Donald Trump come Ciro il Grande?
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EBREI ED EVANGELICI DANNO UN RUOLO MESSIANICO A TRUMP, SMENTITO DAL VANGELO
Il 7 febbraio 2025 Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che istituisce presso la Casa Bianca un “Ufficio della Fede” guidato dalla sua consulente spirituale Paula White-Cain, la pastora della “teologia della prosperità” (prosperity theology) che predica il “Vangelo della salute e della ricchezza” (health and wealth gospel).
Il TGcom24 del 10 febbraio ha informato di questa dichiarazione della “reverenda”: “ho l’autorità per dichiarare la Casa Bianca luogo santo. È la mia presenza che la santifica”. I sette rabbini del “Sinedrio Nascente”, ovvero i leader maximi che dovranno guidare Israele, quando sarà ricostruito il Tempio di Gerusalemme, hanno inoltrato a Trump vivissime congratulazioni per questa iniziativa: “le esprimiamo la nostra sincera gratitudine – si legge nel messaggio ufficiale inviatogli dal Monte Sion – per aver portato la fede, in primo piano, nella cultura americana e mondiale, istituendo alla Casa Bianca l’Ufficio della Fede.
Il Suo riconoscimento dell’importanza della religione nella vita pubblica è un passo verso il ripristino dei valori morali e della guida spirituale nel mondo” (Letter from the Nascent Sanhedrin to President Donald J. Trump, Jerusalem, Wednesday, February 12, 2025).
Claudio Mutti, direttore della Rivista di studi geopolitici Eurasia, scrive che la lettera del “Sinedrio Nascente” augura successo alla “divina missione” del presidente statunitense e “riproduce le due facce di una “moneta del Tempio”, fatta coniare nel 2017 per celebrare il trasferimento dell’ambasciata USA a Gerusalemme e, simultaneamente, il centenario della Dichiarazione Balfour”.
Si possono vedere i profili di Donald Trump e Ciro il Grande, “al quale la tradizione ebraica attribuisce la ricostruzione del tempio, distrutto dai Babilonesi, con la scritta (in ebraico e in inglese) “Cyrus – Balfour – Trump Declaration 1917-2017”. Sul verso c’è l’immagine del Tempio di Gerusalemme” (Israeli group mints Trump coin to honor Jerusalem recognition, “The Times of Israel”, 2018).
“Un’altra moneta – racconta Mutti su Eurasia – che reca i profili di Trump e di Ciro e sul verso quelli di Trump e Netanyahu, è stata coniata nel 2018 per celebrare il settantennale dell’indipendenza dello “Stato di Israele”; in ebraico e in inglese, vi si leggono due iscrizioni: “Ed Egli mi incaricò di costruirGli una casa in Gerusalemme” e “Guerra dei Figli della Luce contro i Figli della Tenebra” “.
Il tema della “guerra dei Figli della Luce contro i Figli delle Tenebre” ha fatto parte di molta propaganda da parte del tycoon.
Il 7 giugno 2020 Monsignor Carlo Maria Viganò, già nunzio della Santa Sede negli Stati Uniti, scrisse al presidente Donald Trump una lettera che esordiva così: “Stiamo assistendo, in questi mesi, al formarsi di due schieramenti, che definirei biblici: i figli della luce e i figli delle tenebre” (https://www.italiador.com, 07/06/2020)
Mutti ricorda, anche che “il 1° gennaio 2021 Steve Bannon affermava in un’intervista a Monsignor Viganò: “Questa è una battaglia epocale tra i figli della Luce e i figli delle Tenebre” (TRANSCRIPT: Steve Bannon’s ‘War Room’ interview with Abp. Viganò, lifesitenews.com, 4/1/2021. Sulle origini e sulla fortuna di questo tema cfr. C. Mutti, Le sètte dell’Occidente, “Eurasia”, 2/2021, pp. 12-15).
Sono numerosi gli ebrei che si trovano nella cerchia del Presidente Trump.
Oltre alla figlia Ivanka (convertita nel 2009) e al genero Jared Kushner (già Consigliere Anziano del Presidente), il 19 novembre 2024 The Jerusalem Post pubblicava una lista dei più influenti: una quindicina di politici, benefattori, giornalisti miliardari, che costituiscono il suo entourage più stretto.
Già nel settembre 2015, il rabbino milionario Kirt Schneider, invitato alla Trump Tower di New York, aveva imposto le mani sul capo di Donald Trump e lo aveva benedetto in ebraico e in inglese dichiarando: “Le due sole nazioni che intrattengono una relazione privilegiata con Dio sono Israele e gli Stati Uniti d’America”.
Solo negli Stati Uniti, le sue trasmissioni richiamano, ogni settimana, 1.600.000 telespettatori. Kirt Schneider dirige un impero della telecomunicazione che conta un milione e mezzo di seguaci su Facebook, X, YouTube (Pierre-Antoine Plaquevent – Youssef Hindi, Il millenarismo teopolitico di Israele, Edizioni all’Insegna del Veltro, Parma 2025, p. 31).
In relazione all’evento messianico, l’eminente rabbino Rabbi Yekutiel Fish ha attribuito a Trump una missione decisiva: “Tutti sono concentrati su Gaza, ma questa è solo una parte dell’agenda della fine dei tempi, la quale riguarda gli ebrei che vivono nei confini di Israele previsti dai profeti; e la Torah vi include esplicitamente Gaza. Quello che Trump sta facendo è ripulire Gaza di tutti gli odiatori di Israele. Loro non possono stare in Israele dopo la venuta del Messia. (…)
Ciò riguarderà Gaza, metà del Libano e buona parte della Giordania. Vediamo che ci siamo quasi: la Siria è caduta, il Libano è quasi scomparso, Gaza gliel’abbiamo strappata. Tutto è quasi pronto per il Messia. Ma come possono i Palestinesi restare qui quando noi stiamo per accogliere il Messia? Il Messia ha bisogno di qualcuno che se ne occupi, e costui è Donald Trump, che sta, semplicemente, svolgendo i compiti finali, necessari prima che venga rivelato il Messia” (https://israel365news.com 5/2/2025).
“È noto – prosegue Claudio Mutti su Eurasia – che il fondamentalismo evangelico filosionista condivide col giudaismo la credenza secondo cui la costruzione del terzo Tempio gerosolimitano darà inizio all’era messianica; quando, nel 2017, l’amministrazione Trump trasferì l’ambasciata statunitense a Gerusalemme, Laurie Cardoza-Moore, esponente dell’evangelismo sionista, salutò così su “Haaretz” l’ “obbedienza di Trump alla Parola di Dio”: “Insediando l’Ambasciata a Gerusalemme, il presidente Donald Trump sta attuando una delle iniziative storiche, di dimensione biblica della sua presidenza. Come molti ebrei in Israele, tutti gli Israeliani attendono la ricostruzione del terzo Tempio”.
Il 22 maggio dello stesso anno, Donald Trump, accompagnato dalla moglie Melania, dalla figlia Ivanka e dal genero Jared Kushner, era stato il primo presidente in carica degli Stati Uniti a recarsi al Muro del Pianto.
Come osserva Daniele Perra, in questo stesso numero di “Eurasia”, il “mito mobilitante” del Terzo Tempio, ascrivibile ai “miti teologici” indicati da Roger Garaudy come miti di fondazione della “terra di Israele”, “attribuisce al giudaismo una sorta di funzione sociologica di trasmissione e di proiezione del conflitto israelo-palestinese verso il resto del mondo e conferisce un afflato apocalittico al momento geopolitico attuale”.
Invece, nel Vangelo cattolico, le tenebre sono il simbolo del male, del peccato, dell’inferno e nelle tenebre stanno coloro che non vogliono ostinatamente credere. Le tenebre si contrappongono alla luce, che è Gesù Cristo (San Giovanni 8:12).
La divisione dell’ apostolo San Paolo in “figli della luce” (υἱοὶ φωτός) e “figli delle tenebre” (υἱοὶ σκότους) richiama la nostra attenzione sullo stesso dualismo antropologico. Coloro che sono con Cristo, che credono nella luce sono l’umanità di Abele, di Noè, degli antenati, dei santi e dei martiri. Essi, essendo nel tempo, preparano con il loro essere gli animali sacrificali del Giudizio Universale – le pecore, gli agnelli. Questa è un’umanità di luce.
Ma le persone non diventano tali per predestinazione, per nascita o per rigide condizioni meccaniche, bensì per libero arbitrio, che aderisce alla Grazia. Solo chi è assolutamente libero può scegliere tra luce e tenebre. Per questo l’apostolo San Paolo invita i cristiani a “diventare” figli della luce: a essere svegli, a non dormire, a svegliarsi dall’inerzia della vita quotidiana. Quindi queste questioni sono importanti per capire la realtà nella sua completezza e profondità, al fine di diventare scaltri e capire che non è oro tutto quello che luccica né è possibile rimanere nella Chiesa e, allo stesso tempo, nelle tenebre dell’eresia o delle false religioni.