiana.
Nel 2014 Sturla si è mostrato fermo di fronte ai tentativi dei legislatori di Montevideo di impedire che una statua della Vergine Maria venisse eretta in uno spazio pubblico della città, dove i fedeli avevano iniziato a riunirsi per recitare il Rosario in famiglia. Sturla è intervenuto in diverse occasioni, con uno stile incrollabile ma sereno e non conflittuale che, secondo chi lo conosce, ha caratterizzato il suo lavoro episcopale.
Il cardinale Sturla è ortodosso nelle sue convinzioni. Cristo e l’Eucaristia devono essere al centro e l’insegnamento della Chiesa dovrebbe essere difeso vigorosamente di fronte al secolarismo.
Ha una visione nettamente ratzingeriana della Chiesa, in particolare per quanto riguarda il Concilio Vaticano II, che egli vede come una continuità con il passato, piuttosto che una “rottura”. La Chiesa, Sturla crede fermamente, è “sale della terra e luce del mondo” e deve essere “il ponte attraverso il quale ogni persona può incontrare il Signore”.
Egli è ansioso di rafforzare l’identità della Chiesa ed evitare di diluirla “cadendo nella trappola dell’auto-secolarizzazione”. La diversità dei carismi all’interno della Chiesa deve essere rispettata, dice, mentre essa deve anche inserirsi “in ambienti popolari ancora lontani”. La Chiesa deve “raggiungere tutti”, ma “senza rinnegare la propria identità”. La Chiesa è aperta a tutti, dice, “ma con certe regole”.
Per Sturla l’evangelizzazione deve proclamare Gesù Cristo come Salvatore, altrimenti la Chiesa sarà semplicemente “come una gigantesca ONG che cerca un mondo migliore con gli altri”.
Il Cardinale non è un fan della sinodalità, sostiene l’insegnamento della Chiesa sulla vita e rifiuta la Fiducia Supplicans. Sturla vede l’urgenza di recuperare la fede, recuperare il senso del peccato originale e ripristinare il senso integrale della salvezza della Chiesa, insieme alla proclamazione della gioia del Vangelo. Un vescovo, egli ritiene, deve essere creativamente fedele alla Rivelazione divina.
Con le sue convinzioni conservatrici e ortodosse, un pontificato di Sturla segnerebbe quasi certamente il rintorno ad0 una direzione ratzingeriana o wojtijana.