Lettieri: “Ad Occidente e a Oriente è palpabile la voglia di conversione”

Lettieri: “Ad Occidente e a Oriente è palpabile la voglia di conversione”

di Bruno Volpe

INTERVISTA ALLO STORICO DELL’ARTE PASQUALE LETTIERI

“Anche l’arte italiana ha riconosciuto il valore penitenziale e allo stesso tempo di conversione della Quaresima”. Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il noto ed affermato critico e storico dell’arte napoletano, professor Pasquale Lettieri, uno dei più quotati a livello nazionale e non solo.

Professor Lettieri, lei è credente. Ma mettendo da parte le sue sensibilità, da storico dell’arte, la Quaresima come viene raffigurata?

“Intanto è bene, per sommi capi, ricordare il grande valore che la Quaresima ha per noi credenti, tempo di grazia e favorevole per un cambiamento di stile di vita. Spiacevolmente esiste la tentazione, ma questo non succede per fortuna nell’arte, di fermarsi al Venerdì santo senza considerare il grande evento della Pasqua, centro della vita cristiana e fulcro della nostra fede”.

Analizziamo alcune opere di arte significative in tema di Quaresima…

“A mio parere quello che massimamente ha raffigurato nei suoi dipinti lo spirito e il senso della Quaresima è Caravaggio, elemento di spicco del barocco. Uno di essi sta a Napoli e raffigura sette arcangeli che indicano la via da seguire e tra di esse spicca la carità che poi è una delle tre virtù teologali, ma anche uno dei requisiti che si leggono al mercoledì delle Ceneri, assieme al digiuno e alla preghiera. Un’altra opera, sempre quaresimale   che a mio avviso è degna di menzione, è la Conversione di San Matteo, sempre di Caravaggio, presente a San Luigi dei Francesi, Roma. È palese l’invito a cambiare vita, conversione e mutare stile di condotta, cosa che Matteo faceva prima di andare alla sequela di Gesù come pubblicano. Non a caso il titolo di questo dipinto è la Vocazione di San Matteo. Ancora Caravaggio è protagonista agli Uffizi di Firenze con Il riposo, che ci vuole riportare al senso della pace e della vita serena senza il peccato, in stile barocco”.

Solo Caravaggio?

“Niente affatto, la produzione italiana è ricca. Segnalo il Carracci con La deposizione che pur riguardando il momento in cui Cristo viene deposto dalla Croce e messo nel sepolcro, chiude la Quaresima e ci apre la via verso la Pasqua. Ma è un quadro altamente drammatico. Poi merita sicuramente una menzione La Tempesta del Giorgione, dove figure femminili indicano il Bambino, cioè Gesù, quello che dobbiamo seguire da credenti ed ha teologicamente in comune quello che hanno alcune icone del sud Italia, penso alle varie Odegitrie e segnatamente la Odegistria di Bari”.

Qual è il filo rosso che lega la produzione artistica e la Quaresima?

“Il filo rosso è Cristo è soprattutto la sua resistenza al peccato, un invito insistente al cambiamento di stile di vita, con toni in chiaroscuro, visto il tempo penitenziale e non allegro. Mi piace segnalare un’altra opera San Giorgio e il Drago di Signorelli, che unisce drammaticamente il santo e il Drago, raffigurazione del demonio, di stile targogotico”.

E l’arte orientale?

“E’ diversa, del resto l’arte orientale, quella di stile bizantino-costantinopolitana, è fatta da icone che notoriamente si scrivono e non si dipingono. Nelle icone notiamo fissità, staticità, al contrario della visione dinamica e naturalista dell’arte religiosa occidentale. La divina icona, scritta dall’ iconografo, ha valore di preghiera e di evangelizzazione, mentre il dipinto occidentale, pur a sfondo religioso, rimane prettamente opera di arte e la nostra stessa visione occidentale è molto diversa da quella orientale, sicuramente più spirituale. In ogni caso anche in occidente ci sono degli antecedenti delle divine icone e penso ad un polittico di Giotto a foglia di oro, con Cristo fisso al centro che ricorda e le divine icone orientali”.

Insomma l’arte come vede la Quaresima?

“Sia ad occidente che ad oriente è palpabile la voglia di conversione ed anche la tristezza che poi passerà con la Pasqua, giorno del sepolcro vuoto “.

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