Il delitto di “femminicidio” è pura follia!

Il delitto di “femminicidio” è pura follia!

di Angelica La Rosa

L’INTRODUZIONE DEL DELITTO DI FEMMINICIDIO NEL CODICE PENALE È “POPULISMO GIURIDICO”

Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 117 del 7 Marzo 2025, avvisa che il Consiglio dei Ministri si è riunito venerdì 7 marzo 2025, alle ore 17.16 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Giorgia Meloni e del Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Durante questa seduta il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e del Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha approvato un disegno di legge per l’introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.

Il testo appronta un intervento ampio e sistematico per rispondere alle esigenze di tutela contro il fenomeno di drammatica attualità delle condotte e manifestazioni di prevaricazione e violenza commesse nei confronti delle donne.

Si introduce la nuova fattispecie penale di “femminicidio” che, per l’estrema urgenza criminologica del fenomeno e per la particolare struttura del reato, viene sanzionata con la pena dell’ergastolo. In particolare, si prevede che sia punito con tale pena “chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”. In linea con tale intervento, le stesse circostanze di commissione del reato sono introdotte quali aggravanti per i delitti più tipici di codice rosso, con la previsione di un aumento delle pene previste di almeno un terzo e fino alla metà o a due terzi, a seconda del delitto.

Inoltre, il testo: prevede l’audizione obbligatoria della persona offesa da parte del pubblico ministero, non delegabile alla polizia giudiziaria, nei casi di codice rosso;
introduce specifici obblighi informativi in favore dei prossimi congiunti della vittima di femminicidio; prevede il parere, non vincolante, della vittima in caso di patteggiamento per reati da codice rosso e connessi obblighi informativi e onere motivazionale del giudice;
nei casi in cui sussistano esigenze cautelari, prevede l’applicazione all’imputato della misura della custodia cautelare in carcere o degli arresti domiciliari; interviene sui benefici penitenziari per autori di reati da codice rosso; introduce, in favore delle vittime di reati da codice rosso, un diritto di essere avvisate anche dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, a seguito di concessione di misure premiali; rafforza gli obblighi formativi dei magistrati, previsti dall’art. 6, comma 2, della legge n. 168 del 2023; estende alla fase della esecuzione della condanna al risarcimento il regime di favore in tema di prenotazione a debito previsto per i danneggiati dai fatti di omicidio “codice rosso” e di femminicidio; introduce una disposizione di coordinamento che prevede l’estensione al nuovo articolo 577-bis dei richiami all’articolo 575 contenuti nel codice penale.

L’intervento si inserisce anche nel quadro degli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e nel solco delle linee operative disegnate dalla nuova direttiva (UE) 1385/2024 in materia di violenza contro le donne, nonché delle direttive in materia di tutela delle vittime di reato.

Tralasciando tutto il resto, e concentrandoci solo sull’introduzione del delitto di femminicidio, sia d’accordo con le parole dell’ex Senatore (non a caso ex…) Simone Pillon che scrive: “Roccella, siamo tutti contro la violenza ma il femminicidio è un errore politico e giuridico clamoroso, oltre che un atto di sudditanza verso le ideologie ottocentesche.
Vogliamo mettere in sicurezza le donne italiane? Espulsioni, remigrazione e blocco delle frontiere per chi considera per cultura o per religione la donna come un essere inferiore.
Ma basta con questa storia del patriarcato. Smettetela di alimentare il conflitto tra i sessi, e cominciate a sostenere l’alleanza tra uomini e donne.
Sogno un centro-destra che si emendi dall’inferiorità culturale verso la sinistra femminista e radicale, sappia avanzare proposte politiche alternative alla visione marxista e riesca a nominare nei posti chiave persone con idee di centro-destra.
Vedo però che siamo ancora molto molto lontani”.

Dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia ancora un neurone nel cervello che l’introduzione del femminicidio è anticostituzionale perché viola il principio di uguaglianza e, quindi, determina che ci sono vite più importanti di altre.

Inoltre si tratta di una norma che rende concreto il cosiddetto “populismo giuridico”. Siccome molti analfabeti funzionali italiani, condizionati da mass media e social, sostengono le bislacche tesi del “patriarcato” ancora esistente in Italia (secondo loro…) e dell’omicidio di una donna che merita di essere punito diversamente dagli altri omicidi, allora il Governo, piuttosto che guidare la Nazione con coraggio (lasciamo perdere l’ancoraggio al diritto naturale, che a molti nel centro-destra è un illustre sconosciuto) si inginocchiano al femminismo imperante….

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